Il giorno dopo il suo terzo rinvio a giudizio Donald Trump chiede alla Corte Suprema di “intercedere” nelle sue battaglie legali e allo stesso tempo chiede soldi ai suoi sostenitori.
In un post pubblicato sulla sua piattaforma social, Truth, l’ex presidente ha ripetuto le accuse al presidente Joe Biden, sostenendo che molti casi richiederanno “enormi quantità” di tempo e denaro e lo costringeranno a usare quelle risorse per i processi. “Risorse – ha aggiunto – che sarebbero state destinate a finanziare la sua campagna presidenziale e i comizi, e invece mi toccherà spenderle per contrastare questi banditi della sinistra radicale nei tribunali di tutto il Paese”.
“Sto guidando i sondaggi – ha continuato – anche nei confronti del corrotto Joe Biden, ma questa non è una partita. È interferenza elettorale e la Corte Suprema deve intervenire”. Trump ha anche invocato il trasferimento del procedimento in una sede considerata più “imparziale” perché “impossibile avere un processo equo a Washington, dove oltre il 95% degli elettori è anti-Trump”.
“L’ultimo caso fasullo portato avanti da Biden che usa l’imbroglione e folle Jack Smith sarà auspicabilmente trasferito in una sede imparziale, come il vicino stato della Virginia, dove non ci sono pregiudizi politici”, ha detto ancora l’ex presidente proponendo lo spostamento del processo nello Stato decisamente più conservatore.
Anche l’avvocato di Trump, John Lauro, in un’intervista televisiva ha spiegato che verrà chiesto al magistrato di trasferire il processo: “Ci sono diverse opzioni, la West Virginia è vicina”, ha affermato spiegando che in questo stato l’elettorato, e quindi il bacino in cui pescare i potenziali giurati, è più “diversificato”, mentre a Washington “il 95% è per Biden”.
Nonostante gli insulti agli inquirenti e al presidente in carica, Donald Trump deve sentire il peso della gravità della sua situazione giudiziaria se si rivolge alla massima corte giudiziaria degli Stati Uniti per intervenire in una serie di procedimenti giudiziari che peraltro non sono neanche cominciati.

Ieri Trump è stato incriminato per concorso nel tentativo di frodare gli Stati Uniti, ostruzione del processo democratico e contro i diritti dei cittadini, per il suo tentativo di sovvertire il risultato delle elezioni del 2020. L’altro procedimento federale per cui è stato rinviato a giudizio è quello dei documenti top secret che aveva portato via dalla Casa Bianca dopo aver lasciato la presidenza, e poi nascosto a Mar-a-Lago.
Poi c’è il processo a New York, per la distrazione di fondi per uso elettorale usati per tacitare la pornostar Stormy Daniels che voleva rivelare la sua relazione pochi giorni prima delle elezioni del 2016. Tre procedimenti giudiziari mentre in Georgia è imminente per l’ex presidente il rinvio a giudizio per i tentativi di forzare i funzionari locali a cambiare l’esito del risultato elettorale nello Stato. Un procedimento, questo, che si intreccia, ma con angolature diverse, con quello federale per il quale è stato incriminato ieri.
Da capire ora come tutta questa complicata matassa giudiziaria verrà sbrogliata. Da aggiungere che il procuratore distrettuale di New York, Alvin Bragg, si era offerto di spostare il procedimento giudiziario per i pagamenti in nero a Stormy Daniels che avrebbe coinciso con quello della Florida per i documenti portati a Mar A Lago.
Insomma sull’ex presidente si è abbattuta una tempesta giudiziaria per la quale, come suo stile, non accetta le responsabilità e accusa gli altri, in special modo il presidente Joe Biden, di averlo preso di mira usando il Dipartimento della Giustizia.

Il giorno dopo la terza incriminazione i sondaggi non condividono le sue affermazioni. Secondo l’indagine demoscopica condotta da ABC News e Ipsos, due terzi degli americani (65%) affermano che le accuse che l’ex presidente deve affrontare per gli sforzi per ribaltare le elezioni del 2020 sono serie. Una percentuale maggiore di quella percepita per le accuse che deve affrontare per la gestione dei documenti classificati (61%) o per le accuse relative a un pagamento in denaro segreto che deve affrontare a New York (52%).
La maggior parte degli intervistati (51%) descrive le nuove accuse come “molto gravi”, rispetto al 42% che lo ha affermato sulle accuse di documenti e al 30% sul caso del denaro segreto.
La maggioranza delle persone interrogate nel sondaggio afferma che Trump doveva essere rinviato a giudizio (52% contro il 32% che afferma che invece non avrebbe dovuto essere accusato) e circa la metà degli intervistati sostiene che dovrebbe sospendere la sua campagna presidenziale (mentre il 36% che dice che non dovrebbe e il 15% che dice di non saperlo). Una quota considerevole descrive le nuove accuse come politicamente motivate (46%), mentre il 40% ritiene di non avere motivazioni politiche. Ci sono ampi divari partigiani riguardo alla gravità delle nuove accuse, con il 91% dei democratici che le definisce serie insieme al 67% degli indipendenti, anche se solo il 38% dei repubblicani è d’accordo.
In un altro sondaggio, condotto dalla Reuters con Ipsos, i problemi legali dell’ex presidente potrebbero portare seri rischi alla sua candidatura in vista delle elezioni del 2024. Il sondaggio ha rilevato che il 45% degli intervistati repubblicani ha affermato che non sosterrebbe Trump se fosse stato condannato per un crimine, mentre il 52% di quegli stessi intervistati ha affermato che non sosterrebbe Trump se fosse attualmente in prigione.

Biden ha più volte sottolineato l’indipendenza del dipartimento di Giustizia nel prendere le sue decisioni, mentre il super procuratore Jack Smith, che guida l’inchiesta sul 6 gennaio 2021, e il procuratore generale Merrick Garland hanno difeso l’integrità del dipartimento e dell’FBI, più volte accusate da Trump di agire per fini politici.
Infine anche 18 parlamentari democratici si sono rivolti alla Corte Suprema per chiede la copertura televisiva del processo a Trump per il tentativo insurrezionale del 6 gennaio 2020.”In qualità di organo decisionale per i tribunali federali, la Conferenza Giudiziaria ha storicamente sostenuto una maggiore trasparenza e l’accesso del pubblico alle attività dei tribunali”, si legge nella lettera. “Data la natura delle accuse mosse in questo caso, è difficile immaginare una circostanza più importante e storica di una ripresa televisiva. Se il pubblico deve accettare pienamente l’esito, sarà di vitale importanza per gli americani essere testimoni diretti di questo avvenimento senza precedenti”.