“Donald Trump aveva architettato un piano strategico per ribaltare il risultato delle elezioni presidenziali del 2020”.
Questo il j’accuse contenuto nel rapporto finale preparato dalla Commissione d’Inchiesta della Camera che ha reso note le conclusioni delle indagini durate 18 mesi. Non solo indagini e testimonianze, ma anche raccomandazioni sui cambiamenti necessari per garantire che nulla di simile possa accadere in futuro. Inclusa la raccomandazione di prendere in considerazione la possibilità di impedire all’ex presidente Donald Trump di ricoprire cariche pubbliche a causa del suo ruolo nell’incitamento all’insurrezione.
Dopo che tre giorni fa la commissione aveva votato per deferire formalmente alla magistratura federale l’ex presidente per incitamento all’insurrezione, cospirazione per frodare gli Stati Uniti, ostruzione di un atto del Congresso. Sebbene i deferimenti non costringano il Dipartimento della Giustizia a intraprendere alcuna azione, resta un fortissimo segnale della Camera che ritiene che l’ex presidente abbia commesso crimini.
“Il lavoro della Commissione sottolinea che le istituzioni democratiche sono forti solo quanto viene rispettato l’impegno di coloro a cui sono affidate”, ha scritto la speaker della Camera Nancy Pelosi in una prefazione al rapporto.
In otto capitoli il comitato condensa testimonianze e prove ottenute con più di 1.000 persone intervistate per sostenere che Trump ha orchestrato un piano per rimanere in carica nonostante la sua sconfitta elettorale, facendo pressioni sui funzionari statali, sul Dipartimento di Giustizia e sul suo stesso vicepresidente e alla fine, quando nessuna delle sue macchinazioni ha avuto l’effetto sperato ha lanciato i suoi sostenitori a commettere le violenze in suo nome.
Il rapporto era in gran parte una versione ampliata della serie di udienze tenute quest’estate, con gli argomenti dei capitoli che rispecchiano i temi di quelle sessioni. Tra queste, le bugie diffuse da Trump sulle elezioni, la creazione di false liste di elettori a lui favorevoli negli stati vinti dal presidente Biden e la campagna di pressione dell’ex presidente contro i funzionari statali, il Dipartimento di Giustizia e l’ex vicepresidente Mike Pence.
Il comitato aveva già pubblicato il riassunto esecutivo del rapporto, un resoconto legale di 154 pagine dei disperati tentativi di Trump a rimanere al potere dopo aver perso le elezioni del 2020.
Mercoledì e giovedì il comitato ha anche rilasciato più di 40 trascrizioni di testimonianze, che evidenziavano come quasi tutti i più stretti collaboratori dell’ex presidente hanno invocato il Quinto Emendamento della Costituzione, quello che dà la facoltà di non rispondere alle domande degli inquirenti per non autoincriminarsi. Tra loro l’ex consigliere per la sicurezza nazionale Flynn, il leader dei Proud Boys Enrique Tarrio, il leader di Oath Keepers Stewart Rhodes, il conduttore di Infowars Alex Jones, l’ex consigliere della campagna di Trump Roger Stone e gli avvocati sostenuti da Trump John Eastman e Jenna Ellis.
Tra le raccomandazioni del comitato c’è una possibile revisione dell’Insurrection Act e il rafforzamento del divieto espresso dal 14 ° emendamento che blocca a quanti hanno cospirato contro lo Stato di ricoprire cariche.
La Commissione d’Inchiesta nel rapporto ha anche affermato che il Congresso dovrebbe prendere in considerazione l’approvazione di una legislazione per rafforzare il potere delle Commissioni future di convocare testimoni e aumentare le sanzioni contro coloro che minacciano i lavoratori ai seggi elettorali.
Il comitato ha anche riferito che nell’anno che ha preceduto l’attacco del 6 gennaio ci sono stati almeno nove incidenti in cui manifestanti di estrema destra sono entrati nelle sedi governative con la forza, e che almeno quattro di queste incursioni nelle capitali — in Michigan, Idaho, Arizona e Oregon – hanno coinvolto persone che in seguito hanno partecipato all’attacco al Campidoglio.
Nelle conclusioni viene affermato anche che Trump, parlando ai sostenitori sull’Ellipse dopo che li aveva invitati a “riprendersi il nostro paese” e a “camminare lungo Pennsylvania Avenue”, ha preso di contropiede gli agenti dei servizi segreti che hanno improvvisato una squadra di protezione “per attraversare la folla” nel caso in cui il presidente si fosse recato tra i dimostranti, mentre altri agenti creavano un piano di emergenza “se le cose non fossero andate per il verso giusto”.
Le conclusioni della Commissione più volte sottolineano il fatto che Trump fosse a conoscenza che le sue azioni “erano illegali” e che non ha mai ordinato il dispiegamento della Guardia Nazionale una volta che l’attacco era in corso.