Gli strateghi repubblicani stanno valutando la possibilità di abbandonare il messaggio “pro-vita” sull’aborto, dopo le consistenti perdite elettorali subite dal Partito Repubblicano proprio su questa questione.
In una riunione a porte chiuse dei membri GOP del Senato sono stati presentati i risultati di un sondaggio che indica come gli elettori, anche quelli di destra, stiano reagendo con avversione a termini comunemente usati come “pro-vita” e “pro-choice” sulla scia della decisione della Corte Suprema dello scorso anno che ha rovesciato la sentenza Roe v. Wade.
“Quello che mi ha più incuriosito dei risultati è che “pro-choice” e “pro-life” hanno un significato diverso, e che la gente vede l’essere pro-life come contrario a tutti gli aborti… a tutti i livelli”, ha detto il senatore Kevin Cramer in un’intervista.
Josh Hawley, un altro senatore, ha invece dichiarato di aver capito che sia necessaria da parte dei repubblicani una maggiore specificità nel parlare di aborto. “Molti elettori pensano che [‘pro-life’] significhi che non ci sono eccezioni a favore dell’aborto, mai e poi mai, e ‘pro-choice’ ora possa significare qualsiasi cosa. Quindi la conversazione si è orientata soprattutto sul modo in cui gli elettori pensano a queste etichette, che sono cambiate. Se si vuole parlare della questione, bisogna essere specifici”. “Non si può dare per scontato che tutti sappiano cosa significhi – ha aggiunto – anzi, probabilmente non lo sanno”.
“La gente ha bisogno di discussioni più approfondite – le parole della senatrice Cynthia Lummis – non ce la possiamo più cavare con un’etichetta. Quello che abbiamo imparato è che bisogna immergersi e parlare con le persone in modo molto specifico della propria posizione su questo argomento se ci si candida a una carica pubblica”.