Oltre 4000 specie floristiche classificate e una donazione di 16 grandi volumi di botanica (in gran parte ancora inediti). Non è bastato lo straordinario lascito scientifico per consegnare agli onori della storia la figura di Cassiano Conzatti. Come accaduto per tanti altri italiani che recisero il cordone ombelicale con la Penisola, Conzatti ha avuto in regalo il destino dell’oblio da una terra che lo vide partire e che onorò con le sue straordinarie qualità umane e professionali, e una rivalutazione postuma ad opera del Museo Civico di Rovereto, destinatario dei doni inviati dalla famiglia Conzatti che ancora oggi mantiene viva la memoria del proprio avo.
Nato a Civezzano il 13 agosto del 1862, Cassiano era ultimo dei sette figli di Giovanni Battista Conzatti e Cattarina Bortolameotti. Nel piccolo paese trentino Cassiano visse solo 3 anni per poi trasferirsi con la famiglia a Borgo Sacco vicino a Rovereto. Ottenuta la licenza elementare, nel 1875 il giovane Conzatti si iscrisse al ginnasio di Rovereto appassionandosi da subito alle scienze naturali e al latino. Affascinato dagli insegnamenti del professor Giovanni de Cobelli, il giovane seguì con entusiasmo ogni lezione teorica e ogni uscita sul Monte Baldo, scegliendo infine di dedicare alla botanica la propria vita professionale.
L’improvvisa morte del padre sconvolse però i sogni del ragazzo che insieme ad altri fratelli si adeguò al nuovo status e iniziò a collaborare al sostegno della numerosa famiglia. Ma nonostante la grande volontà, Cassiano si ritrovò come tanti altri giovani italiani di fine Ottocento, attanagliato dall’indigenza e con la prospettiva di dover emigrare per cercare di pesare meno sulla famiglia e di trovare un lavoro per aiutare la stessa.
La famiglia Conzatti decise di partire nel 1881 alla volta del Messico, terra già scelta da altri trentini e veneti per le colonie di attività agricole. Cassiano si imbarcò con un fratello maggiore e con l’anziana madre; la lunga traversata oceani ca permise al giovane di apprendere i primi rudimenti della lingua castigliana. Arrivati in terra messicana i membri della famiglia trentina si misero in attesa dei lotti previsti per la nascente Colonia Manuel Gonzales e nel frattempo soggiornarono a Orizaba.
La scelta si rivelò oltremodo fortunata per il futuro di Cassiano. Il giovane italiano conobbe infatti il botanico Lucio C. Smith che lo volle con sé per i suoi studi botanici della zona. L’esperienza si rivelò fortunata, ma nel frattempo il nucleo di Conzatti si trasferì a Huatasco e infine nella Colonia, per poi essere raggiunto dalla sorella Clotilde insieme al marito e ai loro figli. Deciso a proseguire gli studi interrotti a Rovereto, il giovane si trasferì dopo poco tempo a Xalapa nello stato di Veracruz. Con immensi sacrifici Cassiano terminò gli studi superiori e trovò l’occasione buona per iniziare l’insegnamento. Tenacissimo e appassionato degli studi, con una concezione moderna deloceanil’istruzione, il trentino salì i vari gradini della carriera fino ad arrivare nel 1922 al Ministero dell’Educazione Pubblica. Furono questi gli anni di maggior soddisfazione professionale per l’ex emigrante partito da Borgo Sacco. Nel 1924 divenne infatti Ispettore federale di Educazione alle scuole primarie, compito mantenuto fino all’età del pensionamento avvenuta nel 1927.
Negli anni passati all’interno del mondo scolastico, Cassiano Conzatti si fece promotore dello sviluppo della “Escuela Normal” per la preparazione degli insegnanti destinati alla pedagogia nelle scuole elementari. L’impegno ufficiale non sminuì però mai la passione la botanica, una scienza che lo vide percorrere le terre messicane in lungo e in largo. I suoi studi e la sua passione contribuirono a dare un notevole impulso al progresso delle conoscenze floristiche di un territorio che all’epoca restava ancora inesplorato. Con il solo aiuto della sua sconfinata passione classificò oltre quattromila specie, aprendo un vero e proprio mondo alla conoscenza botanica messicana. La sua vita proseguì sui binari della passione botanica fino alla morte, avvenuta a Oaxaca nel 1951. Lasciò la moglie Virginia che nel 2008, all’età di 92 anni portò il suo contributo alla celebrazione organizzata dal Museo civico di Rovereto.
I suoi numerosi lasciti hanno contribuito ad arricchire l’istituzione culturale cittadina e nella giornata della riscoperta dell’importante figura, la cittadina ha accolto la nipote Elizabeth Gomez Conzatti, accompagnata dal presidente trentino di Citlaltèptl e dalla consultrice della Provincia Autonoma di Trento per il Messico, Laura Versini. Nell’occasione fu presentato il libro di Renzo Tommasi: “Cassiano Conzatti – il biologo e pedagogo trentino in Messico” edito dallo stesso museo. Un riconoscimento tardivo ma meritassimo per chi ha consegnato il nome dell’Italia a una pagina importante della scienza e all’insegnamento.