La voce di Giorgia Meloni è arrivata fino negli Stati Uniti per condurre la campagna elettorale che, dicono i sondaggi, potrebbe portarla a Palazzo Chigi. Intervistata da Fox News nel programma “Mornings with Maria” la leader di Fratelli d’Italia è partita subito forte, raccontando ai cittadini americani la prospettiva di poter diventare “la prima donna a guidare il governo nella storia d’Italia. Sarebbe per me un grande onore”.
“Noi siamo sicuri della posizione che l’Italia deve mantenere per difendere il proprio interesse nazionale – ha continuato – Fdi anche dall’opposizione ha aiutato il governo Draghi a fare quello che doveva fare, a partire dal sostegno all’Ucraina. Quel conflitto è la punta dell’iceberg di un processo che punta ad una revisione dell’ordine mondiale. Se l’Occidente perde, a vincere sono la Russia di Putin e la Cina di Xi e in Occidente gli europei sono quelli che pagheranno le conseguenze peggiori”. Un modo per rassicurare gli alleati spaventati dalla possibile salita al potere di una destra che in passato ha strizzato l’occhio a Est.
“La cosa più utile da fare è tagliare il gas russo, ma il problema è che dobbiamo parlare delle alternative, tra cui diversificare le risorse e recuperare una produzione autonoma che è stata bloccata dall’ideologia ambientalista”. Una frase che sicuramente avrà riscosso il plauso degli spettatori di Fox News, rete di destra per eccellenza degli Stati Uniti.
La Meloni è poi uscita dalla politica estera per parlare di presidenzialismo. “Serve una riforma seria per le nostre istituzioni: continuiamo a essere convinti di un cambiamento in senso presidenziale”. Un cenno anche all’economia, evidenziato il “disperato bisogno di mettere le persone in condizione di lavorare, di produrre ricchezza, e mettere le aziende in condizione di non essere continuamente massacrate e tartassate dallo Stato”
Sull’immigrazione ha sfoderato i cavalli di battaglia, parlando di “trattare insieme alla Libia la possibilità che si fermino i barconi in partenza, con l’apertura in Africa di hotspot, la valutazione di chi ha diritto a essere rifugiato e chi invece è immigrato irregolare”.