Nato e cresciuto a Roma, vent’anni fa Andrea di Giuseppe si è trasferito in Florida, portando negli Stati Uniti l’esperienza familiare nella produzione e distribuzione di vetro e pavimenti e rivestimenti di alta qualità.
Oltreoceano ha dato vita al Gruppo Trend, un’azienda presente in tutto il mondo con oltre 2700 dipendenti diretti, che coniuga la tradizione artistica italiana e il rispetto per le risorse della terra; un matrimonio fra i nobili e prestigiosi materiali della fornace Orsoni Venezia 1888 e le tecnologie innovative dello stabilimento di produzione del Gruppo a Sebring (Florida).
Lo scorso dicembre è stato il più votato alle elezioni per il Com.It.Es. circoscrizione South East, che rappresenta 50.000 italiani: eletto con la Lista Civica Tricolore Miami è stato scelto come presidente. A giugno è stato eletto Coordinatore Intercomites USA.
Qual è secondo lei il problema più urgente dell’Italia e cosa proporreste per risolverlo?
“Attualmente, il problema principale degli italiani sono i costi energetici. Imprese e famiglie rischiano di rimanere in ginocchio a causa dell’aumento dei prezzi, a causa del quale molte aziende hanno ricevuto bollette triplicate rispetto al passato. Il Governo dovrebbe innanzitutto pensare a degli ammortizzatori sociali e a fondi per l’emergenza bollette. Poi, c’è la questione delle energie alternative, alle quali l’Italia ha preferito quelle fossili, e dello stoccaggio delle riserve energetiche”.
Il governo Draghi è stato un grande alleato degli Usa. Che posizione dovrà tener l’Italia nella prossima legislatura rispetto a Washington e nei confronti della guerra in Ucraina?
“L’Italia deve rimanere nel solco di quanto fatto in passato, rispettando la storica alleanza con gli Stati Uniti. Per quanto riguarda l’Ucraina in particolare, il Governo non deve fare passi indietro rispetto alle risoluzioni adottate ma discutere con l’Europa e portare avanti una strategia comune che punti sulla diplomazia per una risoluzione del conflitto in tempi rapidi”.
Le regole e le modalità del voto per gli italiani all’estero vi soddisfano o il sistema dovrebbe essere cambiato? E come?
“La nostra comunità è furiosa, come dimostrano le proteste per il ritardo nell’arrivo dei plichi elettorali. Bisogna riformare il sistema per garantire a tutti di votare. Passare al voto elettronico potrebbe essere una soluzione”.
Pensate che l’istituzione del Com.It.Es (Comitato degli italiani all’estero) abbia bisogno di essere riformato per servire i cittadini in maniera efficiente?
“Assolutamente sì. I Com.It.Es. dovrebbero innanzitutto essere riformati in fase di voto, dando la possibilità di eleggerli a tutti gli iscritti all’AIRE. Poi, bisognerebbe dargli maggiori poteri decisionali e chiarire la questione del diritto di veto che esiste ma non è risolutivo. Un controsenso”.
Quali sono le vostre difficoltà in questa campagna elettorale? Oltre a La Voce di New York, ci sono state altre realtà istituzionali o private che hanno creato occasioni per farvi conoscere dai cittadini iscritti all’Aire che fra pochi giorni dovranno votare per voi?
“A causa della par condicio, le occasioni sono state limitate e quelle in patria davvero poche. Posso fare l’esempio di AIRE SOS, ma tutto quello che ho organizzato è stato grazie al mio staff e al mio ufficio di comunicazione. Bisognerebbe dare più spazi ai candidati per poter raccontare i loro programmi e vi ringrazio per l’opportunità data”.