Un viaggio lampo con un’agenda fittissima. Il ministro degli interni Matteo Piantedosi ha incontrato al Consolato di New York anche la comunità italiana. Alle grandi intese con la Casa Bianca si aggiungono le differenze con il sindaco Adams sulla regolamentazione della Cannabis.
Ministro, a Washington ha partecipato alla conferenza Aspen 2 sul ruolo dell’Occidente nei futuri equilibri geopolitici. Da Ministro, in che modo crede che una maggiore stabilità interna dell’Italia possa influire sull’immagine del Paese a livello internazionale?
“La stabilità interna che l’Italia ha in questo momento – con una maggioranza di governo ampia, votata dai cittadini, con una visione strategica unitaria e con un lungo orizzonte di durata – rafforza non solo l’immagine ma anche la credibilità e il potere negoziale del nostro Paese a livello internazionale. Le posizioni assunte con chiarezza dal Presidente Giorgia Meloni e dall’intero Consiglio dei Ministri in pieno accordo con il Parlamento fin dall’inizio della legislatura, sull’Ucraina così come su tutte le altre questioni di interesse globale, vedono l’Italia saldamente ancorata ai valori atlantici ed europei.
Italia stabile al proprio interno vuol dire Occidente più forte e questo è ciò che oggi rilevano e su cui puntano i nostri partner internazionali, anche in vista della presidenza italiana del G7 dal prossimo primo gennaio 2024. L’autorevolezza con cui l’Italia viene oggi percepita nei principali consessi globali è un elemento fondamentale per la riuscita delle politiche europee ed occidentali, tanto più in un momento in cui i venti di guerra spirano purtroppo ancora troppo forti. Il ruolo centrale del nostro Paese è emerso chiaramente in questi giorni di mia visita negli Stati Uniti, ma sarà ancora più chiaro con l’arrivo ormai prossimo della Presidente Meloni”.
Gli Stati Uniti stanno affrontando un’ondata senza precedenti di migranti dal confine meridionale e la stessa New York fatica a trovare luoghi in cui accomodare le persone che arrivano in città. Esiste un parallelo tra la situazione statunitense e quella dell’Italia? In che modo il Ministero dell’Interno sta affrontando la questione dell’immigrazione per garantire la sicurezza dei confini e il controllo dell’ingresso di migranti nel paese?
“La questione che mi pone dimostra che quello dell’immigrazione è un tema globale, comune alle grandi democrazie. Sebbene le rotte migratorie che portano negli Usa siano diverse da quelle che arrivano in Italia nella sua dimensione di confine sud dell’Unione europea, le modalità di gestione dei flussi sono le stesse.
Proprio su questo mi sono confrontato con il Segretario per la Sicurezza Interna degli Stati Uniti, Alejandro Mayorkas. L’obiettivo è quello di mettere a fattor comune le best practices italiane, europee e statunitensi, ma anche di “rassicurare” i partner atlantici dell’Italia che, nonostante la forte pressione migratoria, il governo di Roma ha saldo il controllo della situazione.
Nel merito, la strategia del governo italiano poggia su due pilastri essenziali: da un lato il contrasto ai flussi irregolari, la lotta ai trafficanti per evitare le morti in mare che si verificano durante le pericolose traversate, la riduzione delle partenze e l’aumento dei rimpatri; dall’altro il potenziamento dei canali legali di ingresso e il rilancio della cooperazione allo sviluppo, per incidere sulle cause profonde della migrazione.
Una sfida da affrontare a livello di Unione europea. Allo stesso tempo, entro i confini nazionali italiani abbiamo adottato provvedimenti normativi volti a rendere più efficiente il sistema di accoglienza e più dignitose le condizioni di permanenza di chi inevitabilmente arriva sulle nostre coste”.
A New York il sindaco Eric Adams, un ex poliziotto, ha dato e sta dando enorme importanza al tema della sicurezza in città. Lei quali iniziative sta promuovendo per rafforzare la collaborazione internazionale nel campo della sicurezza? Ha avuto modo di parlare con Adams e ha visto qualcosa da cui crede di poter prendere spunto?
“La collaborazione Italia-Stati Uniti nel campo della sicurezza è massima. Ciò che il mio ministero sta facendo nelle città italiane è cercare di aumentare il grado di sicurezza attraverso le operazioni cd. ‘ad alto impatto’ nelle aree adiacenti alle stazioni. Questo modulo di intervento è stato esteso anche ad altri ambiti cittadini, interessati dal fenomeno della cd. malamovida e dallo spaccio di sostanze stupefacenti che pregiudicano la sicurezza dei cittadini. L’obiettivo sono nuove e più incisive misure di prevenzione, garantendo il potenziamento della presenza dello Stato e una risposta concreta al bisogno di protezione da paventati atti criminali.
Allo stesso modo, è in atto sull’intero territorio nazionale una precisa strategia di intervento e di raccordo interistituzionale contro le occupazioni abusive di immobili. Fermo restando che nessun intervento avviene a scapito di bambini, anziani o persone fragili, gli sgomberi costituiscono anche il presupposto di più incisive azioni di rigenerazione urbana di quartieri e aree degradate, fornendo anche un fondamentale contributo nella costruzione di risposte ai fenomeni di marginalità sociale”.
Come sta affrontando il Ministero dell’Interno la sfida della sicurezza cibernetica e quali azioni sono state intraprese per proteggere i cittadini dagli attacchi informatici?
“La sicurezza informatica per l’Italia è un’assoluta priorità. In quest’ottica, abbiamo dotato il Paese di un’architettura di sicurezza cibernetica nazionale con uno specifico Servizio della Polizia di Stato, competente su quattro macro aree criminali: pedopornografia on-line, hacking e crimini informatici, financial cyber-crime e cyber-terrorismo.
Per la protezione delle reti strategiche delle infrastrutture critiche, l’Italia ha poi sviluppato un modello operativo di eccellenza: il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC).
L’istituzione nel 2021 dell’Agenzia Nazionale per la cybersicurezza, facente capo direttamente al Presidente del Consiglio dei Ministri, completa il modello di protezione del nostro Paese”.
Quali sono i principali piani del Ministero dell’Interno per contrastare la minaccia del terrorismo internazionale e garantire la sicurezza dei cittadini italiani all’estero?
“Per affrontare le sfide che la dimensione globale della minaccia terroristica implica, soprattutto in ragione della capacità di rinnovare costantemente le metodologie di aggressione, l’Italia persegue, sia a livello internazionale che interno, la condivisione delle informazioni rilevanti tra i competenti organismi di polizia e di intelligence e tra le autorità dei diversi Stati. Ciò consente di parametrare in modo efficace la risposta securitaria sotto un aspetto preventivo e, al contempo, di assicurare successi sotto il profilo investigativo. Un importante contributo in tal senso è offerto dall’attività del Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (CASA), istituito nel 2004: una sintesi tra l’analisi più investigativa di polizia e quella di intelligence pura. Una mirata e accurata condivisione delle informazioni consente altresì l’adozione di ogni utile misura di sicurezza nei Paesi nei quali vi potessero essere potenziali target italiani”.
A New York stanno nascendo i primi negozi regolamentati di cannabis legale. Il 6 luglio ha aperto il primo punto vendita del Bronx e i rappresentanti della città presenti all’inaugurazione hanno elogiato questo tipo di attività definendole un contrasto alla criminalità. Che opinione ha lei su questo tema?
“Il nostro approccio è differente. Sulla commercializzazione di canapa, lo scorso 16 febbraio ho dato indicazione ai Prefetti di mantenere alta l’attenzione sull’osservanza del divieto di cessione, messa in vendita ovvero commercializzazione al pubblico a qualsiasi titolo di cannabis e, in particolare, di foglie, inflorescenze, olio e resina, ottenuti dalla coltivazione della predetta varietà di canapa.
Una decisione dettata da preminenti ragioni di tutela della salute e della sicurezza dei cittadini, ma anche una decisione in linea con le due direttrici di intervento già positivamente sperimentate negli ultimi anni, ossia, da un lato, l’azione di sensibilizzazione degli operatori commerciali, chiamati a conformarsi al chiaro dettato normativo nella materia, dall’altro, la mirata e coordinata azione di controllo, che dovrà dispiegarsi sul territorio secondo i canoni della più ampia condivisione anche con le Amministrazioni locali e l’Autorità giudiziaria”.