Ad ascoltare il Premier Mario Monti al Peterson Institute for International Economics di Washington, giovedì c’era pure Sergio Marchionne, Ceo Fiat. Come al solito aveva quella aria "trasandata" che lo fa molto chic, con oltre alla sua tradizionale divisa col maglione sopra la camicia senza la giacca, anche una sempre più vistosa barba. Sembra molto soddisfatto di quello che ha sentito. Quando lo avviciniamo dopo aver atteso la fila con tanti altri giornalisti, riusciamo a fargli questa piccola intervista:
In questi ultimi tre anni, con Barack Obama alla Casa Bianca, la Fiat ha fatto grandi cose in America. La Fiat ha resuscitato la Chrysler aiutando così anche l’industria dell’auto Usa a riemergere, e proprio il presidente Obama lo ha sottolineato nel suo discorso dell’Unione. Insomma Fiat e Casa Bianca si sono aiutate a vicenda. In quest’anno elettorale peró si decide la conferma o meno dell’inquilino della Casa Bianca. Temete che Obama non ce la possa fare ad essere rieletto?
"No, guardi noi siamo filo governativi. E accettiamo sempre la scelta fatta dagli altri. Quindi non temiamo…"
Sí ma un po’ di tifo per Obama magari lo fate…
"Come tifo personalmente io a queste elezioni non c’entra un cavolo di niente, l’importante é l’azienda".
Appunto, la Fiat tifa per Obama?
"No, noi siamo neutrali".
Lei ha appena finito di ascoltare Monti. Anche la Fiat diventa più forte con questo governo a Roma?
"La posizione di qualsiasi azienda che ha attività in Italia é rafforzata con la presidenza di Monti".
Cosa pensa degli italiani in America? Possono aiutare la Fiat?
"Sono estremamente orgoglioso di quello che gli italiani hanno fatto in questo paese. Ho conosciuto tante persone straordinarie".
Magari consiglia di comprare più 500…
"Veramente mi interessa che comprino tanto il prodotto Chrysler, le Jeep. Qualsiasi prodotto che facciamo spero piaccia agli italiani d’America e che lo comprino".