Cinque repubblicani saliranno sul palco questa sera a Miami per il terzo dibattito per le primarie presidenziali repubblicane. NBC News ospita questo evento presso l’Adrienne Arsht Center for the Performing Arts della contea di Miami-Dade, che inizia alle 8:00 e dura due ore. Lester Holt e Kristen Welker della NBC News sono i moderatori, insieme al giornalista radiofonico Hugh Hewitt.
Il gruppo dei candidati si è ridotto e Donald Trump, che diserta anche questo appuntamento, rimane il grande favorito nella corsa. Al dibattito di questa sera partecipano il governatore della Florida Ron DeSantis, l’ex ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite Nikki Hley, l’imprenditore Vivek Ramaswarmy, l’ex governatore del New Jersey Chris Christi e il senatore della South Carolina Tim Scott.
Ron DeSantis, che secondo molti analisti avrebbe dovuto ricoprire il ruolo leader all’inizio dell’anno, è bloccato in una feroce lotta per mantenere il secondo posto.
Nikki Haley, ex ambasciatrice delle Nazioni Unite e unica donna in campo, sta conquistando i consensi dell’elettorato dopo i due i dibattiti disputati. Un’altra grande esibizione questa sera potrebbe catapultarla al sorpasso di DeSantis.
Da non sottovalutare l’imprenditore conservatore 38enne Vivek Ramaswamy, un appassionato businessman che ha avuto un ruolo centrale nei primi due incontri.
Sono cambiate molte cose dall’ultimo dibattito: la guerra tra Israele ed Hamas, gli aiuti per ora negati all’Ucraina, le pesanti vicende giudiziarie dell’ex presidente, i sondaggi che vedono Trump sempre in testa, l’elezione del nuovo speaker della Camera e la minaccia di un nuovo shutdown federale.

Gli avvenimenti internazionali stanno influenzando la politica estera americana perché quasi tutti, ad eccezione di Nikki Haley che chiede un forte sostegno all’Ucraina, sono isolazionisti e cercano di conquistare con il populismo il consenso dei MAGA, e pertanto chiedevano tagli per gli aiuti all’estero. Ora però DeSantis ci ha ripensato e si è allineato con Haley e ha chiesto il sostegno incondizionato a Israele. Ramaswamy questa sera potrebbe essere l’unico ad opporsi, in linea con la sua argomentazione contro gli aiuti all’Ucraina.
Haley sta osservando con molta attenzione l’Iowa e il New Hampshire anche se non è una chiara alternativa a Trump, ma questa sera la 51enne ex governatrice della South Carolina ha l’opportunità di spiccare il volo anche perché gli eventi attuali stanno giocando in suo favore. In qualità di ex ambasciatrice alle Nazioni Unite, Haley ha più esperienza di politica estera di chiunque altro sul palco. Ciò è emerso nei dibattiti passati, soprattutto negli scontri contro Ramaswamy quando la discussione si è spostata sull’invasione russa dell’Ucraina. E la preferenza di Haley per una politica estera forte avrà sicuramente un effetto ancora migliore su Israele. Non è chiaro comunque se una sola questione sia sufficiente a convincere sia i donatori che gli elettori a coalizzarsi dietro di lei come una valida alternativa a Trump.
Nei primi due dibattiti sono stati lanciati attacchi poco convinti contro l’ex presidente che continua ad essere il grande assente. Ha un vantaggio triplo sui suoi inseguitori e non ha nessun interesse a prenderne parte. Ma con tutti i procedimenti giudiziari che pesano su di lui questi dibattiti hanno assunto un nuovo ruolo e si propongono anche come un defilé per mostrare all’elettorato chi eventualmente potrebbe essere il candidato del partito nel caso che Trump fosse impossibilitato a candidarsi. Una possibilità che con il passare dei giorni, non sembra più così tanto remota.

Il fatto che il dibattito si tenga a Miami, la città dove la lingua più diffusa è lo spagnolo, è indicativo che i candidati si confronteranno anche su uno dei problemi più spinosi, il complicato rapporto del Partito Repubblicano con gli elettori dei paesi latino americani. Un gruppo etnico che negli ultimi decenni, ad eccezione dei cubani, ha sostenuto in modo schiacciante i democratici.
Tutti i candidati repubblicani vogliono parlare della necessità di reprimere l’immigrazione clandestina, soprattutto lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, ma non vogliono chiarire i loro punti di vista sugli oltre 10 milioni di immigrati illegali nel paese, tra cui molti bambini portati negli Stati Uniti dai loro genitori. DeSantis, per esempio, ha promosso politiche per rendere ancora più difficile la vita negli Stati Uniti per questi immigrati. Il governatore della Florida ha dovuto affrontare una forte reazione da parte della comunità ispanica della Florida all’inizio dell’anno dopo aver convertito in legge una misura che limita i servizi sociali per gli immigrati privi dello status giuridico permanente. Un’altra disposizione del governatore vuole che gli ospedali che accettano Medicaid debbano chiedere il loro status immigratorio nei moduli di ammissione, che secondo i critici è una mossa intesa a dissuadere gli immigrati che vivono illegalmente negli Stati Uniti dal cercare cure mediche negli ospedali.
Per alcuni dei candidati poi questa sera potrebbe essere l’ultima volta che prenderanno parte ad un dibattito per le presidenziali del prossimo anno.
Il senatore Tim Scott, in particolare, potrebbe avere difficoltà a raggiungere le soglie sia della raccolta dei fondi che quella del consenso nei sondaggi stabiliti dal Comitato Nazionale Repubblicano per il dibattito del 6 dicembre in Alabama, che impone ai partecipanti di avere almeno il 6% di potenziali elettori. Anche Christie e Ramaswamy avrebbero gli stessi problemi.
Una serata quindi che con lo spettro dell’eliminazione potrebbe portare qualcuno dei partecipanti a un azzardo calcolato in cui tutto potrebbe sia andare per il meglio ma anche finire in malo modo.