Sempre più frenetiche e bizzarre queste elezioni. A 21 giorni dal voto in cui l’America dovrà decidere se rimandare Donald Trump alla Casa Bianca o voltare pagina ed eleggere la vicepresidente Kamala Harris, i comizi si moltiplicano in un crescendo di accuse e convulso can-can oratorio. Poi i sondaggi, con le loro martellanti e altalenanti incertezze, alimentano questa suspence elettorale.
Ieri entrambi i candidati erano in Pennsylvania. La candidata democratica a Erie, una delle città della “Rust Belt”, quell’America delle fabbriche abbandonate e arrugginite che ha alimentato il risentimento contro la politica istituzionale, ma che negli ultimi anni, e Biden di questo se ne vanta, è risorta. I vecchi opifici deserti hanno fatto posto ai grattacieli dell’high-tech. Una rinascita della quale il presidente è fierissimo.
Anche Trump ha parlato della “Rust Belt con le sue fabbriche abbandonate in un’intervista sul palco dell’Economic Club di Chicago. L’ex presidente, dialogando con John Micklethwait, caporedattore di Bloomberg, ha detto che le aziende americane emigrate all’estero sarebbero tornate negli Stati Uniti grazie alla sua politica sulle tariffe per i prodotti importati, riducendo ulteriormente le tasse per chi produrrà i manufatti negli USA. L’intervistatore gli ha fatto notare che una recente analisi indipendente ha stabilito che le sue proposte economiche avrebbero aggiunto un trilione, un milione di miliardi, di dollari al già enorme debito nazionale. Trump ha insistito affermando che la crescita economica avrebbe coperto la differenza. È stato confutato da Micklethwait che per due volte gli ha chiesto, senza ricevere risposta, di spiegare come intenderà di finanziare le sue proposte combinandole con i tagli fiscali se dovesse tornare alla Casa Bianca. Nei quattro anni di amministrazione Trump il debito pubblico americano è cresciuto di 7.8 trilioni, pari a 23.500 dollari per ogni americano.
Subito dopo l’ex presidente è partito per la Georgia dove in serata terrà un altro comizio. In questo Stato da oggi è possibile votare anticipatamente. Domani sarà il North Carolina per lo stesso motivo.
Ieri sera nel suo “Town Hall” in un sobborgo di Philadelphia, moderato dalla governatrice del South Dakota, Kristi Noem, l’ex presidente è stato protagonista di un bizzarro episodio. Dopo che il dibattito era stato interrotto poiché una persona tra il pubblico si era sentita male, una volta finita l’emergenza, Trump ha chiesto al suo staff di mettere la playlist della campagna e si è messo a ballare e cantare sul palco. Un comportamento strampalato commentato dalla sua rivale democratica con un post su X “Spero che stia bene”, ha scritto Kamala Harris.
Hope he’s okay. https://t.co/WGhGteFpjm
— Kamala Harris (@KamalaHarris) October 15, 2024
Molti analisti politici insistono che la presidenza venga decisa dalla Pennsylvania, ritenuta come la “chiave di volta” per aprire le porte della Casa Bianca. Uno Stato talmente importante che oggi sia il presidente Joe Biden che la First Lady Jill torneranno a visitare.
Questa sera Kamala Harris è in Michigan, a Detroit, a caccia di quel voto che gli uomini afroamericani sono restii a darle, secondo i sondaggi. Verrà intervistata da “Charlemagne tha God”, un comico e giornalista nero che ospita il programma radiofonico “Breakfast Club” distribuito in 90 stazioni radio per il Paese. La audience è perlopiù afroamericana.
Con i seggi già aperti in numerosi Stati si ritiene che almeno la metà degli elettori voteranno in anticipo sia per posta o di persona.
Secondo una indagine condotta dalla NBC News il 52% esprime questa intenzione. Ad oggi il 5% degli interpellati afferma di aver già votato, il 3% per posta il 2% di persona. Ed un altro 47% afferma che voterà in anticipo nei prossimi giorni.
Il voto in anticipo è una scelta preferita dall’elettorato democratico, tradizionalmente più anziano o più occupato. Ma è anche il voto delle dispute, perché le schede inviate per posta, o i voti di persona depositati prima dell’apertura dei seggi, sono gli ultimi ad essere conteggiati. Un fatto questo che nelle passate elezioni fece scatenare la furia della sconfitta all’ex presidente dopo che inizialmente le proiezioni mostravano che era in vantaggio. Kamala Harris ha un enorme vantaggio su questa fascia elettorale: il 57% per lei contro il 40% per Trump.
Singolare oggi che la candidata del Partito dei Verdi, Jill Stein, abbia ricevuto l’appoggio politico dell’ex leader del Ku Klux Klan David Duke, appoggio che campagna della candidata dei Verdi afferma di aver respinto “per non voler avere nulla a che fare con l’ex membro del Partito nazista americano”.
Duke, un suprematista bianco orgogliosamente antisemita, ha sostenuto Trump nel 2016 e nel 2020, ma nel suo programma radiofonico di ieri ha criticato la “sottomissione a Israele e alla lobby ebraica” da parte di Trump e ha affermato che solo Stein si opporrà a Israele e al suo “genocidio” contro i palestinesi.
A proposito di nazisti, Newsweek pubblica un post con una imbarcazione su cui sventola una svastica e una bandiera di Donald Trump che ha preso parte alla parata sull’acqua che domenica si è tenuta a Jupiter, in Florida. Un’altra barca però ha sparato contro l’imbarcazione un potente getto d’acqua per allontanarla. Per i sostenitori di Kamala Harris è un’altra dimostrazione di chi sono veramente gli elettori dell’ex presidente. Per i sostenitori di Trump si sarebbe trattato di “infiltrati” Antifa, gli estremisti di sinistra, in una parata in sostegno dell’ex presidente. Stesse affermazioni che furono fatte quando il 6 gennaio 2021 i trumpiani presero d’assalto il Congresso.