Da quanti anni e perché vive all’estero? Perché ha deciso di candidarsi e perché con questa lista?
“Sono diventata Permanent Resident in Canada nel 2007 e ho acquisito la mia seconda cittadinanza, quella Canadese nel 2013; mi sono trasferita in Nord America per dare l’opportunità ai miei due figli Giorgio e Vincenzo di studiare in un’università nordamericana. Ho deciso di candidarmi perché credo che la politica sia la più alta forma di servizio. Sono candidata al Senato nella lista del Partito Democratico, perché è in questo partito che milito sin dal 2007. Insieme a mio marito, l’Avv. Antonio Giannetti, e a un nutrito gruppo di amici, abbiamo costituito il Circolo PD a Ottawa, che è terzo al mondo per numero di iscritti, e di cui sono Responsabile delle Relazioni Esterne. Dal maggio 2017 sono Delegata in Assemblea Nazionale del PD per l’America Settentrionale e Centrale”.
Quale considera il problema più immediato dell’Italia e come si dovrebbe affrontare?
“Sicuramente il lavoro occupa il primo posto nelle priorità legislative italiane. Con il Jobs Act, Renzi ha creato circa un milione di posti di lavoro e sulla stessa scia ha lavorato il governo Gentiloni. E’ fondamentale proseguire sulla via delle riforme”.
Quale problematica inerente gli interessi dei cittadini italiani residente all’estero e in particolare in Nord-Centro America considera la più urgente e cosa proporrebbe fin dal primo giorno dell’apertura dei lavori del Parlamento?
“Il riacquisto della cittadinanza italiana è un problema molto sentito dai nostri connazionali sia per ragioni pratiche che affettive. E’ evidente che questo punto deve rappresentare una priorità per ogni candidato, a qualunque schieramento appartenga”.
Sarebbe disposta e quanto ad andare contro le decisioni del suo partito qualora queste andassero a sfavore dei cittadini italiani all’estero? C’è una forza politica o un leader politico al quale lei non voterebbe mai la fiducia in Parlamento anche se il partito lo chiedesse?
“Nel Partito Democratico ogni decisione è il risultato di un confronto democratico e mai, una decisione è presa a sfavore dei cittadini; il mio impegno è, senz’altro, quello di votare e far approvare leggi che siano ad appannaggio dei nostri connazionali residenti all’estero. La richiesta di fiducia da parte del mio partito sarebbe sempre accompagnata da valide motivazioni che mi consentirebbero di valutare caso per caso”.
Il Nord e Centro America è una zona enorme, dal Canada al Messico e oltre, come pensa realmente di conoscere e rappresentare tutte le comunità di italiani che ci vive? Non c’è il rischio di un distacco e di una vita “romana” lontana dai problemi di chi vi ha eletto?
“E’ fondamentale la presenza sul territorio, ed è per questo motivo che, se eletta, utilizzerò parte del mio stipendio da senatrice per ottimizzare al meglio il mio lavoro, operando aperture di uffici che diventino punti di ascolto delle necessità della comunità italiana, con i quali interagirò costantemente”.
La lingua italiana è fra le più studiate al mondo (la quarta…). Eppure le cattedre nelle università del Nord America diminuiscono… Cosa farebbe di concreto per promuoverla in modo migliore nel Nord e Centro America?
“Promuovere la cultura italiana in tutte le sue forme rientra tra le priorità del mio programma, attraverso il reperimento di finanziamenti da parte dello Stato Italiano; gli Istituti di cultura italiana vanno potenziati, insieme alle Scuole Italiane del sabato e alle sedi della Dante Alighieri. In una parola, diffondere la cultura italiana, creando una rete di scambi culturali, nella stessa direzione in cui si muove il Ministro Franceschini”.
Cosa vorrebbe che l’Italia imitasse dalla democrazia degli Stati Uniti (Canada, Messico, Repubblica Dominicana…) e cosa invece vorrebbe che il suo paese di residenza imparasse dal modo di far politica in Italia?
“Nel primo caso, certamente una riduzione del numero dei partiti e dei parlamentari, così come proposto con il Referendum del 4 dicembre 2016: credo che l’Italia abbia perso una grossa opportunità, bocciando il referendum. Dall’Italia, invece, si dovrebbe imparare il valore del diritto di voto e un maggiore interesse nei confronti della politica”.
C’è un personaggio storico italiano (nella politica come della letteratura, arti, scienza…) al quale vorrebbe ispirarsi nei valori e nelle idee per la sua carriera in Parlamento?
“Rita Levi Montalcini per le sue doti intellettive e umane ha sempre ispirato la mia azione sociale”.
Cosa pensa delle problematiche sulla parità di genere? Gli abusi sessuali sulle donne: un problema urgente che necessita immediati interventi anche legislativi, oppure solo uno scandalo di Hollywood? E in Italia, è giunto forse il momento di eleggere un Presidente della Repubblica donna?
“Gli abusi sessuali necessitano di interventi legislativi mirati. Per quanto riguarda la parità di genere, c’è ancora molta strada da fare. Le cosiddette “quote rosa” sono solo un passo avanti, ma c’è ancora molta resistenza nell’accettare che una donna rivesta ruoli chiave nella politica”.