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Nel post-dibattito, il muro dei repubblicani si incrina

Non ci sono ancora sondaggi ufficiali, ma i primi commenti da parte dei membri del GOP non sono positivi

Massimo JausbyMassimo Jaus

Donald J. Trump (sinistra) e Kamala Harris (destra) si stringono la mano prima dell'inizio del dibattito su ABC News al National Constitution Center a Filadelfia, Pennsylvania, USA 10 settembre 2024 - ANSA/EPA/DEMETRIUS FREEMAN / POOL

Time: 4 mins read

Il giorno dopo il dibattito tra Donald Trump e Kamala Harris i media americani si interrogano su chi abbia avuto più successo tra i due contendenti. Tutti i grandi quotidiani, incluso il conservatore Wall Street Journal, sostengono che Harris sia stata molto più brillante e preparata dell’ex presidente, ma soprattutto che ha piani ben precisi per il futuro del Paese. Il tycoon, invece, resta ancorato alle sue vecchie tematiche delle elezioni rubate e delle folle ai suoi comizi.

Sulla performance di Harris si avevano diversi dubbi: la sua storia personale la vuole non particolarmente brillante nell’oratoria a braccio, ma ieri sera ha dimostrato che non è così. Secondo la maggioranza dei commentatori è lei ad aver convinto in questo primo, e probabilmente unico, dibattito prima del voto del 5 novembre.

“Trump – scrive il Washington Post – non è mai stato sfidato in modo così diretto e così coerente nella sua vita politica. Nessuna meraviglia che gli manchi Biden”. Certo che c’è dell’ironia in questo exploit della vicepresidente, quasi forzata a candidarsi dopo il ritiro di Joe Biden. Le martellanti accuse di Trump sulla “vecchiaia” di Biden, sulla confusione che a volte mostrava, sugli scivoloni e sui lapsus hanno forzato i democratici a cambiare nocchiero e ora il tycoon si ritrova a dover sfidare una candidata molto più giovane, più articolata, più sensibile e, soprattutto molto più costruttiva di lui.

L’ex presidente, a dibattito concluso, si è autoproclamato come vincitore assoluto, ma la sua furibonda reazione poche ore dopo ai benevoli microfoni di Fox News, in cui ha accusato i due moderatori di Abc News “di aver totalmente truccato il dibattito”, ha fatto capire che, alla fine, anche lui si è reso conto di non aver fatto una bella figura con gli elettori.

Donald Trump on phone with Fox News: “So many things I said were debunked Totally debunked. Every time I spoke they’d correct me.” pic.twitter.com/nM6m52CzF9

— IT’S TIME FOR JUSTICE (@LiddleSavages) September 11, 2024

“Continuavano a correggermi”, si è giustificato l’ex presidente, intervistato dagli amici di Fox News. Prima, David Muir, uno dei due conduttori del dibattito, gli aveva detto che la storia degli haitiani illegali, che mangiavano cani e gatti a Springfield, in Ohio, era una plateale bufala. Poi, Linsey Davis, l’altra conduttrice, lo ha corretto di nuovo dopo che l’ex presidente parlando dell’aborto aveva detto che un governatore, ovviamente democratico, aveva condonato l’uccisione di un neonato dopo la nascita. “Non c’è uno Stato in questo Paese in cui sia legale uccidere un bambino dopo che è nato”, gli ha risposto Davis. Ma Trump è Trump e, anziché fare ammenda delle sue grossolane fanfaronate, ha accusato ABC News di essere “una rete di notizie disonesta” sostenendo che il dibattito era contro di lui. “Dovrebbero togliergli la licenza per il modo in cui hanno gestito il dibatto. Penso che abbiano perso molta credibilità”, ha proseguito.

Ci sono anche le prime crepe nel muro del GOP. Il senatore Lindsey Graham ha definito il dibattito un'”occasione persa da Trump per inchiodare la vicepresidente alle sue colpevolezze per la sicurezza della frontiera meridionale”. Il senatore Kevin Cramer ha detto che l’ex presidente avrebbe fatto meglio a portare più dettagli sull’economia sui tassi dei mutui, sui dati sull’inflazione e sugli attraversamenti delle frontiere durante il suo mandato. “Si è fatto sfuggire un’occasione per ricordare agli elettori chi sono i democratici. Pensava di essere a uno dei suoi comizi, invece di rivolgersi agli indecisi negli Stati in bilico”. E ancora, molti giornalisti repubblicani nei programmi post dibattito hanno criticato Trump per le sue affermazioni secondo cui le elezioni del 2020 erano state truccate minimizzando l’attacco del 6 gennaio 2021 al Campidoglio.

I sondaggi veri ancora non ci sono. Come segnale sul gradimento di Kamala Harris si possono prendere i contributi che gli elettori hanno versato nelle sue casse dopo il confronto di Philadelphia. Secondo un’analisi di NBC News, la candidata democratica ha ricevuto più di 20 milioni di dollari in donazioni online, nelle successive due ore del dibattito. Il 71% dei donatori era donna. A conclusione della serata è stato raggiunto il record di 46 milioni di dollari in donazioni, trasformando martedì 10 settembre uno dei giorni più importanti per la raccolta fondi in questo ciclo elettorale.

Kamala Harris stringe la mano a Donald Trump, alla presenza di Joe Biden e Michael Bloomberg, prima dell’inizio della cerimonia per l’anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle, 9 settembre 2024 -ANSA/Michael M. Santiago/Getty Images/AFP

Che le elezioni americane siano “massacranti” e che richiedano una condizione fisica eccellente è stato nuovamente confermato questa mattina a Manhattan, a 10 ore dal dibattito di ieri sera, quando, a Ground Zero, Donald Trump e Kamala Harris hanno preso parte alle celebrazioni per l’11 settembre. Uno accanto all’altra si sono stretti la mano, mentre Joe Biden ha ignorato l’ex presidente, che aveva accanto il suo vice J.D. Vance. Presente alla cerimonia anche l’ex sindaco di New York Michael Bloomberg, strategicamente piazzato come séparé divisorio tra i due presidenti. Intorno a loro i senatori democratici Chuck Schumer e Kirsten Gillibrand, la governatrice dello Stato di New York Kathy Hochul. Durante la cerimonia, caratterizzata dai rintocchi di una campana, alla lettura dei quasi 3 mila nomi delle persone uccise nell’attentato, tutti sono rimasti in piedi in segno di rispetto.

E questo è stato solo il primo evento ufficiale della lunga giornata in cui l’America ha ricordato gli attacchi terroristici che 23 anni fa hanno cambiato gli Stati Uniti.

Dopo New York, per Harris e Biden ci sono state altre celebrazioni a Shanksville, in Pennsylvania, sede del memoriale del volo 93 della United Airlines. L’aereo, quel tragico 11 settembre 2001, era partito da Newark e sarebbe dovuto arrivare a San Francisco. Durante il viaggio, diversi passeggeri e membri dell’equipaggio vennero messi a conoscenza, attraverso i cellulari, degli attacchi al World Trade Center e al Pentagono così decisero di tentare di riprendere il controllo dell’aereo dai dirottatori che stava puntando su Washington. L’aereo è precipitato in un campo a Stonycreek Township uccidendo tutti i 44 passeggeri e membri dell’equipaggio, compresi i quattro terroristi. Non si è mai capito con precisione quale fosse l’obiettivo dei terroristi, ma si ritiene fosse il Campidoglio di Washington.

Dopo Shanksville, Biden e Harris sono tornati a Washington, al Pentagono, dove per la terza volta sono state deposte corone di fiori al Memorial che ricorda le 184 vittime uccise nell’attentato.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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