Norma Anderson è una “repubblicana d’acciaio”. Ha 91 anni e gran parte della sua vita l’ha trascorsa nella pubblica amministrazione e poi al parlamento statale del Colorado, prima come rappresentante alla Camera, diventando la leader della maggioranza, poi al Senato dove anche qui ha conquistato la guida della maggioranza.
È lei la Anderson del procedimento giudiziario Trump versus Anderson che si discute alla Corte Suprema. È lei che si è rivolta al tribunale di Denver, in Colorado, per chiedere di squalificare l’ex presidente dalle elezioni per il suo ruolo nel tentativo di rovesciare l’esito delle elezioni del 2020, culminato con l’assalto al Congresso.
Madre di tre figli, reaganiana, conservatrice, crede in una difesa forte, vuole meno ingerenza del governo nel business, più sgravi fiscali per le piccole aziende e soprattutto una tassazione più equa e una maggiore trasparenza del governo sulle spese federali. Come Liz Cheney, ritiene che il partito Repubblicano abbia tradito i propri valori asservendosi a Donald Trump. Quando era parlamentare statale Anderson si è concentrata sull’istruzione, sui trasporti e sull’assistenza sanitaria. Ha contribuito ad emanare una legislazione per migliorare l’alfabetizzazione infantile e ridurre il costo delle università statali e ha istituito un programma di assistenza domiciliare con i fondi ottenuti come risarcimento dalle grandi aziende produttrici di tabacco. Dopo l’elezione di Trump nel 2016 ha lasciato il partito.
Non dice per chi ha votato per le presidenziali del 2016 e del 2020, ma afferma laconicamente “non per lui. Donald Trump ha cercato di rovesciare le elezioni” – ha dichiarato al Washington Post – mostrando con orgoglio la copia tascabile della Costituzione che porta nella borsetta. Ha messo un segnalibro dove c’è il 14esimo emendamento, quello in cui, alla sezione 3, si afferma che nessuna persona che “abbia partecipato ad un’insurrezione o una ribellione”, può essere candidato ad una carica elettiva.
L’idea di coinvolgerla è venuta ad un avvocato del Citizens for Responsibility and Ethics in Washington (Crew), il gruppo che si è rivolto al tribunale in Colorado, ma anche in altri Stati, chiedendo di bloccare la candidatura di Donald Trump rispolverando l’Emendamento della Costituzione approvato dopo la Guerra Civile per bloccare la candidatura dei politici del Sud che volevano ricoprire incarichi statali e federali.
Oltre ad Anderson, il ricorso è stato presentato da altri cinque elettori, tra i quali un ex deputato repubblicano del Rhode Island, che ora vive in Colorado, da l’ex capo dello staff di un governatore repubblicano ed un editorialista conservatore del Denver Post.
Ora Norma Anderson spera che, magari anche con il suo contributo, quest’anno potrà tornare a votare per un candidato repubblicano alla presidenza. “Il motivo per cui mi sono rivolta al tribunale per bloccare Trump è per salvare la democrazia. Perché Donald Trump distruggerà la nostra democrazia”.