La compostezza, la marcia indietro sul veto del fracking e almeno un repubblicano nella sua amministrazione sono le novità che emergono dalla prima intervista di questa campagna elettorale di Kamala Harris con Dana Bash, capo della redazione politica di CNN. “Sono la persona migliore per questo lavoro in questo momento, senza contare razza o genere”.
Interrompendo il flusso della sua campagna a Savannah, in Georgia, la più corta dei tempi moderni, la vicepresidente ha scelto di svolgere il colloquio insieme al suo compagno di ticket, il governatore del Minnesota, Tim Walz, praticamente sconosciuto fino a prima della nomina a inizio agosto. Una ventina di minuti in totale, che CNN ha diluito con spazi pubblicitari, ma che sono stati riprodotti nella versione integrale.
La vicepresidente ha ripetuto i “valori” della sua agenda già resi noti qualche settimana fa e ripresi anche alla Convention: il finanziamento da 6.000 dollari sui figli al primo anno di vita, quello da 25.000 alle famiglie che decidono di acquistare la prima casa, ma anche le sue posizioni nella guerra a Gaza. “Israele ha il diritto di difendersi e io farò in modo che questo gli venga sempre garantito. Ma dobbiamo arrivare a un accordo il primo possibile perché anche il popolo palestinese ha diritto alla vita”. Ha evitato di specificare cosa fare il primo giorno di insediamento, ma ha confermato che farà il possibile per “sostenere la classe media e rispondere alle aspirazioni degli americani”.
Ha risposto alla provocazione di Bash – che è anche uno degli attacchi preferiti dei MAGA – sul motivo per cui in quattro anni di mandato non siano già state approvate queste proposte. “Prima di tutto – ha chiosato Harris –, perché dovevamo recuperare tutto quello che era e non era stato fatto da Donald Trump e dalla pandemia: l’obiettivo era riprenderci il più velocemente possibile e prima di tutti gli altri Paesi”. E poi perché l’ex presidente ha scagliato contro il Congresso. Harris ha riportato l’esempio di una misura bipartisan, che prevedeva la disposizione di 1.500 agenti in più al confine con il Messico, che, dopo mesi di lavoro con rappresentati e senatori democratici e repubblicani, non è neanche stata messa ai voti per il veto di Trump. “Quando verrò eletta, non solo farò pressione, ma mi assicurerò che questa legge arrivi sulla mia scrivania e la firmerò”.
Ha elogiato la “Bidenomics”: “Direi che quello che abbiamo fatto nel tempo in cui lo abbiamo fatto è stato un buon lavoro, ma so che possiamo spingerci oltre”. Ma soprattutto Biden: “La sua intelligenza, disposizione, impegno, altruismo nei confronti dell’America sono quelli che dovrebbe avere ogni presidente. Sono molto contenta di aver lavorato quattro anni per lui e credo che solo la storia gli darà il credito che merita per aver investito nel nostro Paese e nelle alleanze”.
Con tenerezza, ha confessato a Bash il momento in cui il presidente l’ha chiamata per farle sapere che avrebbe rinunciato alla corsa elettorale: “Era una domenica. Con la mia famiglia avevamo appena finito di mangiare pancake e ci stavamo preparando per fare un puzzle”. Quando ha risposto a Biden, il suo primo pensiero è stato se fosse davvero sicuro e lui è stato “molto chiaro che mi avrebbe sostenuto”.
E poi ha dichiarato che non vieterà il fracking, cioè la tecnica di estrazione del gas naturale a partire dalle rocce di scisto più friabili. I suoi “valori non sono cambiati” e continuerà a investire sull’energia verde, ma non ha dato una vera motivazione sul perché abbia cambiato posizione rispetto a quella che aveva nel 2019. E poi accoglierebbe nella sua schiera di consiglieri e ministri almeno un repubblicano: non ha indicato un nome in particolare, ma, per tutta la sua carriera, ha spinto verso la diversità “di opinione, punti di vista, esperienze e credo che l’America ne trarrà beneficio”.

Il suo compagno di ticket Walz è intervenuto solo per chiarire i commenti che aveva fatto sulla sua carriera militare. In un recente intervento, aveva dichiarato di aver portato le armi in guerra, anche se, in realtà, il governatore del Minnesota si è ritirato poco prima che la sua unità venisse dispiegata sul campo. “Io appartengo agli americani e parlo come loro – ha detto Walz. – Parlo con passione dei bambini e delle armi, della mia esperienza nell’esercito. Mi sono sbagliato e il mio passato parla per me”.
Tante volte, nelle scorse settimane, repubblicani, ma anche diversi democratici, hanno additato Harris è stata additata come “quella che non aveva mai avuto una voce”. Dopo due mesi esatti da quando era apparsa su CNN per fare ammenda della debacle di Biden nel dibattito del 27 giugno, ha dimostrato di aver lavorato su se stessa e sulle sue capacità oratorie. Ed è difficile non fare il paragone con il suo capo, quando lucidità, prontezza, calma e compostezza l’hanno fatta emergere.
Il prossimo appuntamento è il 10 settembre con il dibattito con Trump, il primo vero incontro faccia a faccia fra i due – paradossalmente l’unico momento in cui si sono ritrovati nella stessa stanza è stato per il discorso sullo Stato dell’Unione nel 2018, quando Harris era senatrice. L’ex presidente ha commentato l’intervista con un “BORING!” (“noioso”) a caratteri cubitali sul suo Truth Social.