Pasquale Nesticò è nato a Isca sullo Ionio in provincia di Catanzaro, secondo dei 4 figli di Aurelio e Concetta. Ha fatto il muratore dai 13 ai 17 anni. Si è diplomato all’Istituto Tecnico Industriale di Catanzaro di perito elettrotecnico. Poi l’emigrazione verso gli Stati Uniti dove ha conseguito due lauree, in Ingegneria Elettrica prima e Medicina dopo. Sposato con Anna, ha avuto 3 figli.
Volontario per 40 anni nell’associazionismo, fondatore e Presidente Emerito di Filitalia International. Si candida con il PD al Senato per “ridare alla politica la dignità di servire” e per dare maggiore attenzione verso gli italiani che vivono all’estero e non solo. Tra gli obiettivi di programma l’apertura di sportelli pagati a sue spese in alcune città della nostra circoscrizione elettorale come punto di riferimento per i cittadini. Devolvere all’associazionismo lo stipendio da Senatore per aiutare giovani, poveri, bisognosi.
Creare un gruppo Parlamentare degli eletti all’estero per impegnarsi su una legge che consenta il riacquisto della cittadinanza italiana, aumentare fondi stanziati alla rete consolare, alla promozione della lingua e cultura italiana nel mondo, giornali, radio e programmi televisivi all’estero; scambi accademici e commerciali con la nostra circoscrizione; supporto alla piena realizzazione della parità di genere uomo-donna.
Qual è secondo voi il problema più urgente dell’Italia e cosa proporreste per risolverlo?
“Opportunità per i giovani per entrare più facilmente nel mondo del lavoro. Aiuto alle imprese, alle famiglie, riforma della scuola e investimento sull’energie rinnovabili. Insomma, dobbiamo essere più dinamici e green”.
Il governo Draghi è stato un grande alleato degli Usa. Che posizione dovrà tener l’Italia nella prossima legislatura rispetto a Washington e nei confronti della guerra in Ucraina?
“Le guerre non dovrebbero mai esistere. L’America è un grande alleato dell’Italia e lo testimonia anche la nostra presenza qui. Io parlerei di Pace e non di guerra, questo serve al mondo, per una stabilità economica-sociale”.
Le regole e le modalità del voto per gli italiani all’estero vi soddisfano o il sistema dovrebbe essere cambiato ? E come?
“Il voto con preferenze è il migliore che una democrazia possa esprimere. Alcune cose vanno cambiate, per esempio sulla modalità di voto, invio dei plichi e restituzione. Al giorno d’oggi possiamo affidarci anche alla tecnologia, ma a monte serve un lavoro quasi certosino, poiché tanti italiani non aggiornano le loro schede AIRE. Bene a questo possiamo rimediare con accordi tra l’Italia e il paese di residenza, in maniera che automaticamente al momento del cambio arrivi una comunicazione anche al Consolato. Creare sportelli dove gli anziani possano essere aiutati per esprimere il proprio diritto di voto”.
Pensate che l’istituzione del Com.It.Es (Comitato degli italiani all’estero) abbia bisogno di essere riformato per servire i cittadini in maniera efficiente?
“L’ho inserito anche nel mio programma politico da presentare agli elettori. Serve una riforma così come nel CGIE affinché siano più efficaci nella loro azione. Sono degli organismi rappresentativi e dovrebbero essere un collante con il Parlamento e la Nazione”.
Quali sono le vostre difficoltà in questa campagna elettorale?
“Sicuramente il tempo. Non abbiamo potuto raggiungere tutte le comunità, organizzare incontri con gli elettori affinché ti consiglino e ti aggiornino sui problemi e preoccupazioni. Siamo fortunati perché con tanti italiani abbiamo un collegamento costante, non solo quando si tratta di elezioni. Il distaccamento dall’elettorato non solo ha portato a non raggiungere determinati obiettivi, ma ha anche contribuito all’astensionismo”.
Oltre a La Voce di New York, ci sono state altre realtà istituzionali o private che hanno creato occasioni per farvi conoscere dai cittadini iscritti all’Aire che fra pochi giorni dovranno votare votare per voi?
“Fino a questo momento nessuna. Non ho ricevuto nessun invito a partecipare a tribune politiche. Per questo motivo vi ringrazio oltre che per l’opportunità data, per il servizio che prestate. Gli italiani nel mondo hanno bisogno di essere informati su tutto e per questo il contributo ai media che operano all’estero è fondamentale”.
Pasquale Nesticò è nato a Isca sullo Ionio in provincia di Catanzaro, secondo dei 4 figli di Aurelio e Concetta. Ha fatto il muratore dai 13 ai 17 anni. Si è diplomato all’Istituto Tecnico Industriale di Catanzaro di perito elettrotecnico. Poi l’emigrazione verso gli Stati Uniti dove ha conseguito due lauree, in Ingegneria Elettrica prima e Medicina dopo. Sposato con Anna, ha avuto 3 figli. Volontario per 40 anni nell’associazionismo, fondatore e Presidente Emerito di Filitalia International. Si candida con il PD al Senato per “ridare alla politica la dignità di servire” e per dare maggiore attenzione verso gli italiani che vivono all’estero e non solo. Tra gli obiettivi di programma l’apertura di sportelli pagati a sue spese in alcune città della nostra circoscrizione elettorale come punto di riferimento per i cittadini. Devolvere all’associazionismo lo stipendio da Senatore per aiutare giovani, poveri, bisognosi. Creare un gruppo Parlamentare degli eletti all’estero per impegnarsi su una legge che consenta il riacquisto della cittadinanza italiana, aumentare fondi stanziati alla rete consolare, alla promozione della lingua e cultura italiana nel mondo, giornali, radio e programmi televisivi all’estero; scambi accademici e commerciali con la nostra circoscrizione; supporto alla piena realizzazione della parità di genere uomo-donna.