“La mia partecipazione alle elezioni politiche del 25 settembre finisce qui, cioè non inizia”.
Inizia così un lungo post pubblicato dall’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti, fino a poche ore fa parte e membro di spicco del Terzo Polo.
“Non sarò candidato, non ci sono stati spazi seri nel progetto del Terzo Polo per candidature non direttamente collegate ad Azione e Italia Viva. La scelta “conservativa” e poco coraggiosa è stata quella di “salvare l’attuale dirigenza” senza aprirsi a rappresentanti dei territori e di persone che potessero far crescere questo nuovo soggetto”.
Non c’è stato posto per Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano, e così non c’è stato nemmeno posto per Pizzarotti.
“Qualcuno pensa che io abbia sbagliato ad aprire con generosità e senza garanzie preliminari al Terzo Polo. Io ho compiuto una scelta parlando con i suoi promotori, dai quali ho ricevuto un caloroso benvenuto. Oltre la parola e una stretta di mano, non mi sembrava servissero altre rassicurazioni. Avevano specificato che una parte delle candidature sarebbe stata aperta, un 10% avevano riportato i giornali, l’effetto reale è stato avere solo due proposte”.
“Non avevo chiesto e non mi aspettavo – continua – una candidatura blindata (da sindaco ho sempre faticato per guadagnarmi le cose), ma solo di essere messo nelle condizioni di poter gareggiare seriamente e di poter concretizzare una rappresentanza adeguata della lista civica nazionale. Non sono stati in grado di fare proposte serie e ieri sera ho dovuto a malincuore ritirare la mia candidatura”.
“In dieci anni da amministratore locale libero ho imparato che il buon governo si regge anzitutto sulla capacità di fare bene quel che si può e si deve, non affannarsi a fare male l’impossibile solo per compiacere il populismo. Ma un ottimo programma si deve accompagnare con un allargamento sociale e politico nelle liste, mentre nel Terzo Polo hanno scelto (legittimamente o meno, non spetta a me giudicare) di limitarsi alle classi dirigenti di Azione e Italia Viva”.
Per Pizzarotti ora ricomincia il lavoro dedicato al soggetto politico che lanciato qualche settimana fa, una “lista civica nazionale” che convogli le migliori energie che emergono dai territori, dalle amministrazioni locali e dall’associazionismo, in un progetto che rinnovi la politica e la renda accessibile a chi la vive dal basso.
“È un obiettivo – conclude – che dopo l’esperienza romana che mi sono fatto in questo ultimo mese mi pare quanto mai necessario e utile, per dare alla politica nazionale quei valori e quel buon senso che a volte mi sembra aver smarrito. Un progetto di uomini liberi, come mi sento io oggi”.