Calato il sipario sulle cerimonie per il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, superato lo shock per il perdono presidenziale concesso a quanti presero parte all’assalto al Congresso il 6 gennaio 2021, sono riprese al Senato le audizioni nelle Commissioni per la nomina dei ministri che entreranno a far parte del gabinetto di Donald Trump.
Il bombardamento di “editti” presidenziali con cui Trump, appena rientrato nell’Ufficio Ovale, ha cancellato in poche ore decenni di lotte per l’uguaglianza sociale, l’accettazione, il rispetto per le differenze, ha lasciato increduli quanti non condividono la visione estremista del nuovo capo della Casa Bianca.
Al Senato, i democratici, incapaci di arginare l’offensiva del presidente, per ora rallentano il lavoro dei repubblicani ponendo ostacoli procedurali alle nomine dei nuovi ministri.
La guerra è iniziata in aula martedì, con i democratici che hanno bloccato il voto rapido per la nomina di John Ratcliffe come direttore della CIA, per il quale la Casa Bianca si aspettava una conferma bipartisan immediata. Nei prossimi giorni verranno esaminati dalle commissioni candidati ancora più controversi. Per ora è stato approvato solo Marco Rubio, che sarà il prossimo segretario di Stato. Per tutti gli altri, l’ordine del leader della minoranza democratica Chuck Schumer è quello di rallentare.
“Non approveremo i candidati che riteniamo non qualificati. Nello stesso tempo, non ci opporremo ai candidati che hanno tutte le carte in regola per essere nominati. Rubio – ha detto Schumer – rientra in quest’ultima categoria. Per gli altri, vedremo.”

La conferma dei candidati scelti da Trump non è in discussione. I repubblicani hanno i voti per approvare chiunque, purché restino uniti, ma per farlo senza perdere giorni di tempo hanno bisogno dell’aiuto dei democratici. Qualsiasi senatore può opporsi a un accordo che acceleri il voto di conferma. I repubblicani hanno già minacciato di tenere le votazioni nel fine settimana. Il leader della maggioranza repubblicana, John Thune, lo ha detto ieri sera, dopo che il senatore democratico Chris Murphy ha imposto due giorni di attesa “per analizzare la nomina” prima del voto per Ratcliffe.
Dopo la nomina del direttore della CIA ci sarà il voto per Pete Hegseth alla Difesa, che quasi sicuramente si terrà venerdì. I repubblicani sono fiduciosi della sua conferma, anche se alcuni tra i ranghi del GOP non hanno ancora detto se lo sosterranno, dopo che sono emerse nuove accuse di violenze.
L’ex cognata di Pete Hegseth, Danielle Hegseth (i due fratelli Hegseth hanno sposato due sorelle), ha inviato una dichiarazione giurata, di cui il Wall Street Journal ha ottenuto una copia, in cui descrive i problemi con l’alcol, la rabbia aggressiva, il temperamento violento e le battute razziste dell’uomo a cui Trump vuole affidare la gestione del Pentagono. Danielle Hegseth lo accusa di maltrattamenti e abusi ai danni di sua sorella, Samantha Hegseth.
Le nuove accuse arrivano dopo che Hegseth, durante l’audizione al Senato, si è difeso, ottenendo il sostegno di tutti e 14 i senatori repubblicani della commissione, affermando di essere vittima di un complotto dei media di sinistra. Secondo lui, queste accuse sarebbero orchestrate per screditarlo, diffondendo notizie sulle denunce di aggressione sessuale e testimonianze dei suoi ex colleghi riguardo ai suoi problemi con l’alcol.
“Era talmente ubriaco – scrive il Wall Street Journal – che dormiva nelle case, nei bar, negli uffici dove aveva bevuto.”
Non è la prima volta che queste accuse vengono fatte, e non dai giornali “liberal”, ma dai suoi familiari. Nei mesi scorsi è stata pubblicata una email che gli scrisse la madre nel 2018, accusandolo di aver abusato per anni delle donne e di “usarle per il suo potere e il suo ego”. La donna ha poi rilasciato interviste in cui condannava la diffusione di quella lettera, sostenendo che ora il figlio – che nel frattempo si è sposato per la terza volta con una collega che aveva messo incinta mentre era ancora sposato e si è avvicinato all’estrema destra cristiana – è diventato un’altra persona.
Ora l’ex volto di Fox News ha già ottenuto il via libera della commissione Difesa ed è in attesa del voto di ratifica dell’intero Senato.
Anche la nomina di Russell Vought, scelto da Trump come direttore del bilancio della Casa Bianca, viene messa in discussione, così come quella di Kristi Noem a segretario per la Homeland Security, nonostante abbia ottenuto un certo sostegno democratico in commissione.
La nomina di Robert F. Kennedy Jr. a segretario dell’HHS, il dipartimento della Salute, e di Tulsi Gabbard a direttore della National Intelligence sono ancora in attesa di comparire davanti alle rispettive commissioni, ma si prevede che ci sarà una forte opposizione dei democratici.
Thune ha ammesso che i voti di conferma delle scelte di Trump non saranno immediati, ma si è detto fiducioso che alla fine il partito approverà i candidati chiamati dal presidente a formare il suo gabinetto.