Da quanti anni e perché vive all’estero? Perché ha deciso di candidarsi e perché con questa lista?
“Sono originario di Mazara del Vallo (TP). Ho 38 anni, mi sono laureato in Viticoltura ed Enologia nel 2006 e da allora ho svolto diverse mansioni, dalla produzione alle vendite internazionali. Vivo in California da 4 anni. I motivi per i quali mi sono trasferito riguardano la sfera lavorativa e quella personale. Ho rappresentato per 5 anni un’ azienda Americana in Italia, dando servizi a giovani agricoltori e studenti per l’ottenimento di un tirocinio retribuito negli USA, soprattutto nella cantine di Napa e Sonoma. La rivoluzione digitale però ha cambiato l’azienda per la quale lavoravo che ha deciso di chiudere tutti i “Branch Offices” accentrando tutto nella sede centrale. A quel punto ho cercato lavoro in Italia, una terra che amo profondamente, ho mandato mille Curriculum ma, purtroppo, non ho trovato nulla. Sono riuscito a trovare un lavoro a San Francisco presso un importatore di vini e ho ricominciato la mia carriera da lì. Oggi sono infatti il titolare di un’ azienda che promuove i Vini Italiani in USA, un lavoro che mi permette anche di mantenere il legame con l’Italia con numerosi viaggi durante l’anno. L’avvicinamento al Movimento 5 Stelle è stato un percorso naturale. La Democrazia diretta è l’unico modo per riavvicinare i cittadini alla Politica e la mia candidatura nasce dalla voglia di mettermi in gioco personalmente, lo ritengo un dovere civico, soprattutto in questo periodo storico e sociale”.
Quale considera il problema più immediato dell’Italia e come si dovrebbe affrontare?
“Sicuramente la corruzione. In Italia praticamente non ci sono “colletti bianchi” in carcere per corruzione. Il dato va interpretato in maniera negativa, e non positiva. Sul tema sono totalmente d’accordo con il magistrato Davigo e penso che la corruzione debba essere considerata un sistema criminale e non un reato isolato. Sicuramente l’introduzione del “Whistleblower” è stato un grande passo avanti, grazie alla proposta di legge del M5S, adesso bisognerebbe dare più strumenti alla magistratura, cominciando innanzitutto dagli interventi sotto copertura”.
Quale problematica inerente gli interessi dei cittadini italiani residente all’estero, e in particolare in Nord-Centro America, considera la più urgente e cosa proporrebbe fin dal primo giorno dell’apertura dei lavori del Parlamento?
“La passione che nutro per la politica nasce dalla necessità di risolvere i problemi della mia vita quotidiana da cittadino. Sono fermamente convinto che i problemi vadano considerati un’opportunità. Di problematiche ce ne sono molte e di tante non ne ero nemmeno a conoscenza prima di trasferirmi. Il primo problema che ho avuto è stato l’esercizio del mio diritto di voto. Il voto all’estero, per come è strutturato ora, viola i requisiti dell’ art. 48 della Costituzione che recita: “Il voto è personale ed eguale libero e segreto”. Nessuno di questi principi all’estero è rispettato perciò partirei da qui”
Sarebbe disposto, e quanto, ad andare contro le decisioni del vostro partito qualora queste andassero a sfavore dei cittadini italiani all’estero? C’è una forza politica o un leader politico al quale lei non voterebbe mai la fiducia in Parlamento anche se il partito lo chiedesse?
“Mi sono avvicinato al Movimento perché in esso ho trovato tutte le battaglie che perseguo da sempre e sono concorde con la linea condotta in questi anni. Detto questo, qualora avessi la possibilità di rappresentare gli Italiani all’estero come loro portavoce, non sarei altro che un loro dipendente. La parola fiducia, nel senso politico del termine, non è nel mio vocabolario da anni ormai. Non vedo, ad oggi, la possibilità di dare la fiducia a nessun leader appartenente ai vecchi partiti purtroppo. Se dovessi fare un nome direi Renzi, perché penso che lui incarni gran parte della mia delusione per la politica, anche se citando Andrea Scanzi, nel suo ultimo libro, Non mi hai mai fregato. Piuttosto mi sento quasi di ringraziarlo perché dalla sua “discesa in campo” ho realizzato quanto siano desuete le ideologie politiche e come siano state usate come ‘armi di distrazione di massa'”.
Il Nord e Centro America sono una zona enorme, dal Canada al Messico e oltre, come pensa realmente di conoscere e rappresentare tutte le comunità di italiani che ci vivono? Non c’è il rischio di un distacco e di una vita “romana” lontana dai problemi di chi vi ha eletto?
“Assolutamente d’accordo. L’area è vastissima e non sarebbe una missione facile da realizzare, me ne rendo conto. Io però viaggio da sempre. Non so quanti chilometri abbia fatto nella mia vita e non mi son mai fermato. Sono però convinto che serva anche una presenza a Roma e, con l’uso delle nuove tecnologie, il mondo è sempre più piccolo e connettersi con le persone è sempre più facile. Il mio lavoro, da anni, è proprio connettere le persone Italia- Stati Uniti e viceversa. Questa sarebbe un’ottima occasione per applicare le mie competenze e metterle a disposizione della comunità”.
La lingua italiana è fra le più studiate al mondo (la quarta…), eppure le cattedre nelle università del Nord America diminuiscono… Cosa farebbe di concreto per promuoverla in modo migliore nel Nord e Centro America?
“La lingua e la cultura Italiana sono elementi profondamente legati tra loro. I miei figli sono entrambi bilingue e per me è un lavoro quotidiano preservare le loro radici Italiane pur vivendo negli Stati Uniti. Sinceramente non sono un esperto sull’argomento, ma sono sicuro che l’Italia potrebbe convenzionarsi con gli Stati Esteri, a seconda della densità di Italiani residenti, ed istituire direttamente nelle scuole di questi paesi dei moduli di Lingua Italiana, anziché affidarsi ad enti terzi che ricevono fondi pubblici e che evidentemente non stanno funzionando a dovere”.
Cosa vorrebbe che l’Italia imitasse dalla democrazia degli Stati Uniti (Canada, Messico, Repubblica Dominicana…) e cosa invece vorrebbe che il vostro paese di residenza imparasse dal modo di far politica in Italia?
“Sicuramente le leggi anticorruzione e il sistema di tassazione. É triste come gli ultimi Governi stiano invece “americanizzando” l’Italia per quanto riguarda la Sanità e la (secondo me troppa) flessibilità del lavoro. Non sono contro la flessibilità in sé, che è un bel concetto, ma servirebbe prima più lavoro perché questo avesse un senso. D’altro canto, vorrei che nel paese in cui risiedo sia garantita una istruzione pubblica gratuita e di qualità, specialmente alle fasce più basse della popolazione”.
C’è un personaggio storico italiano (nella politica come nella letteratura, arti, scienza…) al quale vorrebbe ispirarsi nei valori e nelle idee per la sua carriera in Parlamento?
“Senza alcun dubbio Sandro Pertini. Motivo la mia scelta citando una sua frase che è, ed è stata sempre, mia fonte di ispirazione: ‘La corruzione è una nemica della Repubblica. E i corrotti devono essere colpiti senza nessuna attenuante, senza nessuna pietà. E dare la solidarietà, per ragioni di amicizia o di partito, significa diventare complici di questi corrotti’”.
Cosa pensa delle problematiche sulla parità di genere? Gli abusi sessuali sulle donne: un problema urgente che necessita immediati interventi anche legislativi, oppure solo uno scandalo di Hollywood? E in Italia, è giunto forse il momento di eleggere un Presidente della Repubblica donna?
“Quando mi vengono poste delle domande su alcune categorie, ho sempre molta difficoltà nel rispondere. Per come sono fatto non vedo generi, non bado al colore della pelle, io vedo solo persone. Assolutamente condanno qualsiasi tipo di abuso su chiunque, e sicuramente le donne hanno sempre subito molto più degli uomini. Io penso che tutti dovremmo essere sullo stesso livello, uomini e donne. Un presidente donna? Perché no. Anche un uomo che si occupi dei problemi delle donne sarebbe lo stesso, a parte ovviamente il significato simbolico. A mio avviso servirebbe un presidente che si interessi dei bisogni di tutti senza lasciare nessuno indietro”.