Donald Trump con il piede sull’acceleratore continua fare campagna elettorale per i “suoi” candidati alle elezioni di martedì prossimo e a stimolare il suo elettorato parlando di una sua ricandidatura alla Casa Bianca prima del Giorno del ringraziamento. Una scelta di tempo per sfruttare l’atteso successo repubblicano alle consultazioni di Midterm e bruciare i suoi rivali. Da vedere se il suo piano, basato sul successo dei candidati da lui scelti andrà in porto e se il Dipartimento della Giustizia non lo rinvierà a giudizio prima del suo annuncio.
Parlando ieri sera a Sioux City in Iowa in un comizio in sostegno del senatore Chuck Grassley, che ha 89 anni, Donald Trump ha ribadito che sono molte le possibilità che possa ricandidarsi alle presidenziali del 2024. “E ora, per rendere il nostro Paese vincente, sicuro e glorioso, molto, molto, molto probabilmente lo farò di nuovo”, ha detto Trump riferendosi alla sua candidatura. Dopo che la folla ha iniziato a scandire il suo nome, l’ex presidente si è rivolto agli elettori del Gop dicendo: “Preparatevi, è tutto quello che vi dico, molto presto”.
Il Cook Political Report, che è un think tank apartitico di Washington, nella sua ultima analisi ha previsto che i repubblicani otterranno alle prossime elezioni sia il controllo del Senato che quello della Camera. Jessica Taylor, redattore del rapporto, ha affermato nella sua analisi che le previsioni sono cambiate in favore dei repubblicani perché l’elettorato indipendente negli ultimi tempi ha visto più convincente il partito di opposizione sugli argomenti economia e inflazione. Un fatto questo che ha suscitato motivazioni più forti di quelle dei democratici sull’aborto. Taylor ha comunque sottolineato le generali incertezze di queste elezioni al Senato perché il vantaggio dei repubblicani nei sondaggi è inferiore al margine di errore del 3% ma ha detto che uno scenario molto possibile è che i repubblicani conquistino fino a tre seggi, mentre alla Camera potrebbero prenderne fino a 20.
Analisi che, secondo la Casa Bianca, non tengono conto della reale situazione economica del Paese e che inflazione come la conseguenza della forzata inattività produttiva e della distribuzione dovuta alla pandemia e che non colpisce solo gli Stati Uniti ma è un problema globale. Proprio oggi il presidente ha enfatizzato i dati sull’occupazione che ha visto ad ottobre un balzo ben oltre le attese, raggiungendo le 261 mila unità contro le previste 200 mila. A settembre, erano pari a 263 mila. Dati che mostrano un andamento positivo per il mercato del lavoro ma intensificano i timori di una stretta più vigorosa dei tassi da parte della Fed nella lotta all’inflazione.

Un relativo peggioramento del mercato del lavoro è quindi, paradossalmente, auspicato e atteso. Da oltre un anno il mercato del lavoro è molto rigido a causa della carenza di manodopera. I datori di lavoro hanno difficoltà ad assumere e aumentano i salari per trattenere i dipendenti. Un giro vizioso questo che contribuisce a far salire i prezzi… e l’elettorato americano, è un fatto risaputo, vota con il portafoglio in mano e i repubblicani hanno cavalcato il malcontento.
Ieri a New York l’ex presidente ha subito un novo smacco giudiziario. Il giudice che gestisce la causa per frode avviata dal procuratore generale di New York Letitia James contro la Trump Organization e la famiglia Trump ha stabilito che le attività aziendali dovranno essere supervisionate da un controllore indipendente.
Nella decisione il giudice Arthur Engoron ha nominato un supervisore che limita la libertà della società di fare affari in modo indipendente. Un modo per impedire che società possa modificare la propria struttura aziendale, vendere o trasferire beni non monetari o concludere affari senza la sua supervisione. L’ex presidente in un post su Truth Social ha descritto Engoron come un “giudice pazzo di sinistra radicale a New York City” che “si rifiuta di lasciare andare il caso. È un disastro partigiano. Un sistema truccato e corrotto!”
Engoron è il magistrato nella causa civile intentata dal procuratore generale di New York Letitia James contro Trump, la sua compagnia e tre dei suoi figli adulti che accusa Donald Trump di aver manipolato il valore dei beni nell’ambito di un piano per frodare banche e creditori, maggiorando il valore dei suoi beni. Letitia James ha chiesto una penalizzazione di 250 milioni di dollari per la società e vietare a Trump di fare affari a New York per la presunta frode, e ha chiesto con successo la nomina del funzionario perché crede che la società stia ancora infrangendo la legge.
Dalla Florida Donald Trump ha avviato questa settimana una causa contro Letitia James che accusa di condurre “una crociata implacabile, perniciosa, pubblica e impenitente” politicamente motivata contro lui e i suoi interessi commerciali.