C’erano un’italiana, un americano, un polacco, un francese e un albanese.
Quello che potrebbe sembrare l’inizio di una barzelletta è invece una ben più seria lista di “leaders politici anti-Soros” stilata da Miranda Devine, editorialista conservatrice del New York Post.
Il quotidiano della Grande Mela – di proprietà del magnate australiano Rupert Murdoch e tradizionalmente vicino alle posizioni del Partito Repubblicano – ha fatto i nomi della premier italiana Giorgia Meloni, oltre a quelli del governatore GOP della Florida Ron DeSantis, del nazionalista polacco Jarosław Kaczynski, del senatore repubblicano francese Bruno Retailleau e del conservatore albanese Belind Këlliçi.
Il loro ‘merito’ è quello di star tenendo testa al controverso imprenditore e filantropo statunitense di origini ungheresi George Soros, fondatore delle Open Society Foundations (il cui scopo è promuovere pluralismo e liberalismo). Il suo nome è però da almeno trent’anni al centro di tesi cospirazioniste che lo vedono come deus ex machina del globalismo e dell’immigrazione incontrollata.
“Chi conosce il 92enne Soros sostiene che gli piaccia fomentare il caos nella vicina New York e in altre parti del mondo”, scrive Devine, “perché crede che solo rovesciando lo status quo possa emergere una società liberale e globalista più perfetta”.
Nello specifico, la leader di Fratelli d’Italia viene elogiata per aver “accusato Soros di finanziare le ONG per incoraggiare l’immigrazione di massa, di cercare di ‘minare i valori tradizionali’ della società italiana e di promuovere un”agenda globalista’.”
Le dichiarazioni risalgono all’agosto del 2020, quando Meloni si disse “orgogliosa” di essere nemica dell’ungherese, bollato come “‘filantropo’ tanto apprezzato dalla sinistra mondialista nostrana” che “specula sulle disgrazie della gente, finanzia l’immigrazione di massa e destabilizza la società e la cultura di interi popoli”.
A DeSantis, possibile candidato repubblicano alla Casa Bianca, viene invece riconosciuto il merito di aver “incolpato Soros di spingere i programmi liberali sui bambini e di minare la legge e l’ordine finanziando i procuratori progressisti”.
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