Donald Trump si è dichiarato non colpevole nel caso di frode elettorale in Georgia rinunciando al diritto di comparire in tribunale la prossima settimana. L’ex presidente è stato incriminato insieme ad altre 18 persone per aver architettato un complotto per ribaltare la sua sconfitta elettorale del 2020 in Georgia.
Come è noto Trump si è costituito la settimana scorsa nel carcere della contea di Fulton ad Atlanta, dove gli è stata scattata la foto segnaletica e gli sono state prese le impronte digitali. Trump ha ripetutamente negato qualsiasi addebito, descrivendo il caso come motivato politicamente.
In un atto depositato questa mattina, Trump ha affermato di “comprendere pienamente” la natura delle accuse e il suo diritto di comparire in tribunale.
L’ex presidente ha anche chiesto di essere processato separatamente da alcuni dei suoi 18 coimputati che avevano chiesto il “processo rapido”, una formula che avvia celermente il giudizio e che dà la possibilità agli imputati di essere scagionati dalle accuse in un modo più celere. Con questa richiesta il caso di Trump viene celebrato in un periodo diverso da quello del suo co-imputato, Kenneth Chesebro, avvocato della campagna di Trump 2020, che inizierà il 23 ottobre.
Gli avvocati di Trump hanno sostenuto di non avere avuto tempo sufficiente per prepararsi alla data del processo fissata per Chesebro. Alcuni dei coimputati di Trump, tra i quali l’avvocato Sidney Powell, Trevian Kutti, Jenna Ellis e Ray Smith, hanno rinunciato all’udienza formale e si sono dichiarati non colpevoli.
L’ex presidente, che resta l’attuale candidato favorito per la nomina presidenziale repubblicana del 2024, è apparso in ciascuna delle sue tre precedenti udienze. Gli è stato richiesto di farlo per i casi che sta affrontando a New York e in Florida, e ha deciso di non richiedere una comparizione virtuale per il caso istruito dallo Special Counsel Jack Smith a Washington sul tentativo insurrezionale del 6 gennaio. A questo proposito proprio oggi uno dei leader della rivolta, Joseph Biggs, ex tenente dei Proud Boys, è stato condannato giovedì a 17 anni di carcere dopo essere stato riconosciuto colpevole di cospirazione sediziosa per aver complottato con una banda di seguaci pro-Trump per attaccare il Campidoglio e interrompere il trasferimento pacifico del potere presidenziale il 6 gennaio 2021.La sentenza di Biggs è stata una delle pene più severe emesse finora in oltre 1.100 casi penali per il tentativo insurrezionale e tra i pochi ad essere stati legalmente etichettati come un atto di terrorismo.
Gli avvocati dell’ex presidente sono in attesa della decisione del giudice federale Steve Jones sulla richiesta presentata da Mark Meadows, l’ex capo di gabinetto di Trump, che ha chiesto di trasferire il suo caso dalla corte statale a quella federale. Meadows ha testimoniato per più di quattro ore lunedì descrivendosi come il “custode” di Trump affermando più volte che il suo coinvolgimento negli sforzi per mettere in discussione la legittima vittoria di Joe Biden in Georgia era parte delle sue mansioni come principale assistente di Trump alla Casa Bianca.
Ma i pubblici ministeri hanno sostenuto che gli sforzi post-elettorali di Meadows, inclusa la visita a un centro di elaborazione elettorale nella periferia di Atlanta e l’organizzazione della telefonata del 2 gennaio 2021 tra Trump e il Segretario di Stato della Georgia Brad Raffensperger, erano in violazione delle regole federali contenute nell’Hatch Act, che proibisce ai funzionari governativi di utilizzare i loro ruoli ufficiali per influenzare le elezioni. Il District Attorney della Contea di Fulton, Fani Willis, ha affermato che Meadows non ha fatto “alcuna distinzione” tra il suo lavoro alla Casa Bianca, come Chief of Staff dell’ex presidente, e i tentativi di sovvertire l’esito elettorale da parte della campagna elettorale di Trump e per questo ha chiesto al magistrato di respingere la petizione di Meadows. In base alla decisione del giudice Steve Jones molti altri imputati potrebbero chiedere il trasferimento del processo a livello federale, incluso Trump.

Mentre l’ex presidente Donald Trump continua a dominare le primarie repubblicane, alcuni gruppi liberali ed esperti legali sostengono che una clausola della Costituzione gli impedisce di essere presidente dopo il tentativo insurrezionale del 6 gennaio 2021.
Il 14° emendamento della Costituzione esclude dall’incarico chiunque abbia prestato il giuramento di sostenere la Costituzione ma poi si sia “impegnato” in “un’insurrezione o ribellione”. Un numero crescente di studiosi di diritto costituzionale afferma che la clausola varata dopo la guerra civile può essere applicata a Trump dopo il suo ruolo nel tentativo di ribaltare le elezioni presidenziali del 2020 e nell’incoraggiare i suoi sostenitori a prendere d’assalto il Campidoglio.
Due organizzazioni no-profit liberali si impegnano a ricorrere in tribunale nel caso in cui i funzionari elettorali statali dovessero inserire Trump nel ballottaggio nonostante tali obiezioni.
È possibile che i loro tentativi possano scatenare una catena di procedimenti legali in diversi Stati che alla fine andrebbero in discussione davanti i magistrati della Corte Suprema facendo diventare ancora più caotica la fase delle primarie già complicate dai quattro processi che Trump deve affrontare.
La questione è stata dibattuta da due prominenti professori di diritto costituzionale, William Baude e Michael Paulsen (entrambi conservatori), che hanno scritto le loro opinioni in un articolo di revisione legale. I due hanno concluso che Trump deve essere escluso dal ballottaggio a causa della clausola contenuta nel terzo capitolo del 14° emendamento che esclude dal Congresso, dalle forze armate e dagli uffici federali e statali chiunque abbia precedentemente prestato giuramento di sostenere la Costituzione e “si sia impegnato in un’insurrezione o di ribellione contro la stessa, o abbia fornito aiuto o conforto ai suoi nemici”.
Nel loro articolo che uscirà sulla University of Pennsylvania Law Review, Baude e Paulsen affermano di ritenere che il significato sia chiaro. “Prendere sul serio il Capitolo Tre significa escludere dalle cariche presenti o future coloro che hanno cercato di sovvertire la legittima autorità governativa prevista dalla Costituzione all’indomani delle elezioni del 2020”.
Nel 2021, l’organizzazione no-profit Free Speech For People ha inviato lettere ai responsabili elettorali in tutti i 50 stati chiedendo la rimozione di Trump se si fosse candidato nuovamente alla presidenza. Il direttore legale del gruppo, Ron Fein, ha osservato che dopo anni di silenzio, i funzionari stanno ora cominciando a discutere la questione che attualmente è dibattuta in molti Stati dell’Unione.
Ratificato nel 1868, il 14° emendamento contribuì a garantire i diritti civili agli schiavi liberati ma fu utilizzato anche per impedire agli ex funzionari confederati di diventare membri del Congresso.