Avanti un altro. L’ex governatore del New Jersey, Chris Christie annuncia la sua candidatura per le primarie presidenziali nel partito repubblicano. Domani ci sarà l’annuncio ufficiale dell’ex vicepresidente Mike Pence. Il gruppo già include Donald Trump, il governatore della Florida Ron DeSantis, l’ex ambasciatore delle Nazioni Unite Nikki Haley, il senatore della South Carolina, Tim Scott, l’ex governatore dell’Arkansas Asa Hutchinson, il giornalista radiofonico superconservatore Larry Helder, l’imprenditore Vivek Ramaswamy.
Altri candidati sono in surplace, in attesa di vedere cosa accadrà all’ex presidente con tutte le sue pendenze giudiziarie. Tra tutti l’ex parlamentare Liz Cheney “che – scrive il Washington Post – come nel proverbio cinese, è seduta sulla riva del fiume in attesa di vedere passare il corpo del suo nemico”. Aspettano gli eventi anche il governatore del New Hampshire Chris Sununu, poi c’è Marco Rubio, il senatore della Florida, candidato a giorni alterni. Così come il senatore del Texas Ted Cruz, anche lui professa grande amicizia per l’ex presidente, ma attente gli sviluppi giudiziari di Trump.
Il primo vero appuntamento politico per la lunga corsa per la Casa Bianca ci sarà tra otto mesi, il 22 gennaio. In questo giorno nello stato dell’Iowa ci sarà il caucus repubblicano, le assemblee locali del partito in cui vengono scelti, tra infinite mediazioni, i delegati che alla Convention voteranno per il candidato ufficiale del partito. Il caucus democratico in Iowa ci sarà a marzo.
Per Christie sarà il secondo tentativo per cercare di ottenere la nomina del partito. Nel 2016, dopo aver perso le primarie contro Trump era diventato un suo stretto consigliere. Hanno rotto i legami dopo che l’ex presidente si è rifiutato di accettare i risultati delle elezioni del 2020.

Christie da governatore del New Jersey ha mostrato il suo carattere autoritario, diretto, più portato allo scontro che non alla mediazione. Si presenta come l’unica persona con il coraggio di affrontare faccia a faccia Trump e ha avvertito i suoi compagni di partito che se lui non verrà nominato ci sarà una ripetizione delle presidenziali del 2020.
“Non sono stupido. Il modo per vincere è battere Trump. Una sfida frontale e diretta per bloccargli la possibilità di ottenere la nomina del partito “, ha recentemente affermato in un’intervista.
I repubblicani anti-Trump sono particolarmente ansiosi di vedere Christie contrastare Trump in un dibattito, se, ovviamente, Trump accetterà di partecipare e se Christie soddisferà i nuovi rigorosi criteri stabiliti dal Comitato nazionale repubblicano per prenderne parte.
Ma anche in casa democratica ci sono gli sfidanti alla nomina di Biden. Robert Kennedy Jr, ad esempio, figlio dell’ex senatore ucciso a Los Angeles nel 1968 che continua a sparare teorie cospirazioniste oltre a quella dei vaccini (l’ultima è che le case farmaceutiche sono la causa delle stragi quotidiane), ma anche la sempre presente Marianne Williamson, scrittrice californiana, spiritualista e pastore protestante mai presa sul serio. Fu sua la profezia dell’elezione di Trump nel 2016 quando disse a David Brooks del New York Times che l’allora candidato repubblicano rappresentava “il ventre oscuro della società americana. Una forza psichica che riesce a coagulare l’odio collettivo di questo paese. Un gioco politico interno non sarà in grado di sconfiggerlo. L’unica cosa che lo sconfiggerà è una rivolta morale del popolo americano”.

A loro due si è aggiunto l’attivista e filosofo progressista Cornel West che ha annunciato la sua candidatura formale con il Partito popolare di sinistra, fuori dai democratici, ma alla ricerca dei consensi delle fasce più liberali dei dem. Nel video dell’annuncio pubblicato su Twitter, che ha ricevuto 11,5 milioni di visualizzazioni nella tarda serata di lunedì, West, 70 anni, ha affermato che sta entrando nella campagna presidenziale “per la ricerca della verità” e che si candida come candidato di un terzo partito perché “nessuno dei democratici vuole dire la verità su Wall Street, sull’Ucraina, sul Pentagono, su Big Tech”.
Più conosciuto per il suo attivismo accademico, West ha insegnato a Yale, Harvard e Princeton, ed è attualmente professore di filosofia e pratica cristiana presso l’Union Theological Seminary di New York City. In precedenza aveva attirato l’attenzione per le sue profonde critiche all’ex presidente Barack Obama e ha lasciato pubblicamente la Harvard Divinity School nel 2021 per una disputa sul mandato, accusando la scuola di “un profondo fallimento intellettuale e spirituale”.
West è stato anche uno stretto amico e confidente del senatore del Vermont Bernie Sanders. Il Partito popolare è stato fondato da Nick Brana, ex collaboratore della campagna di Sanders durante la sua elezione del 2016.
In un’intervista con Chris Hedges, giornalista e ministro presbiteriano, West ha spiegato perché sta prendendo posizione contro quello che definisce un sistema dualista “parassitario”, attaccando sia il presidente Joe Biden che l’ex presidente Donald Trump.
“Trump mente”, ha detto West a Hedges, “Tutti sanno che è un criminale. Tutti lo sanno che è un gangster. Eppure, allo stesso tempo, il meglio che il partito democratico è riuscito finora a proporre sono la menzogna e l’ipocrisia”.
Discussion about this post