«Se continui a diffamarla continueremo a farti causa».
Questo il succo del messaggio che gli avvocati di E. Jean Carroll hanno fatto arrivare all’ex presidente Donald Trump. Lo scorso martedì una giuria di Manhattan ha ritenuto Trump responsabile di aver abusato sessualmente della Carroll nel camerino di un grande magazzino di New York, nel 1996. Lo ha inoltre ritenuto responsabile di averla diffamata quando anni dopo l’ha accusata di essere una bugiarda in cerca di fama e denaro. La giuria non solo ha dato ragione all’ex giornalista, ma le ha riconosciuto un risarcimento di 5 milioni di dollari.
E nonostante la sconfitta in tribunale, Donald Trump la sera dopo ha partecipato a un townhall organizzato nel New Hampshire dalla CNN, e ha di nuovo sciorinato una raffica di falsità e insulti sulla donna. Nel corso della serata, in cui ha ripetuto bugie da tempo pienamente smentite e teorie politiche bislacche e inquietanti, ha definito la Carroll «una squilibrata», ha sostenuto che la sua accusa di stupro era «falsa», e ha volto al ridicolo e falsato la ricostruzione di quell’incontro fatta dalla donna, riscuotendo risatine complici da un pubblico formato quasi esclusivamente da repubblicani.
Trump ha anche sostenuto che la giornalista era brutta e aveva 60 anni, quando invece ne aveva poco più di 40 ed era molto bella, quasi una copia gemella della sua seconda moglie, la modella Marla Maples.
Lo show misogino e volgare che Trump ha offerto sulla Carroll di fatto ha ripetuto quello per cui la donna lo aveva denunciato per diffamazione. E mentre Trump ha fatto appello, pare che anche lei si rimetterà nelle mani dell’avvocato, per un nuovo round di denunce. Ci potremo trovare fra pochi mesi, nel mezzo della campagna elettorale, con l’ex presidente oggetto di due processi sullo stupro del 1996: il processo di appello voluto da lui e la nuova denuncia per diffamazione lanciata da lei.
Intanto il giudice che sta seguendo un altro processo, quello per falso in bilancio per cui Trump è stato arrestato (e rilasciato) lo scorso 4 aprile, ha convocato l’ex presidente per un’udienza virtuale nella quale verrà ammonito a non divulgare informazioni riservate sul procedimento e a non attaccare i testimoni. La decisione del giudice è venuta proprio il giorno dopo che Trump è apparso nel forum della CNN, lanciandosi in ripetute bugie e attacchi personali.