Domani la Camera voterà una risoluzione per aprire ufficialmente la procedura di impeachment per il presidente Joe Biden.
James Comer, il parlamentare repubblicano presidente della Commissione per le Regole della Camera, ha convocato una riunione questa mattina per stabilire le linee guida dell’inchiesta sul capo della Casa Bianca che verrà accusato di ostruzione, corruzione e abuso di potere.
Il voto per aprire ufficialmente la messa in stato di accusa del presidente serve non solo a rafforzare le argomentazioni legali dei repubblicani per obbligare a testimoniare, ma segnala che la marcia verso l’impeachment – una mossa incoraggiata dall’ex presidente Trump – sarà una questione molto più importante per il partito nei prossimi mesi con l’avvicinarsi delle elezioni.
La votazione, che potrebbe slittare a giovedì, avverrà come ultima mossa prima della partenza dei parlamentari per la pausa di tre settimane per le vacanze di Natale.
I repubblicani accusano il presidente e la sua famiglia di avre tratto profitto indebitamente dalle decisioni politiche alle quali Biden avrebbe partecipato come vicepresidente durante l’amministrazione 2009-2017 del presidente Barack Obama. Hanno anche accusato il Dipartimento di Giustizia di interferire illegalmente nelle indagini sugli affari ddel figlio del presidente Hunter.
Le speranze dei repubblicani per una condanna comunque restano tutta via esili: non ci sono prove finora in grado di dimostrare che Biden abbia interferito con l’indagine che riguarda il figlio ed è molto improbabile che il Senato, a maggioranza democratica, voti per condannare il presidente. Poi non è neanche molto certo che il voto per l’impeachment passi alla Camera perche alcuni repubblicani moderati restano scettici sia sula necessità di aprire un procedimento senza prove temendo i riverberi politici dell’elettorato indipendente alle prossime elezioni.

Uno stato d’accusa al presidente mal nato, creato a settembre da Kevin McCarthy come ultima disperata mossa per cercare di tacitare i sostenitori di Trump che volevano esautorarlo, cosa che poi hanno fatto, che con lo stato di accusa per Biden cercano di bilanciare la valanga di inchieste giudiziarie che pendono sulla testa di Donald Trump.
L’imminente rivincita elettorale del prossimo anno tra Biden e Trump sarebbe molto combattuta, secondo un nuovo sondaggio Reuters/Ipsos, con entrambi i candidati che si presentano agli elettori con vulnerabilità che potrebbero costare loro la Casa Bianca.
Nel complesso, il sondaggio ha mostrato una profonda apatia tra molti elettori difronte a una potenziale rivincita Biden-Trump. Circa sei intervistati su dieci hanno dichiarato di non essere soddisfatti del sistema bipartitico e di volere una terza scelta. C’è poi il fattore Robert F. Kennedy Jr., il leader no vax che si è candidato come indipendente. Il sondaggio ha mostrato che Kennedy, parte della storica famiglia politica, potrebbe attingere più voti da Biden che da Trump. Il vantaggio di Trump si è ampliato fino a raggiungere un vantaggio di 5 punti a livello nazionale quando agli intervistati è stata data la possibilità di votare per Kennedy.

Biden, nonostante I positivi risultati sullo stato dell’economia del paese, continua a essere tormentato dai dubbi degli elettori proprio sulla forza dell’economia, così come dalle preoccupazioni sulla sicurezza del confine tra Stati Uniti e Messico e dalle preoccupazioni sulla criminalità.
Trump invece deve affrontare le sue preoccupazioni, tra cui quattro processi penali su una serie di accuse legate ai suoi tentativi di ribaltare le elezioni presidenziali del 2020 e alla sua gestione di documenti riservati. Secondo il sondaggio, una condanna prima delle elezioni del 5 novembre 2024 potrebbe costargli un significativo sostegno dell’elettorato.
Il sondaggio ha mostrato Trump con un vantaggio marginale di 2 punti in uno scontro diretto, dal 38% al 36%, con il 26% degli intervistati che ha affermato di non essere sicuro o di poter votare per qualcun altro.
Biden intanto procede spedito nella raccolta fondi. Più di 15 milioni di dollari sono stati raccolti dal presidente lo scorso fine settimana. Il suo “tesoretto” per la rielezione deve essere impostato per far fronte al calo dei sondaggi e alla difficoltà di persuadere gli elettori dellesui successi ottenuti con le sue politiche economiche. Per questo la campagna elettorale del presidente vuole proporre un approccio più diretto. La campagna del 2024 probabilmente sarà la più costosa nella storia degli Stati Uniti.
Secondo una stima Axios, nella prossima campagna elettorale saranno spesi 16 miliardi di dollari in pubblicità politica, principalmente televisione e Internet, il 30% in più rispetto al 2020.