Per Donald Trump l’espulsione degli immigrati illegali è al primo posto dell’agenda presidenziale. Lo ha ripetuto giorni fa a Kristen Welker, giornalista della NBC News, nel programma di approfondimento politico “Meet The Press”.
Dopo che ha conquistato la Casa Bianca Trump è confrontato dalle sue promesse elettorali, e questa dell’espulsione di quanti si trovano negli Stati Uniti senza documenti è sicuramente la più impegnativa perché nessuno sa con esattezza quanti siano gli illegali, né si conosce l’impatto che questa decisione potrebbe causare all’economia americana. Inoltre mettere davvero in atto questa proposta creerebbe problemi logistici su dove distribuire milioni di persone in attesa del loro rimpatrio, considerando che ci sono nazioni, come Haiti, Venezuela, Cuba e Cina, che già hanno detto di non volersi riprendere quanti hanno lasciato il Paese in modo clandestino.
“Bisogna cambiare – ha detto Trump. – Bisogna farlo. È molto duro da realizzare, ma si debbono applicare le regole. [Queste persone] sono entrate illegalmente, quindi bisogna prima cacciare i criminali, poi gli altri e vedremo come andrà”. Alla domanda su chi siano “gli altri”, Trump ha risposto: “Gli altri sono altre persone entrate illegalmente oltre ai criminali”.
Parlando delle circa 4 milioni di famiglie presenti in America con uno status di immigrazione misto, ossia con genitori senza documenti e figli legalmente registrati nel Paese, il presidente eletto ha risposto: “Non voglio dividere le famiglie. Quindi l’unico modo per non farlo è tenerli insieme e mandarli tutti via”. In pratica, quindi, verrebbero deportati anche i cittadini americani. A questo proposito, ha aggiunto che vuole cambiare il modo in cui viene applicato il riconoscimento della cittadinanza americana. “Dobbiamo abolirla per chi nasce negli Stati Uniti. Siamo l’unico Paese che applica questa norma”.

Lo ius soli, la cittadinanza per nascita, è sancito dal 14° Emendamento della Costituzione. Ciò include i figli degli immigrati clandestini, dei turisti e degli studenti negli Stati Uniti con visti di breve durata.
Trump e il suo assistente Steve Miller sostengono che la cittadinanza per diritto di nascita incentivi le persone a entrare illegalmente nel Paese o a dedicarsi al “turismo della nascita”, in cui donne incinte vengono apposta negli Stati Uniti per partorire in modo che i loro figli possano ottenere la cittadinanza americana prima di rientrare in patria.
Trump ha detto che lo ius soli è “assurdo”, sostenendo che solo gli Stati Uniti riconoscerebbero la cittadinanza per diritto di nascita: “Dobbiamo mettervi fine”. Tuttavia, ricorda l’emittente NBC, sono oltre 30 i Paesi in tutto il mondo che riconoscono la cittadinanza per diritto di nascita, tra cui Canada, Messico e Brasile.
Trump si è invece detto pronto a “lavorare con in democratici” per quanto riguarda i Dreamer, ossia quanti sono arrivati negli Stati Uniti circa 20 o più anni fa da bambini e sono ora coperti dal programma Deferred Action for Childhood Arrivals, che ha permesso loro di rimanere e lavorare legalmente: “Queste sono persone che sono state portate qui da piccoli e molte sono persone di mezza età ora, non parlano nemmeno la lingua del loro Paese. Lavorerò con i Democratici su un piano”.
President-elect Donald Trump tells Kristen Welker, “we have to end” birthright citizenship in the U.S.
KRISTEN WELKER:
You promised to end birthright citizenship on day one.PRES.-ELECT DONALD TRUMP:
Correct.KRISTEN WELKER:
Is that still your plan?PRES.-ELECT DONALD TRUMP:… pic.twitter.com/j1m07eFAn2
— Meet the Press (@MeetThePress) December 8, 2024
Il 14° Emendamento della Costituzione, ratificato nel 1868, garantisce la cittadinanza per diritto di nascita per annullare la decisione della Corte Suprema nel caso Dred Scott contro Sandford, che negava la cittadinanza agli afroamericani. L’Emendamento aveva lo scopo di concedere la cittadinanza agli ex schiavi dopo la guerra civile. “Tutte le persone nate o naturalizzate negli Stati Uniti e soggette alla giurisdizione degli stessi sono cittadine degli Stati Uniti e dello Stato in cui risiedono”, afferma la normativa.
Kristen Welker ha chiesto a Trump come avrebbe cercato di modificare il 14° Emendamento. Trump ha dichiarato che sta pianificando di cambiare questa pratica usando un’azione esecutiva. Ma sia i leader politici che gli esperti di diritto costituzionale hanno respinto questa affermazione, con l’ex speaker della Camera, il repubblicano Paul Ryan, che ha detto che il presidente non può emettere un ordine esecutivo in contrasto con la Costituzione. “Il 14° Emendamento è abbastanza chiaro e ciò implicherebbe un processo costituzionale molto, molto lungo”.
Cambiare la Costituzione richiede il sostegno di una maggioranza di due terzi in entrambe le camere del Congresso. Inoltre, un emendamento deve anche essere ratificato da tre quarti di tutte le legislature statali. I repubblicani ora al Congresso hanno una maggioranza di 53 a 47 al Senato e di 220 a 215 alla Camera, il che significa che il GOP non ha un vantaggio di due terzi in nessuna delle due camere.