Chi di noi non ha mai voluto sfidare la sorte e magari cercare di cambiare in un baleno la nostra vita. In questi ultimi anni abbiamo assistito ad un susseguirsi di giochi aventi come comune denominatore la chance di farci “vivere alla grande”, perdonatemi il gioco di parole con l’omonimo gratta e vinci…
Prima di addentrarci su questo argomento davvero delicato, sarebbe il caso di fare un breve excursus. La lotteria istantanea, comunemente nota come gratta e vinci, ad esempio fece la sua comparsa in Italia il 21 febbraio 1994 introdotta dalla legge finanziaria del governo Ciampi. Il primo tagliando emesso costava 1,03 € (ovvero 2.000 lire del vecchio conio) e portava il nome di “La fontana della fortuna” dove più Fontane di Trevi si trovavano e più si vinceva. I premi variavano da 1,03 € a 51.645,69 € (quindi da 2.000 lire fino a 100 milioni di lire) successivamente vennero poi emessi tantissimi altri biglietti della fortuna. Dal 2004 il gioco venne rilanciato e commercializzato con il nome di Gratta e vinci! – cioè l’espressione popolare con cui il gioco era riconosciuto fin dal suo esordio – riscuotendo un diffusissimo successo grazie a biglietti come: “Batti il banco”, “Sette e mezzo” e molti altri. Inoltre dal 2010 sono stati lanciati dei biglietti che hanno come possibili premi anche delle rendite, tra questi i più gettonati sono: “Vivere alla grande” (costo di 20€; Vincita Max. 500.000€ + 10.000€ al mese per 20 anni + 100.000 € di bonus finale), rispettivamente con rendite e un costo più basso il “Mega turista per sempre” e il “Turista per sempre”. Tuttavia girando tra tabaccherie, bar, supermercati e altri luoghi dove è possibile acquistare gratta e vinci, ho potuto constatare di persona che i biglietti più venduti sono quelli della serie denominata “Miliardario”, ovvero: “Maxi Miliardario” (costo di 20€; Vincita Max. 5.000.000€), “Mega Miliardario” e “Miliardario” rispettivamente con vincite più basse ma sempre in grado di cambiarti la vita. Ma perché sono questi i più acquistati? La risposta che ci è stata data per la maggior parte delle volte in alcuni bar è stata: “Bé… algiorno d’oggi con tutta questa crisi, la gente preferisce giocare dove può avere la possibilità di vincere tutto il montepremi subito e non a rate per 20 anni…”.
Sorge allora una domanda spontanea, ovvero chiedere quale fosse la fascia di età che giocasse di più. La risposta è stata: “Non c’è una fascia ben precisa… giocano tutti, dai ragazzi di 20anni ai pensionati”. Domandando personalmente a giocatori “incalliti” per quale motivo giocassero e spendessero tra i 100 e i 300 euro a settimana, le risposte più comuni sono state: “per risolvere tutti i problemi con le tasse!”; “per non dover più lavorare 12 ore ed essere pagato due lire” “ per ricominciare una nuova vita ai Caraibi!”.
Nei bar e nei tabacchi come pubblicato in alcune ricerche, tra i giochi più in voga vediamo che al primo posto c’è il Gratta e Vinci giocato dal 22% delle persone, segue il Superenalotto con il 16,5%, poi il Lotto con l’11,4%, le lotterie con l’8,3%, il Win for Life al 7,2%, i giochi di carte con denaro al 5,7%, le slot machine 5,3%, poi il gioco on line al 4,7% e le scommesse sportive al 4,5% questi ultimi tre stanno aumentando considerevolmente. Noti quotidiani nazionali hanno asserito che sono moltissimi i giochi (inclusi anche tutte le versioni online!) gestiti dall’AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di stato) che vanno ad alimentare le casse dell’erario portando ad un incasso complessivo nel solo 2011 del gioco d’azzardo di ben 79.9 miliardi di euro.
L’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa mediante uno studio sul comportamento nel gambling (gioco d’azzardo) nella popolazione italiana pubblicato su Springer Science e una ricerca pubblicata dal Dipartimento Affari Sociali della Camera dei Deputati relativa agli aspetti sociali e sanitari della dipendenza dal gioco d’azzardo, hanno fatto luce su questo fenomeno in constante crescita. Dalle ricerche è emerso che negli ultimi anni, il giocatore tipo è un maschio, con bassa scolarità, che beve alcolici e fuma. La fascia di giocatori che va dai 15 ai 24 anni in possesso della sola licenza media inferiore, uomini e donne, cadono maggiormente nella dipendenza rispetto a chi ha conseguito la laurea. Facendo un’analisi più approfondita le donne giocano più degli uomini al Superenalotto, al Lotto, ai gratta e vinci, ai giochi telefonici; mentre gli uomini giocano di più a Totocalcio, Slot machine, scommesse nelle agenzie, casinò e giochi di carte. Fra la miriade di dati quello che balza subito all’occhio è sapere che vi sono più di 800 mila dipendenti da gioco d’azzardo e quasi due milioni di giocatori a rischio. Abbiamo scalzato dal podio del gioco d’azzardo molti paesi tra cui anche l’Inghilterra per classificarci, come abbiamo letto giorni fa, al primo posto tra i paesi che giocano di più al mondo.
Tuttavia per quanto riguarda la classifica dei jackpot più alti della storia non siamo tra i primi – benché il 30 ottobre 2010 e il 22 agosto 2009 sono stati vinti al Superenalotto nel Bel Paese rispettivamente 177.700.000euro e 147.800.000 euro – infatti sul podio abbiamo le lotterie statunitensi “Mega Millions” e “Powerball” con vincite che si aggiravano persino sopra i 380.000.000 dollari, mentre in Europa abbiamo Euromillions e il brand new Euro Jackpot.
Diventare giocatori compulsivi (ludopatia) è facile, il problema è uscirne. Non si conclude questo articolo con una frase scontata del tipo “giocate il giusto” ma con una domanda: vi piace perdere facile “tutto”?