Il Corpo dei Marines degli Stati Uniti si trova senza un leader confermato dal Senato per la prima volta in più di cento anni per colpa del blocco imposto da un senatore repubblicano sulle nomine militari. Il generale David Berger, comandante del Corpo dei Marines, ha rinunciato al comando dopo una carriera di oltre 40 anni e il suo successore, il generale Eric Smith, è ancora in attesa di conferma a causa dello stop imposto dal senatore Tommy Tuberville dell’Alabama.
Il segretario alla difesa Lloyd Austin ha sottolineato l’importanza di una transizione di leadership stabile e ordinata e ha fatto appello al Senato affinché faccia il proprio dovere nel confermare i leader militari. Berger ha più volte rimarcato l’urgenza di avere un comandante in carica e ha chiesto al Senato di prendere provvedimenti.
Il blocco di Tuberville è motivato dalle politiche del Pentagono riguardanti la “salute riproduttiva”: norme che prevedono un sostegno aggiuntivo ai militari e ai loro familiari che devono viaggiare in un altro stato per ottenere un aborto. Berger ha espresso la sua preoccupazione riguardo alla polarizzazione delle questioni militari e ha chiesto di lasciare fuori la politica dai Marines.

Tuberville ha difeso la sua scelta sostenendo che sia l’unico potere di cui dispone come senatore di minoranza e ha respinto le preoccupazioni riguardanti l’impatto sulla prontezza militare ricordando come il processo di conferma si potrebbe svolgere votando su ogni nominato in modo individuale, invece che di gruppo.
Il blocco di Tuberville ha infatti impedito l’approvazione di oltre 200 nomine di ufficiali generali e ammiragli che di solito avvengono tramite “unanimous consent”, un processo che consente consente l’approvazione di molte nomine in una volta sola.
Il generale Smith, sebbene non confermato, ha l’autorità per agire in quanto assistente del comandante in carica, ma le ripercussioni sul funzionamento interno dell’apparato militare ha spinto il senatore democratico Jack Reed a condannare il blocco di Tuberville definendolo “un insulto al Corpo dei Marines e a tutti i membri del servizio”. Lo stop ha conseguenze non solo per Smith, ma anche per altre cariche come i comandanti delle Forze di spedizione marine I e III, i che potrebbero essere temporaneamente sostituiti da generali di grado inferiore se i loro successori non verranno a breve confermati dal Senato.