È cominciata l’attesa. L’America si interroga se i giurati del processo Trump raggiungeranno il verdetto in breve tempo o ci vorranno giorni per stabilire se l’ex inquilino della Casa Bianca sarà il primo ex presidente degli Stati Uniti ad essere condannato per un reato penale, o se, invece, verrà assolto dai 34 capi d’accusa. Nella prima giornata, la giuria è rimasta in camera di consiglio 4 ore prima che il giudice decidesse di mandarla a casa, e riconvocarla per la mattina di giovedì alle 9:30.
“Voi siete i giudici dei fatti e siete responsabili di decidere se l’imputato sia colpevole o no” ha detto il giudice Juan Merchan concludendo le istruzioni ai giurati, prima che entrassero in camera di consiglio. Il magistrato li ha ammoniti a non prendere decisioni “basate su stereotipi o pregiudizi” e a mettere da parte “qualsiasi opinione personale favorevole o contraria sull’imputato”, e “a valutare solo i fatti, le testimonianze e le prove” presentate in aula. Come raccomandazione finale anche un rimbrotto all’avvocato di Trump, Todd Blanche, che ieri durante la sua arringa aveva detto ai giurati che se dovessero decidere per la colpevolezza manderebbero in prigione un ex presidente. Merchan è stato molto diretto su questo punto spiegando ai giurati che loro debbono decidere solo se è innocente o colpevole e che sarà lui a decidere la condanna. “Se vi sarà un verdetto di colpevolezza, sarà mia responsabilità decidere la sentenza”, ha detto il magistrato.
I giurati dovranno decidere se Trump è colpevole o innocente anche per uno solo dei trentaquattro capi di imputazione. Per raggiungere un verdetto di colpevolezza ci deve essere l’unanimità della giuria.

Il caso è complesso. Nello Stato di New York pagare per una relazione sessuale non è un reato criminale, ma una violazione. Trump è accusato di aver “silenziato” con 130 mila dollari Stormy Daniels. Lo ha fatto usando soldi della sua società camuffati come spese legali, e questa è un’altra violazione. Lo ha fatto perché era a pochi giorni dalle elezioni presidenziali del 2016 e aveva paura che il clamore delle accuse di Stormy Daniels avrebbero potuto danneggiare la sua campagna elettorale. Il pagamento a Stormy Daniels quindi non era più il pagamento per una prestazione sessuale avvenuta 10 anni prima, ma un finanziamento elettorale mimetizzato per evitare lo scandalo.
I finanziamenti elettorali e le loro violazioni sono di pertinenza della corte federale e per questo nel 2016 erano state aperte le indagini sulla vicenda, ma con quattro anni di Ministri della Giustizia repubblicani, prima William Session e poi Robert Barr, con Trump alla Casa Bianca, le indagini sono rimaste ferme. Poi nel 2020 la procura distrettuale di Manhattan aveva incriminato l’ex direttore finanziario della Trump Organization, Allen Weisselberg. A seguire ci fu il procedimento giudiziario avviato dalla Attorney General di New York Letitia James, sul valore dei beni immobiliari gonfiati da Trump. Visto che la procura distrettuale di Manhattan aveva già aperto le indagini su Trump la procura federale ha fatto un passo indietro e ha lasciato che fosse la procura distrettuale di Manhattan ad andare avanti. Gli inquirenti concordarono che quello che era importante era stabilire se il pagamento a Stormy Daniels fosse stato fatto con l’intento di nascondere i danni elettorali che avrebbe prodotto. “Un complotto e un insabbiamento, il primo per corrompere le elezioni del 2016, il secondo per nascondere il complotto e mascherarlo falsificando i documenti aziendali”: ha detto ieri il pubblico ministero Joshua Steinglass nella sua requisitoria.
I dodici giurati, dei quali per ora non è stata rivelata l’identità, sono sette uomini e cinque donne, la loro età varia dai 30 a più di 50 anni. Il giurato “numero uno”, quello che per primo è stato selezionato a far parte della giuria, è anche il presidente. Tra loro ci sono un avvocato, due trader di Wall Street, un insegnante, un fisioterapista, un manager d’azienda, impiegati.
Dopo quattro ore di camera di consiglio la giuria ha mandato una nota chiedendo alcuni particolari sulle testimonianze dell’ex editore del National Enquire, David Pecker e su Michael Cohen riguardo alle conversazioni che ebbero alla Trump Tower. Anche il magistrato è in stand by nel suo ufficio, in attesa che il campanello della camera di consiglio lanci qualche segnale. In aula restano avvocati, i pubblici ministeri e l’imputato.
Quanto tempo ci vorrà per il verdetto? E’ la domanda che si pone tutta l’America. Alle 4:30 pm il magistrato ha mandato a casa i giurati. Si ricomincia domani mattina alle 9:30.
Trump questa mattina entrando in aula ha detto che “Neanche Madre Teresa potrebbe respingere queste accuse. Queste accuse sono truccate. È tutto truccato” poi ha iniziato a mettere post a ripetizione su Truth Social, citando giuristi favorevoli alla sua assoluzione o quelli di politici amici. “Abbiamo un problema molto serio qui, voglio dire che il nostro Paese sta andando male”, ha continuato Trump rivolgendosi ai giornalisti e spiegando: “Vinceremo queste elezioni, il 5 novembre sarà il giorno più importante nella storia del nostro Paese”.