Fuori due.
Dopo l’ex vicepresidente Mike Pence, anche il senatore Tim Scott ha deciso di fare un passo indietro e ritirarsi anzitempo dalle primarie repubblicane, dopo i magri successi della sua (dispendiosa) campagna elettorale.
Unico repubblicano afroamericano attualmente al Senato degli Stati Uniti, Scott aveva lanciato la sua candidatura a maggio su una piattaforma di ottimismo e progressismo per il Paese – presentandosi come un candidato ferventemente conservatore in grado di conciliare le divisioni politiche del Paese meglio di Trump e del governatore della Florida Ron DeSantis.
“Penso che gli elettori, che sono le persone più straordinarie del pianeta, siano stati molto chiari nel dirmi: ‘Non ora Tim'”, ha detto Scott in un’intervista a Fox News andata in onda domenica sera.
Eppure il 58enne senatore della Carolina del Sud era partito con gradi speranze, venendo sostenuto da una serie di importanti raccoglitori di fondi, i quali erano convinti che avrebbe avuto buone possibilità di sconfiggere Joe Biden nel caso in cui fosse diventato il candidato repubblicano.
Scott non è riuscito però a fare breccia nell’elettorato, che ha continuato a preferirgli non solo Trump – tutt’ora primissimo nei sondaggi GOP – ma anche lo stesso DeSantis e, recentemente, l’ex ambasciatrice all’ONU Nikki Haley, emersa come vera rivelazione dei dibattiti repubblicani e che, come Scott, viene dalla Carolina del Sud.
Ed è proprio verso Haley che sembrano ora diretti quegli stessi fundraiser che avevano appoggiato Scott. Tra questi ci sono il magnate metallurgico Andy Sabin e l’avvocato newyorkese Eric Levine. “Sosterrò Nikki Haley con entusiasmo”, ha dichiarato Levine a Reuters.
Anche se il tycoon newyorkese sembra essere davvero troppo avanti per tutti.
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