Da quanti anni e perché vive all’estero? Perché ha deciso di candidarsi e perché con questa lista?
“Sono Angelo Viro, ho 61 anni e due figli; mi sono trasferito in America in cerca di opportunità e ho raggiunto i miei obiettivi. Da qualche tempo ho sentito il bisogno di lavorare per la nostra comunità italiana in America e di aiutare a trasformare i sogni in realtà, mantenendo viva la nostra cultura e identità. Ho continuato il mio impegno con la Casa d’Italia di Santo Domingo, con la quale abbiamo ottenuto la riapertura dell’Ambasciata d’Italia nella Repubblica Dominicana e messo freno all’oblio a cui i partiti di Roma avevano sottoposto i nostri connazionali. Tutto questo è stato molto apprezzato dalla comunità. Sono candidato alla Camera dei Deputati nella ripartizione estera Nord e Centro America con il MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero. Un movimento di italiani nel mondo nato all’estero, dal basso, e non nelle buie stanze dei palazzi della partitocrazia romana. Mi candido dunque per difendere, davvero, il voto degli italiani all’estero in Parlamento.
Quale considera il problema più immediato dell’Italia e come si dovrebbe affrontare?
“L’Italia piano piano, lentamente, si sta riprendendo. Certo è che il lavoro che non c’è è ancora un problema molto grande, per quanto riguarda i giovani in particolare. C’è da mettere in atto forti misure contro la disoccupazione, perché il lavoro è prima di tutto dignità e ruolo sociale”.
Quale problematica inerente gli interessi dei cittadini italiani residente all’estero, e in particolare in Nord-Centro America, considera la più urgente e cosa proporrebbe fin dal primo giorno dell’apertura dei lavori del Parlamento?
“C’è tanto da fare in Nord e Centro America, anche perché gli eletti nei partiti tradizionali finora sono risultati assenti. C’è da rafforzare la comunità italiana, in tutta la ripartizione. Parlando con tanti connazionali, mi rendo conto che il problema di molti è la riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza. Un tema caro a tantissimi, sbandierato negli anni da tutti i partiti di Roma, ma mai risolto, da nessun governo. Anche da qui si capisce quanto contano gli italiani nel mondo per i governi che si sono succeduti negli ultimi anni: zero. Altro tema a cui mi dedicherei fin da subito è l’abolizione dell’Imu per tutti gli italiani residenti all’estero iscritti all’AIRE. Gli italiani nel mondo sono rimasti gli unici a pagare questa iniqua e odiata tassa, l’imposta sulla prima e unica casa in Italia degli italiani all’estero va cancellata”.
Sarebbe disposto, e quanto, ad andare contro le decisioni del vostro partito qualora queste andassero a sfavore dei cittadini italiani all’estero? C’è una forza politica o un leader politico al quale lei non voterebbe mai la fiducia in Parlamento anche se il partito lo chiedesse?
“I parlamentari del MAIE usano da sempre questo criterio. Il MAIE non sosterrà mai un governo contrario gli interessi degli italiani residenti all’estero, per questo è stato all’opposizione sia di Berlusconi che di Renzi e dei governi a guida Pd. Dunque i parlamentari del MAIE non avranno bisogno di andare “contro le decisioni” del proprio partito, perché unico obiettivo del MAIE, di tutto il Movimento, è quello di difendere gli interessi e i diritti dei connazionali residenti oltre confine”.
Il Nord e Centro America sono una zona enorme, dal Canada al Messico e oltre, come pensa realmente di conoscere e rappresentare tutte le comunità di italiani che ci vivono? Non c’è il rischio di un distacco e di una vita “romana” lontana dai problemi di chi vi ha eletto?
“Certamente, il rischio c’è. Lo abbiamo visto negli ultimi anni, nelle passate legislature. Rappresentanti parlamentari eletti dagli italiani nel mondo che poi si sono dimenticati del proprio elettorato e si sono persi nelle stanze dei Palazzi romani del potere. E’ anche a causa di questo comportamento, di questa assenza dal territorio, che è cresciuta la sfiducia dei connazionali nei confronti degli eletti all’estero. Noi del MAIE, invece, siamo sul territorio tutto l’anno, sempre, non solo in occasione delle elezioni. Credo che questo i nostri connazionali lo apprezzino molto, per questo sono convinto che alle elezioni otterremo un buon risultato”.
La lingua italiana è fra le più studiate al mondo (la quarta…), eppure le cattedre nelle università del Nord America diminuiscono… Cosa farebbe di concreto per promuoverla in modo migliore nel Nord e Centro America?
“Il MAIE è prima di tutto un movimento culturale, e poi politico. Dunque la cultura è qualcosa che ci contraddistingue, che fa parte del nostro Dna. Anche in questo caso, devo ricordare che il MAIE in Parlamento ha presentato proposte tese a promuovere la cultura italiana nel mondo, ma i partiti romani le hanno sempre bocciate. Per noi del Movimento Associativo Italiani all’Estero è fondamentale difendere e diffondere la lingua italiana oltre confine, che è già oggi la quarta più studiata al mondo. Eppure i governi che si sono succeduti negli ultimi anni, di ogni colore, hanno soltanto tolto ossigeno a chi si occupa di cultura italiana nel mondo. Come MAIE la nostra proposta c’è già, è in Parlamento, la riprenderemo nella prossima legislatura senza alcun dubbio, ed è volta alla promozione e alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale italiano nel mondo. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, in particolare, da tempo siamo in contatto con associazioni italiani che operano nel settore della cultura, in particolare a New York, ma anche a Miami, per esempio, o a Nashville. Il MAIE promuove la cultura italiana anche con il sostegno di importanti artisti di calibro internazionale, come Renzo Arbore, Gigi D’Alessio, Tony Renis, tra gli altri. In sinergia con altre realtà presenti negli States e legate alla cultura italiana potremmo davvero fare molto di più, se il governo italiano sostenesse progetti legati a ciò che è Italia nel mondo. Ma con la forza del voto dei nostri connazionali aumenteremo la nostra presenza parlamentare e dunque il nostro peso politico e potremo dire la nostra nel governo che verrà. E allora la musica cambierà”.
Cosa vorrebbe che l’Italia imitasse dalla democrazia degli Stati Uniti (Canada, Messico, Repubblica Dominicana…) e cosa invece vorrebbe che il vostro paese di residenza imparasse dal modo di far politica in Italia?
“Mi piacerebbe molto se l’Italia imparasse a gestire il fenomeno dell’immigrazione come fanno altri Paesi civili, come il Canada per esempio, ma non solo, che gestiscono e regolano il fenomeno”.
C’è un personaggio storico italiano (nella politica come nella letteratura, arti, scienza…) al quale vorrebbe ispirarsi nei valori e nelle idee per la sua carriera in Parlamento?
“Credo che molti degli insegnamenti di Papa Giovanni Paolo II – ma anche dell’attuale Papa Francesco – siano ancora molto validi e da tenere presenti anche oggi, nel Terzo Millennio, pure in politica”.
Cosa pensa delle problematiche sulla parità di genere? Gli abusi sessuali sulle donne: un problema urgente che necessita immediati interventi anche legislativi, oppure solo uno scandalo di Hollywood? E in Italia, è giunto forse il momento di eleggere un Presidente della Repubblica donna?
“La politica è donna. Mi piacerebbe che più donne si avvicinassero alla politica. La violenza sulle donne è da condannare, sempre e comunque. Un presidente della Repubblica donna? Perché no”.
8) C’è un personaggio storico italiano (nella politica come nella letteratura, arti, scienza…) al quale vorrebbe ispirarsi nei valori e nelle idee per la sua carriera in Parlamento?
9) Cosa pensa delle problematiche sulla parità di genere? Gli abusi sessuali sulle donne: un problema urgente che necessita immediati interventi anche legislativi, oppure solo uno scandalo di Hollywood? E in Italia, è giunto forse il momento di eleggere un Presidente della Repubblica donna?