In Italia è ben nota, e annosa, la questione della “fuga dei cervelli”: giovani che studiano in Italia e che con il diploma in tasca emigrano all’estero. Lo fanno, banale spiegarlo, per avere migliori opportunità di soddisfazioni accademiche e professionali e di guadagni. Una buona fetta sceglie l’America, come sappiamo vivendo qui. La sorpresa è scoprire che, anche negli USA, esiste qualcosa di simile. I dati delle migrazioni, ufficiali perché vengono dall’agenzia del fisco IRS, sono stati analizzati dalla società fintech SmartAsset e riportati dal Wall Street Journal, che chiama il fenomeno “Fuga dei cervelli di giovani e affluenti millennial dagli Stati ad alta tassazione”.
La corte considerata sono le persone dai 26 ai 35 anni, con un reddito superiore a 200 mila dollari, che nel 2022 hanno deciso di lasciare il loro casa per stabilirsi altrove e stare meglio. Nell’America dei “cerca fortuna”, l’equivalente dell’“Italia” è rappresentata da un quintetto di Stati. Sono i primi della classifica stilata da SmartAsset, che riguarda il dato della migrazione netta, ossia la somma algebrica di coloro che se ne sono andati via e di quelli che sono arrivati da fuori. In testa c’è la California con Los Angeles e San Francisco, che con 3.226 cervelli, e portafogli, in meno, ha reso purtroppo obsoleto il successone California Dreamin’ dei Mamas & Papas del 1965.
A seguire troviamo l’Illinois di Chicago a -1.323 e il Massachusetts di Boston a -1.102. Quarto Stato con un bilancio negativo è New York: che, nel 2022, ci siano stati, tra ingressi e addii, 345 millennials in meno rispetto al 2021, può sembrare poca cosa. Ma pensiamo allo status di attrazione globale, e anche nazionale, che viene riconosciuto alla Grande Mela: centro della finanza e delle banche, sede di diverse università e college di eccellenza, capitale dei media e polo in forte sviluppo dell’high tech e delle start-up. Eppure, tutti questi “plus” non riescono nemmeno a compensare il costante deflusso di cittadini, e contribuenti, che è emerso anche dall’ultimo censimento: la popolazione del New York State è diminuita di altri 102 mila residenti a fine luglio 2024, la maggiore perdita di ogni Stato negli ultimi 12 mesi.
A metà del 2023, l’ufficio del censimento USA aveva stimato una popolazione di 19.571.216 residenti, 631.104 in meno rispetto ai 20 milioni e 200 mila circa dell’aprile 2020. Il calo di newyorkesi residenti ha un riflesso nella rappresentanza politica. Ciò comporta che, alle prossime elezioni di novembre, i votanti eleggeranno 26 deputati per la Camera di Washington, come nel 2022, ma uno in meno rispetto ai 27 del 2020.
Alle spalle di New York c’è la Pennsylvania di Filadelfia, con un saldo negativo pari a 320.
Chi guadagna da questi esodi? Soprattutto la Florida, con un aumento netto di +1.786 millennial, e il Texas con + 1.660, seguiti dal Tennessee (+347). La prima è cresciuta, secondo il Censimento del 2020, a 21 milioni e mezzo di abitanti ed è ora il terzo Stato più popoloso dietro California e Texas, dopo aver superato New York.
Se uno si chiede se la politica ha a che fare con questa ridistribuzione di talenti, e di contribuenti, ha una risposta positiva, facile, ovvia. I cinque Stati “perdenti” sono blu, retti dai Democratici che propugnano politiche fiscali e regolamentari più pesanti. I tre Stati “vincenti” sono rossi, retti dai Repubblicani che non fanno pagare tasse statali sul reddito.