New York City non finisce mai di stupire e fornire straordinarie novità culturali spesso rimosse o trascurate. Una di queste è l’esibizione presso Grolier Club (47 East 60th Street, New York) dal titolo «Strangers in a Strange Land: A History of Italian -Language American Imprints, 1830-1945». La mostra, inaugurata lo scorso 20 settembre, è visitabile dal lunedì al sabato dalle 10 a.m. alle 5 p.m., fino al prossimo 2 novembre. Allestita grazie alla tenacia e la passione per la storia culturale italoamericana di James Periconi, un avvocato di Manhattan che da anni dedica tempo e risorse alla raccolta di libri d’epoca e rari della presenza culturale italiana a New York e altrove, riuscendo a collezionare oltre 150 preziosi manufatti letterari. Volumi, riviste, grammatiche, pamphlet politici attraversano la presenza italiana negli Stati Uniti dai primi anni dell’Ottocento alla seconda Guerra mondiale, illuminando il visitatore su un periodo importante della storia culturale e politica italiana in America, spesso rimosso dalla memoria collettiva o relegato alla ricerca di specialisti del settore. La mostra occupa l’intero secondo piano del prestigioso The Grolier Club, un’istituzione che conta tra i suoi membri collezionisti di libri ed appassionati di questo settore. L’avvocato Periconi per i mercoledì in ottobre dalle 13 alle 14 è presente alla mostra ed accompagna i visitatori in un tour informativo di straordinaria utilità. James Periconi è un avvocato ambientalista, con una formazione umanistica in possesso di un Master in letteratura comparata prima di frequentare la Law School alla NYU ed avviarsi alla pratica legale. Americano di terza generazione, il nonno paterno Joseph arrivò a New York dalla Provincia di Reggio Calabria in 1888 e si affermò come barbiere con un salone su Madison Avenue, e il nonno materno, Rosario Scovotti, arrivò a New York dalla provincia di Salerno nel 1904. Il padre, divenne avvocato frequentando i corsi universitari serali per forte volere della ragazza con la quale usciva, che poi sarebbe diventata sua moglie. La scomparsa del padre avvenuta nel 1994, toccò profondamente James che cercò di ricollegarsi con il mondo e l’universo culturale newyorkese attraversato dal padre.
Così si mette in moto questa ricerca culturale ed interiore che lo porterà a contatto con importanti studiosi della storia italoamericana, dallo storico Phil Cannistraro a Francesco Durante, autore di una importante antologia in italiano di autori italoamericani che lo incitano a continuare la sua ricerca bibliofila culminata in questa straordinaria esibizione.
Tra i volumi esposti divisi per aree di riferimento ideologico: dalla letteratura su Carlo Tresca, famoso antifascista, assassinato a New York nel 1943, secondo alcuni storici su ordine di Mussolini, all’Anarchismo Transnazionale, alla stampa di propaganda socialista e comunista. Sono esposte persino delle guide per italoamericani appena sbarcati nel Nuovo Mondo, ma soprattutto i volumi (bestseller del tempo) di Bernardino Ciambelli, un giornalista italiano trasferitosi a New York che divenne un apprezzato romanziere della vita dei quartieri popolari della Little Italy di Manhattan. Straordinari pezzi di vero antiquariato librario sono le grammatiche d’italiano per studenti americani e tra esse spicca quella di Pietro Bacchi, uno dei primi insegnanti d’italiano negli Stati Uniti d’America, docente ad Harvard. Preceduto dal famoso Lorenzo Da Ponte, librettista di Mozart, docente alla Columbia e presente con un raro volumetto di poesie da lui medesimo composte e anche una traduzione di “Prefezia di Dante” di Lord Byron. Straordinaria è la sezione dedicata alla stampa antifascista, molto diffusa tra gli italiani d’America durante la dittatura fascista che permise una divulgazione e circolazione di informazioni impossibile da pubblicare in Italia, soprattutto attraverso un volume di Armando Borghi, “Mussolini in camicia”. Non mancarono le censure da parte del governo americano – come attentamente ci fa notare l’avvocato Periconi, che ci ha accompagnato nella visita alla esibizione. Soprattutto il materiale anarchico che faceva riferimento al gruppo di Galleani trovò molta resistenza da parte del governo americano che soppresse varie testate considerate troppo rivoluzionarie. Ampia anche la sezione sulle pubblicazioni fuori dagli Stati Uniti, soprattutto volumi stampati e venduti in Argentina presso “La Voce dei Calabresi”, un giornale dei calabresi in Argentina. Numerosa anche la sezione dedicata alle case editrici italiane in America, soprattutto a New York, Chicago e Barre, Vermont. In conclusione una straordinaria esibizione resa possibile grazie alla tenacia di un professionista che ha investito anni nella ricerca di un pezzo della grande storia italiana in terra d’America. Una mostra di cui ogni italoamericano dovrebbe essere orgoglioso. Una mostra che ribalta stereotipi e false informazioni sul livello d’istruzione degli italiani che ad inizio secolo sbarcarono in questo paese e con il loro lavoro e la loro determinazione hanno contribuito a rendere grande questa nazione.