Donald Trump è nato a New York il 14 giugno del 1946. La sua famiglia abitava a Jamaica Estates, nel Queens.
Quarto figlio di una coppia dalle origini tedesche e irlandesi, trascorre una tranquilla infanzia nella casa della famiglia e inizia il percorso formativo presso la Kew-Forest School. Abbandona però l’istituto a tredici anni per iscriversi alla New York Military Academy, una scuola che ricalca l’addestramento militare con uniformi, disciplina e regole ispirate alle forze armate.
Ottenuto il diploma di high school, Trump inizia a frequentare la Fordham University del Bronx nel 1964. Successivamente si trasferisce alla Wharton School of Finance and Commerce dell’Università della Pennsylvania, riuscendo così a rinviare la chiamata alle armi per la guerra del Vietnam. È proprio durante gli anni universitari, inoltre, che Trump comincia a entrare nell’azienda di famiglia, la Elizabeth Trump & Son, muovendo così i suoi primi passi nel mondo del lavoro. All’inizio, la società era concentrata su alloggi a basso reddito, ma lui ha poi ampliato l’attività con progetti di lusso, come la Trump Tower e altri edifici “high trend” prendendone poi il controllo. Ma le sue attività imprenditoriali non sono state prive di errori e fallimenti. Con i casinò di Atlantic City ha avuto quattro provvedimenti fallimentari per bancarotta, un fatto che ha condizionato i suoi rapporti con le banche. Negli anni ‘80 e ‘90, Trump era già noto nel settore immobiliare, ma divenne un volto noto grazie a varie apparizioni in film e serie tv. La sua popolarità esplose definitivamente da conduttore del reality show The Apprentice dal 2004 al 2015, in cui la sua frase distintiva, “You’re fired!”, gli diede quell’immagine di un capo risoluto. Trump è stato sposato tre volte: con Ivana Zelnickova, da cui ha avuto Donald Jr., Ivanka ed Eric; Marla Marples, da cui ha avuto Tiffany; e Melania Knavs, da cui ha avuto Barron.
Inizialmente Trump era un democratico centrista, ma dopo essersi candidato nel partito repubblicano alla presidenza nel 2016 si è spostato su posizioni sempre più conservatrici ed è diventato il primo presidente degli Stati Uniti a non avere mai ricoperto incarichi politici o prestato servizio militare prima di entrare alla Casa Bianca. Questo gli ha permesso di attrarre molti elettori in cerca di un outsider che rompesse con il sistema tradizionale. Durante la sua presidenza, ha promosso politiche di deregulation, riforma fiscale, restrizioni all’immigrazione e ha ritirato gli USA da vari accordi internazionali. Ha nominato alla Corte Suprema tre magistrati conservatori, spostandosi sempre di più su posizioni estreme in merito all’immigrazione e ai cambiamenti climatici; in politica estera ha seguito un approccio di relativo protezionismo e isolazionismo.
Alle elezioni del 2020 venne sconfitto da Joe Biden, ma ha rifiutato di riconoscere il risultato, denunciando presunti brogli elettorali peraltro mai provati, nonostante le numerose estenuanti inchieste sulla vicenda.
Il 6 gennaio 2021 un gruppo di suoi sostenitori prese d’assalto il Congresso, dopo che erano stati da lui incitati in un comizio mentre i parlamentari, in seduta congiunta votavano per convalidare la vittoria elettorale di Biden. Un tentativo insurrezionale per il quale è stato indagato da un procuratore speciale nominato dal Dipartimento della Giustizia. Inoltre è anche accusato di aver portato via e nascosto nella sua residenza a Mar A Lago in Florida, dopo aver lasciato la Casa Bianca, decine di documenti top secret. E per questo è al centro di tre procedimenti giudiziari federali. Poi ce ne è uno uno statale in Georgia per aver fatto pressioni sui funzionari statali locali per cercare di ribaltare il risultato elettorale nel 2020. A New York ha subito anche altri processi tra i quali uno per aver pagato una pornostar perché non rivelasse la loro relazione, e a maggio 2024 è stato condannato per 34 capi di imputazione. Il giudice ha sospeso di pronunciare la sentenza per non interferire con le elezioni. L’ex presidente respinge le accuse e afferma che tutte le sue vicende legali sono una manovra dei democratici e dell’amministrazione Biden che usa il Dipartimento della Giustizia come arma politica contro di lui.
La condanna non gli ha impedito di candidarsi nuovamente per le elezioni presidenziali. Lo scorso 13 luglio, durante la campagna elettorale, è stato vittima di un attentato che lo ha lievemente ferito.