Donald Trump e gli agenti dell’Fbi giocavano a guardie e ladri nella residenza-club del golf dell’ex presidente a Mar A Lago in Florida.
Con una regia ben studiata due dipendenti del club erano stati addetti a spostare gli scatoloni in cui erano stati nascosti i documenti portati via dalla Casa Bianca. Li trasferivano da una stanza ad un’altra per non farli trovare in caso fossero arrivati gli agenti. È quanto scrive il Washington Post sui dossier riservati che l’ex presidente non aveva restituito agli Archivi Nazionali dopo aver lasciato l’Ufficio Ovale.
Secondo l’influente quotidiano della capitale, le scatole sono state spostate il 2 giugno 2022, un giorno prima che Jay Bratt, un alto funzionario del Dipartimento di Giustizia, arrivasse al club con due agenti dell’FBI per raccogliere le cartelle portate via da Washington. Alcuni documenti furono restituiti in quella occasione, ma non tutti. E quando dai National Archives venne segnalato che mancavano molti altri documenti scattò il mandato di perquisizione dell’8 agosto dello scorso anno. In quell’occasione vennero sequestrati centinaia di cartelle con informazioni e analisi riservate, molte delle quali con l’indicazione “Top Secret”.
Alcune settimane fa il procuratore speciale Jack Smith aveva convocato e interrogato i responsabili della sicurezza della Trump Organization, la holding dell’ex presidente, per avere i filmati delle telecamere di sicurezza di Mar A Lago.

L’avvocato John Irving, che difende uno dei due dipendenti di Trump che sono stati interrogati dagli inquirenti, ha affermato che il suo cliente non sapeva quale fosse il contenuto degli scatoloni e che stava solo cercando di aiutare Trump e un suo assistente, Walt Nauta, a spostarli.
I modi e le tempistiche di quanto scoperto, scrive sempre il Washington Post, sono fondamentali per stabilire se Trump abbia volutamente ostruito le indagini del Dipartimento della Giustizia in modo da non consegnare le centinaia di documenti riservati che aveva portato via dalla Casa Bianca. Ma non solo: secondo quanto afferma il giornale Trump era solito tenere i documenti riservati anche nel suo ufficio per mostrarli e fare colpo sui suoi interlocutori.
Dopo queste rivelazioni gli avvocati di Trump hanno chiesto un incontro con il ministro della Giustizia Merrick Garland. E‘ opinione diffusa che quanto prima l’ex presidente verrà incriminato per questa vicenda. Secondo il Washington Post il gran giurì non si è riunito dal 5 maggio, la pausa più lunga da dicembre. E questa sarebbe una indicazione che sono terminate le testimonianze, un passo che precede le raccomandazioni dei giurati alla pubblica accusa.
Le indagini continuano, invece, sull’altro filone delle inchieste federali, quello sul tentativo insurrezionale del 6 gennaio, sempre condotta dallo Special Counselor Jack Smith.

Da giorni con insistenza circola la voce che l’ex capo di gabinetto di Trump, Mark Meadows, stia collaborando all’inchiesta. Meadows era con Trump il 6 gennaio durante l’insurrezione ed è una figura chiave dei drammatici momenti sia dell’assalto al Congresso che della strategia dell’ex presidente per cercare di ribaltare il risultato delle elezioni. Non si sa se Meadows abbia testimoniato davanti al gran giurì dopo la convocazione emessa a febbraio. Trump si era opposto invocando il privilegio esecutivo nel rapporto che aveva con il suo stretto collaboratore, ma un tribunale federale ha respinto la sua richiesta affermando che il privilegio esecutivo decade al momento in cui viene meno la carica presidenziale.
Meadows ha già consegnato un documento PowerPoint di 38 pagine che conteneva piani per ribaltare le elezioni del 2020 in modo da poter dichiarare un’emergenza nazionale per annullare la vittoria di Biden. In precedenza sia Mark Meadows che il suo vice, Dan Scavino, si erano rifiutati di testimoniare davanti la Commissione d’Inchiesta della Camera. I parlamentari avevano raccomandato che i due fosse deferiti dal Department Of Justice, ma questa richiesta venne respinta.
Infine le indagini della Procura Distrettuale della Georgia sul tentativo di Donald Trump di convincere il segretario di Stato Brad Raffensberger, che registrò la telefonata, di trovargli 11 mila 780 voti in modo da poter ribaltare la vittoria di Biden alle elezioni presidenziali.
Fani Willis, il District Attorney della contea di Fulton, quella di Atlanta, ha detto che renderà pubblica la decisione del gran giurì ad Agosto e che teme che in seguito alla decisione che ci possano essere problemi per l’ordine pubblico.