Tutto rimandato a metà novembre. Camera e Senato hanno approvato a poche ore dalla scadenza una legge ponte per l’esercizio provvisorio che concede altri 45 giorni di tempo al Congresso per trovare una soluzione per evitare lo shutdown del governo.
Alla Camera il voto è stato 335-91, con 209 democratici e 126 repubblicani a sostegno della misura. McCarthy è stato costretto a fare affidamento sui democratici per il passaggio perché i repubblicani legati a Trump si erano opposti a qualsiasi misura a breve termine. Al Senato il voto è stato 88 favorevoli e 9 contrari.
La proposta dello speaker della Camera Kevin McCarthy finanzia il governo fino al 17 novembre e include 16 miliardi di dollari in finanziamenti per i disastri, ma non gli aiuti all’Ucraina. I legislatori di entrambi i partiti hanno affermato che la questione sarà gestita separatamente. Ed è stato proprio il sostegno a Kiev che al Senato ha fatto slittare il voto per qualche ora con il senatore democratico Michael Bennett che ha insistito per i finanziamenti a Zelensky. Il leader della maggioranza democratica, Chuck Schumer e quello della minoranza repubblicana, Mitch McConnell hanno accettato la proposta presentata da McCarthy aggiungendo che i finanziamenti per l’Ucraina rimangono al primo posto delle priorità di entrambi i partiti.
I democratici hanno giustificato il loro voto per evitare di dare appiglio ai repubblicani di accusarli di anteporre gli aiuti all’Ucraina al mantenimento delle agenzie governative aperte e al pagamento di due milioni di militari e 1,5 milioni di dipendenti federali.
Un accordo trovato in extremis mentre erano già scattate le disposizioni per la chiusura degli uffici federali. Senza fondi assegnati infatti vengono temporaneamente sospesi i servizi governativi, i cui dipendenti avrebbero dovuto lavorare senza essere retribuiti, ma che avrebbero ottenuto gli arretrati dopo che il raggiungimento dell’accordo.
Finora lo shutdown governativo c’è stato 22 volte negli ultimi 50 anni. Sia ben chiaro che sebbene i parlamentari siano dipendenti federali loro non smetteranno di percepire il loro stipendio, mentre tutto il personale di supporto sarà penalizzato.
L’approvazione di questa legge proroga è stata una grande sconfitta per i repubblicani legati a Trump che volevano tagli molto più pesanti al bilancio federale.
Alla base della forzata chiusura c’è una norma costituzionale, l’Antideficiency Act, che non permette al Dipartimento del Tesoro di assegnare fondi per la spesa senza l’approvazione del Congresso.
Il leader della contestazione all’interno del partito è il deputato Matt Gaetz, repubblicano-MAGA, che accusa lo speaker della Camera Kevin McCarthy per il caos nei negoziati sulla spesa, incolpandolo di aver fatto troppe promesse contraddittorie per finanziare il governo. Impegni che secondo Gaetz si scontrano con le garanzie che McCarthy ha dato ai suoi compagni di partito per essere eletto come presidente della Camera.
Gaetz si riferisce all’accordo stipulato da Kevin McCarthy il quale per ottenere i voti per diventare speaker della Camera, dopo oltre una dozzina di votazioni in cui era stato bocciato, accettò le richieste-capestro dell’ala repubblicana proTrump. In questo modo, data l’esigua maggioranza che i repubblicani hanno alla Camera, la minoranza composta da una ventina di parlamentari riesce a bloccare i lavori dell’intero parlamento.
A fine maggio, nei negoziati sul tetto del debito, McCarthy stipulò un accordo con i democratici per tagli ridotti al bilancio federale. Le proposte imposte da Gaetz e presentate da Kevin McCarthy, invece prevedevano tagli di gran lunga superiori a quelli stipulati nell’accordo bipartitico, suscitando le ire dei democratici e dei leader di minoranza repubblicana del Senato che avevano preso parte al negoziato e che lo avevano accettato.
McCarthy ha tentato di scaricare la colpa sulla Casa Bianca e sullo scarso interesse mostrato da Biden per questa vicenda. Scuse difficili da accettare visto che è proprio il suo partito che ha la maggioranza che non riesce a trovare l’accordo. Tanto che negli ultimi sondaggi due americani su tre attribuiscono ai repubblicani la responsabilità dell’eventuale shutdown.
“Lo Speaker ha fatto un accordo terribile, per mantenere il suo posto è disposto a fare cose che credo sappia siano in contrasto con il processo costituzionale” ha detto il presidente Biden in una intervista a ProPublica in cui ha accusato McCarthy di aver ceduto al ricatto degli esponenti dell’estrema destra legati a Donald Trump. “C’è un gruppo di repubblicani Maga che vuole imporre cambiamenti fondamentali del modo in cui funzione il sistema, e questo mi preoccupa”. E ora, dopo che l’accordo è stato approvato, l’ala estrema del partito repubblicano ha fatto sapere che lunedì verràa presentata una mozione di sfiducia per lo speaker.
Ma le critiche ai rappresentanti dell’ala trumpiana sono arrivate anche dall’interno del partito. Dusty Johnston, Repubblicano del South Dakota, ha detto che i ventuno suoi colleghi che si sono opposti al compromesso che “capiranno presto che dire no a un testo che taglia la spesa e garantisce confini più sicuri non è un cattivo affare”.