Mancano solo 45 giorni al 5 novembre. La campagna si fa sempre più serrata e i candidati sono sempre più sotto scrutinio. Si è cominciato a votare in Minnesota, Mississippi, South Dakota, Vermont e Virginia e da mercoledì anche in Illinois. Quindi ogni passo falso d’ora in poi ha impatto direttamente sui voti e non più sui sondaggi, che danno Kamala Harris in vantaggio di 2 punti su Donald Trump.
La vicepresidente ha preso l’iniziativa e ha accettato l’invito di CNN per un secondo dibattito il 23 ottobre ad Atlanta rilanciando la sfida al suo avversario. I portavoce della campagna di Trump hanno risposto che l’ex presidente non parteciperà e il tycoon ha confermato che “è troppo tardi per farne un altro”. Dopo il confronto del 10 settembre trasmesso da ABC News, stizzito dall’esito negativo della sua performance, Trump aveva dichiarato di non voler più incontrare Harris, ripetendolo diverse volte su Truth Social. A sorpresa, la scorsa settimana ha risposto a una domanda dei giornalisti, durante un evento in California, di accettare e prendervi parte solo “se mi trovassi nello stato d’animo giusto”. Intanto, il prossimo appuntamento già fissato è l’1 ottobre fra i due candidati alla vicepresidenza, Tim Walz e JD Vance.
Questo weekend, l’ex presidente fa tappa a Willington, in North Carolina, uno degli Stati in bilico, in uno dei pochi rally all’aperto, protetto da alti pannelli in plexiglass. L’attesa è altissima dopo il duro colpo inflitto da CNN, che venerdì ha smascherato i commenti sessisti e razzisti su un sito porno fatti dal vicegovernatore Mark Robinson con diversi profili falsi. Scelto da Trump per candidarsi a capo del governo statale e definito dal tycoon come “Martin Luther King Jr. sotto steroidi” per il forte carisma, Robinson sarebbe dovuto intervenire al comizio, ma gli è stato ritirato l’invito. La sua immagine è crollata ed era già indietro nei sondaggi. È stato annullato anche un evento che aveva in collaborazione con il governatore del Tennessee Bill Lee.
Convinti che un colpo di questo tipo impedisca a Trump di conquistare lo Stato, molti membri del partito repubblicano gli stanno facendo pressione per revocare la propria candidatura a governatore. “Se Harris vince in NC, vince la Casa Bianca. Non possiamo permettere che ciò accada”, ha dichiarato il senatore Thom Tillis. Ma Robinson non sembra cedere.
La campagna di Harris ha cavalcato l’onda preparando e pubblicando in tempi record uno spot televisivo che alterna le lodi di Trump a Robinson ai commenti anti-aborto, sulla comunità LGBT+, sugli ebrei del vicegovernatore. Non ci sono menzioni allo scandalo di CNN.
In Georgia, invece, i legislatori MAGA della commissione elettorale statale sono riusciti ad approvare una regola che impone alle contee di contare a mano il numero delle schede scrutinate nei seggi elettorali rallentando l’esito definitivo delle elezioni. Senza l’opposizione di un magistrato, nel caso in cui i due candidati si ritrovassero a contendersi i Grandi Elettori della Georgia, i risultati arriverebbero con notevole ritardo, a distanza di giorni dalla notte del 5 novembre. Da notare che si tratta dello stesso Stato dove Trump, insieme a 16 dei suoi collaboratori più stretti, è accusato di aver tentato di sovvertire l’esito delle presidenziali del 2020 e dove una corte d’appello ha rinviato il processo a tempo indeterminato.