Due libri, in questo finale della campagna elettorale, prendono di mira Donald Trump e se le imbarazzanti rivelazioni dovessero essere provate potrebbero essere la vera “sorpresa di ottobre”.
Il primo, dal titolo War, scritto dal giornalista Bob Woodward, che è stato dato in anticipo al New York Times, al Washington Post e a CNN, rivela non solo che, all’inizio della pandemia di Covid-19 nel 2020, Trump aveva inviato in segreto a Vladimir Putin quelli che all’epoca erano rari test per il virus, ma che fece sette telefonate con il leader russo dopo che aveva lasciato la Casa Bianca. In seguito a queste conversazioni, l’ex presidente avrebbe pressato i parlamentari repubblicani al Congresso per bloccare gli aiuti militari che Joe Biden voleva mandare all’Ucraina. Woodward aggiunge anche delle rivelazioni sull’attuale presidente, peraltro molto schiette, in merito alle burrascose relazioni che ha con Putin e con Benjamin Netanyahu.
Il secondo libro è dell’ex 007 britannico Christopher Steele, che accusa Trump di aver portato con sé a Mar-a-Lago “segreti navali britannici” e accusa l’ex premier britannica Theresa May di essere stata messa a conoscenza dall’MI-6 della circostanza, ma di averla volutamente ignorare per non creare attriti con la Casa Bianca.
Ricostruendo le dinamiche, secondo Woodward, all’inizio della pandemia, Vladimir Putin, che, come Trump, è germofobico, era molto preoccupato di essere contagiato e chiedeva i test che in Russia non c’erano. Nel corso della telefonata il leader russo avrebbe suggerito all’ex presidente di non rivelare pubblicamente la richiesta perché avrebbe potuto danneggiarlo dal punto di vista politico. Ma i contatti fra i due continuarono anche dopo che Trump aveva lasciato la Casa Bianca.
War, che uscirà in libreria la prossima settimana, descrive una scena all’inizio del 2024 a Mar-a-Lago, in cui l’ex presidente ordina a un assistente di uscire dal suo studio privato in modo da poter parlare con Putin. L’assistente, che ha raccontato l’episodio a Woodward, non è stato identificato e ha confermato che i due avrebbero parlato molte altre volte nella villa in Florida. Queste rivelazioni inevitabilmente sollevano nuovi interrogativi sui rapporti tra Putin e Trump, a poche settimane da un’elezione che potrebbero mandarlo di nuovo alla Casa Bianca.
In passato Trump ha definito Putin un “genio”, quando, per esempio, nel 2022 il leader del Cremlino ha lanciato l’invasione dell’Ucraina. L’ex presidente ha criticato e fatto pressioni con i parlamentari repubblicani per bloccare gli aiuti che l’amministrazione Biden stava inviando a Kiev e ha provato a bocciare ulteriori finanziamenti legandoli alla proposta di legge repubblicana sull’immigrazione. Ha più volte affermato che, se dovesse vincere le elezioni, negozierebbe la fine della guerra in Ucraina entro 24 ore e riuscirebbe a farlo anche prima dell’insediamento.
Tuttavia il libro di Bob Woodward contiene rivelazioni imbarazzanti anche su Biden e sulla tempestosa relazione che il presidente ha con il leder dello Stato ebraico, prestando attenzione a difendere pubblicamente Israele, ma litigando in privato con Netanyahu per il modo in cui Israele sta conducendo la guerra a Gaza. “Quel figlio di puttana, Bibi Netanyahu, è un cattivo. È un fottuto cattivo!”, ha detto Biden ai suoi consiglieri della West Wing della Casa Bianca mentre la guerra di Israele a Gaza si intensificava.
“Nessuna di queste storie inventate da Bob Woodward è vera”, ha detto Steven Cheung, direttore delle comunicazioni per la campagna di Trump. Ha sottolineato che l’ex presidente non ha parlato con Woodward per questo libro, ricordando la causa per diffamazione da lui avviata contro lo scrittore per cui Trump ha chiesto 50 milioni di dollari per le “bugie” contenute dentro Rage, uscito nel 2020. Woodward e il suo editore hanno presentato istanza per ottenere l’archiviazione del caso nel settembre 2023.
Da Londra partono altre accuse contro Trump, lanciate dell’ex spia britannica Christopher Steele, nel libro Unredacted: Russia, Trump and the Fight for Democracy uscito ieri nel Regno Unito.
“Sono stato informato in modo affidabile da fonti impeccabili – ha dichiarato Steele al Guardian -che tra i documenti classificati che Trump ha portato con sé a Mar-a-Lago alla fine della sua presidenza, apparentemente senza autorizzazione, c’erano segreti navali britannici, alcuni dei più sensibili nel nostro sistema governativo”.
L’ex agente dell’MI6 è diventato famoso come autore di un dossier di informazioni su Trump e i suoi legami con la Russia poco dopo le elezioni del 2016. Il documento ha creato forti controversie negli Stati Uniti anche se l’indagine condotta dal procuratore speciale Robert Mueller, le cui conclusioni vennero censurate e redatte dall’allora ministro della Giustizia William Barr, ha stabilito che Mosca ha interferito nelle elezioni per sostenere Trump. Inoltre, vengono descritti nel dettaglio i legami estesi tra l’ex presidente e Putin. Il dossier ha prodotto numerose incriminazioni e condanne, su tutte quella di Paul Manafort, l’ex capo della campagna elettorale di Trump. Nel 2016, dopo che il tycoon era entrato alla Casa Bianca, l’ex spia britannica, che aveva fondato Orbis Business Intelligence, un servizio di vigilanza e informazione, consegnò a BuzzFeed questo documento che conteneva accuse sensazionali peraltro non verificate, tra cui le serate allegre di Trump a Mosca con alcune prostitute. Il neoeletto presidente respinse con rabbia il dossier e fece causa a Steele accusandolo di diffamazione. Il caso però è stato archiviato quest’anno e il magistrato britannico ha ordinato a Trump di pagare le spese processuali, un ordine che Steele afferma che non è stato rispettato.
L’ex James Bond afferma che, il giorno dopo le elezioni del 2016, si sentì “turbato” e “spaventato – per la democrazia, per gli Stati Uniti, per il mondo in generale”, poiché si rendeva conto che i suoi avvertimenti sui legami tra Trump e la Russia erano caduti nel vuoto sia in Inghilterra che negli Stati Uniti.