La stessa bugia ripetuta una infinità di volte, quasi come un mantra, al centro di un piano per tentare un golpe bianco manipolando le prassi costituzionali.
Le 98 pagine del rinvio a giudizio di Donald Trump da parte della procura distrettuale di Atlanta, in Georgia, sembrano il copione di un film di fantapolitica. Un complotto per rimanere al potere nonostante la sconfitta elettorale, ingarbugliando il già farraginoso sistema elettorale delle presidenziali americane (che ancora oggi usano i Grandi Elettori) per nominare chi andrà alla Casa Bianca. Una congiura elaborata da quattro costituzionalisti esaltati, propagata e spinta da un altro gruppo di avvocati senza scrupoli, accettato da una cerchia di fedelissimi pretoriani che perfidamente avvelenavano l’informazione politica. Un complotto fallito solo perché il vicepresidente Mike Pence, pedina determinante nella congiura, si è rifiutato di prenderne parte al piano nonostante le pressioni dell’ex presidente. Una trama destabilizzante che ha fatto da prologo all’esplosione della rabbia volutamente indotta per quanti avevano creduto alle menzogne elettorali dell’ex presidente.
Tra gli altri imputati, oltre a Donald Trump, l’ex capo dello staff della Casa Bianca Mark Meadows, l’ex sindaco di New York Rudy Giuliani, il funzionario del Dipartimento di Giustizia dell’amministrazione Trump Jeffrey Clark, gli avvocati John Eastman, Sidney Powell e Kenneth Chesebro, David Shafer, ex presidente statale del GOP che ha firmato la lista falsa dei Grandi Elettori repubblicani, Harrison William Prescot Floyd, direttore di Black Voices For Trump, Misty Hampton, responsabile della circoscrizione elettorale della contea di Coffee che ha fatto copiare elettronicamente i software delle macchinette per il voto ai tecnici mandati dall’avvocato Sydney Powell.
In tutto 19 persone con ruoli più o meno importanti per cercare di ribaltare il risultato elettorale. Ma soprattutto, dal punto di vista della pubblica accusa, un piano elaborato da più persone per commettere attività criminali, e per questo perseguibile con la legge RICO (Racketeer Influenced and Corrupt Organizations), che generalmente si applica alla criminalità organizzata. Una legge che paradossalmente Giuliani usò per combattere la mafia a New York quando era procuratore distrettuale federale, prima di diventare sindaco.
Nelle pagine del rinvio a giudizio ci sono in dettaglio decine di azioni compiute da Trump o dai suoi alleati per ribaltare la sconfitta. Sono elencate 161 violazioni della legge. Oltre alla famosa telefonata registrata dal segretario di Stato Raffensperger in cui l’ex presidente gli chiede di “trovare” un numero sufficiente di voti per fargli vincere lo Stato, figurano le intimidazioni fatte a due scrutatrici, madre e figlia, accusate ingiustamente di essere parte dei brogli elettorali, i tentativi di persuadere i legislatori della Georgia ad ignorare la volontà degli elettori e annullare il risultato elettorale e nominare una nuova lista di Grandi Elettori in sostituzione di quelli democratici.
In un episodio particolarmente aggressivo ci sarebbe stato anche un tentativo per manomettere le macchine per il voto nella contea di Coffee in Georgia e per rubare i dati delle macchine per il voto.
A differenza dello Special Counsel Jack Smith, che nei suoi rinvii a giudizio ha limitato le incriminazioni puntando essenzialmente solo sull’ex presidente lasciando pendenti le posizioni dei “co-cospiratori”, la procuratrice distrettuale Fani Willis ha rinviato a giudizio nello stesso momento tutti quelli che hanno preso parte al complotto, affermando che verrà celebrato un processo con 19 imputati e aggiungendo che intende chiedere una data per il processo entro sei mesi – e che le udienze saranno trasmesse in televisione. La tecnica di Jack Smith, più selettiva e diretta, potrebbe facilitare il “pentimento” di qualche futuro coimputato. Il processo al “gruppo” potrebbe sfuggire di mano e trasformarsi in un circo.
Trump ha denunciato le accuse, affermando in un post sulla sua piattaforma di social media che lunedì prossimo terrà una conferenza stampa e rilascerà un rapporto “inconfutabile” che dimostrerà tutte le false affermazioni di frode elettorale in Georgia fatte da Fani Willis.
Lo speaker della Camera Kevin McCarthy ha accusato il presidente Joe Biden di aver utilizzato la giustizia come arma contro Trump e ha attaccato Fani Willis, sostenendo di aver portato l’accusa nel tentativo di “raccogliere fondi per la sua carriera politica”.
Sulla stessa linea il congressman Jim Jordan. “Le accuse della Georgia sono solo l’ultimo attacco politico della CACCIA ALLE STREGHE dei Democratici contro il presidente Trump”, ha scritto su X Jordan, che dirige la commissione Giustizia della Camera. Aggiungendo “Trump Non ha fatto niente di male!”
Altri repubblicani alleati di Trump hanno criticato la procuratrice distrettuale prima ancora che i dettagli del caso fossero resi noti.
Il senatore Ted Cruz è apparso nel programma Fox News di Sean Hannity denunciando Fani Willis, prima del rilascio di qualsiasi dettaglio. “Sono inc*zzato con queste accuse, le quarte, contro Donald Trump”, ha detto Cruz, che ha perso la nomination repubblicana alla presidenza a favore di Trump nel 2016. “Questo è vergognoso. Il nostro Paese ha più di 200 anni. Non abbiamo mai incriminato un ex presidente, o un candidato di spicco alla presidenza. E questo è Joe Biden, e questi sono i Democratici che armano il sistema giudiziario perché hanno paura degli elettori”.
Allo stesso modo, il senatore Lindsey Graham che ha raccontato a Fox News come Trump abbia speso di più per le spese legali che per la campagna elettorale. Il senatore repubblicano aveva tentato di evitare di testimoniare davanti al gran giurì della contea di Fulton ma alla fine si è presentato nel novembre dello scorso anno.
La rappresentante Marjorie Taylor Greene, la “paladina” di Trump alla Camera, ha twittato che agli elettori non importa nulla delle accuse a Trump e vogliono solo che il prezzo della benzina diminuisca.
La presidente della House Republican Conference, Elise Stefanik ha definito Fani Willis una procuratrice distrettuale “radicale di estrema sinistra” che usan il suo ufficio per colpire l’ex presidente. “Queste sfacciate interferenze dell’estrema sinistra non funzioneranno”, ha detto la Stefanik. “Il presidente Trump sconfiggerà queste false accuse e riconquisterà la Casa Bianca nel 2024”.
Il governatore della Georgia Brian Kemp, che è repubblicano come tutto l’apparato politico statale, ha sempre evitato di commentare le accuse contro Trump o le elezioni del 2020. Martedì ha dichiarato invece che “le elezioni del 2020 in Georgia non sono state rubate. Da quasi tre anni, chiunque abbia prove di frode non si è fatto avanti – sotto giuramento – e ha provato qualcosa in tribunale. Le nostre elezioni in Georgia sono sicure, accessibili ed eque e continueranno ad esserlo finché sarò governatore. Nel 2024 è in gioco il futuro del nostro Paese e questo deve essere il nostro obiettivo”.