Da quanti anni e perché vive all’estero? Perché ha deciso di candidarsi e perché con questa lista?
“Vivo negli Usa dal 1968, arrivai per studiare la TV a colori. Quando mi offrirono la direzione di Television/Radio Age International, rimasi. Nel 1981 fondai la mia rivista per il settore TV professionale, VideoAge e, nel 1983, introdussi il concetto dei quotidiani fieristici per la televisione a livello internazionale. Da oltre 20 anni faccio conoscere la realtá degli italiani in Nord America sui media in Italia: stampa, TV e radio. Ora voglio fare un gradino in piú facendo questo lavoro al Parlamento. Ritengo inoltre di poter essere piú efficace dei candidati finora eletti. La lista Civica Popolare é una lista centrista creata da leader con cui mi trovo a mio agio e con cui ho lavorato in passato”.
Quale considera il problema più immediato dell’Italia e come si dovrebbe affrontare?
“Il problema principale dell’Italia é la corruzione endemica del Paese. Chiaramente la soluzione é complessa e sarebbe riduttivo trattarla in questa sede, ma intendo lavorare con impegno su qualsiasi provvedimento che si muova in questa direzione. Ci sono inoltre molti obiettivi che mi propongo di raggiungere e di cui nessun rappresentante eletto finora si é mai occupato. Se ne può prendere visione dal mio sito”.
Quale problematica inerente gli interessi dei cittadini italiani residente all’estero, e in particolare in Nord-Centro America, considera la più urgente e cosa proporrebbe fin dal primo giorno dell’apertura dei lavori del Parlamento?
“Tra le molte questioni inerenti ai cittadini residenti all’estero c’é innanzitutto l’IMU, con la quale siamo penalizzati per via della prima casa all’estero; questa frena anche l’acquisto ed il mantenimento di proprietà vecchie o abbandonate nei piccoli paesi. Bisogna poi potenziare il sistema consolare (e non tagliare i fondi com’é stato votato da alcuni candidati) e metterlo in grado di offrire servizi più veloci. Con me, anche la scuola italiana all’estero diventa una priorità. I miei figli hanno frequentato la Scuola d’Italia di New York (pochi candidati possono dire altrettanto) e sono oggi perfettamente bilingui. I francesi hanno scuole in ogni grande centro, l’Italia solo a New York City; é un’istituzione che va sostenuta e copiata. Dal mio primo giorno, inoltre, destinerò il 20% del mio stipendio da parlamentare alle associazioni italiane. I dettagli si possono leggere su: www.FAAI.club”.
Sarebbe disposto, e quanto, ad andare contro le decisioni del vostro partito qualora queste andassero a sfavore dei cittadini italiani all’estero? C’e’ una forza politica o un leader politico al quale lei non voterebbe mai la fiducia in Parlamento anche se il partito lo chiedesse?
“La nostra responsabilità è verso il cittadino italiano all’estero ed il contributo che questo apporta all’Italia. La nostra lista Civica Popolare ci chiederà di fare ciò che siamo stati eletti per fare”.
Il Nord e Centro America sono una zona enorme, dal Canada al Messico e oltre, come pensa realmente di conoscere e rappresentare tutte le comunità di italiani che ci vivono? Non c’è il rischio di un distacco e di una vita “romana” lontana dai problemi di chi vi ha eletto?
“Non per me. Negli anni ho visitato la maggior parte delle comunità italiane in Canada, USA, Messico e buona parte del Centro America. Tutto è documentato sul mio sito. Ho fatto conoscere in Italia la realtà di ogni comunità visitata tramite stampa, radio e TV”.
La lingua italiana è fra le più studiate al mondo (la quarta…), eppure le cattedre nelle università del Nord America diminuiscono… Cosa farebbe di concreto per promuoverla in modo migliore nel Nord e Centro America?
“Risolvere questo problema con un iter parlamentare richiederebbe troppo tempo. Serve una forte leadership (come quella che creó a suo tempo La Scuola d’Italia a New York City) che sensibilizzi e coinvolga i grandi industriali per investire sul futuro e l’influenza della cultura italiana all’estero”.
Cosa vorrebbe che l’Italia imitasse dalla democrazia degli Stati Uniti (Canada, Messico, Repubblica Dominicana…) e cosa invece vorrebbe che il vostro paese di residenza imparasse dal modo di far politica in Italia?
“Dagli Usa e Canada imiterei il modo in cui l’informazione viene percepita e divulgata. Dall’Italia importerei il controllo sul costo della sanità (specialmente dei medicinali) e dell’istruzione, oltre alla capillarità dei trasporti ferroviari ed urbani”.
C’è un personaggio storico italiano (nella politica come nella letteratura, arti, scienza…) al quale vorrebbe ispirarsi nei valori e nelle idee per la sua carriera in Parlamento?
“Senza scomodare la storia, ma prendendo come spunto una realtà piú attuale, vorrei contribuire come hanno fatto italiani negli Usa del calibro di Renato Pachetti di Rai Corp e piú recentemente Lucio Caputo di GEI”.
Cosa pensa delle problematiche sulla parità di genere? Gli abusi sessuali sulle donne: un problema urgente che necessita immediati interventi anche legislativi, oppure solo uno scandalo di Hollywood? E in Italia, è giunto forse il momento di eleggere un Presidente della Repubblica donna?
“Quando ho detto a mia figlia che il leader della lista Civica Popolare é il ministro Beatrice Lorenzin, ne é stata molto contenta. Lorenzin potrebbe essere un ottimo Presidente della Repubblica. Poi, non vedo perché mia figlia dovrebbe essere retribuita meno di un uomo a parità di lavoro e competenza. Quanto agli abusi sessuali, questi dovrebbero assolutamente essere puniti più severamente”.