È sempre l’Arizona lo stato degli irriducibili. Dalle schede contate e ricontate tre volte alle passate elezioni presidenziali, inclusa la farsa dei Cyber Ninja, alle accuse dell’ex avvocato di Donald Trump, Sidney Powell sui brogli elettorali effettuati sulle schede manipolate dai termostati.
Ora lo Stato del Grand Canyon ha un nuovo complotto da gestire: i falsi elettori che vengono trasferiti da una contea ad un’altra e per bloccare questo salasso illegale di voti gli ultras dell’estrema destra armati di R15 e cellulare “proteggono le cassette elettorali” dove si può votare in anticipo. Finora in tutto il Paese quasi 8 milioni di persone hanno votato anticipatamente.
A due settimane dalle elezioni dell’8 novembre in cui si elegge l’intera camera dei deputati e 33 senatori (uno anche dell’Arizona), la portavoce del segretario di Stato, Sophia Solis, ha confermato che una ronda armata nella contea di Maricopa fotografava quanti andavano a votare alle cassette elettorali e che il Dipartimento della Giustizia è stato informato ed è stata aperta una indagine.
Questa nuova appendice è il frutto delle accuse lanciate da Dinesh Joseph D’Souza, commentatore politico dell’estrema destra, condannato per una vicenda di fondi elettorali illegali e che poi ha ricevuto il perdono presidenziale di Trump. Dinesh Joseph D’Souza ha girato un documentario che secondo lui evidenzia come elettori illegali vengano spostati da una contea all’altra e accusa nei suoi programmi radio i democratici di “Ballot trafficking”. Le prove non ci sono, ma le accuse vengono fatte ugualmente.

Dopo che Trump è stato sconfitto in Arizona nel 2020, il negazionismo elettorale è diventato dilagante all’interno del GOP dello Stato, e quest’anno si presentano agli elettori candidati che come unico tema della loro campagna elettorale è quello delle “elezioni rubate”. Alcuni di questi candidati come Kari Lake che si presenta per la carica di governatore sfidando la democratica Katie Hobbs, è favorevole alla milizia armata che controlli lo svolgimento eletorale.
Mentre Hobbs ha difeso l’uso delle cassette postali come un modo sicuro per garantire l’accesso alle schede elettorali. Durante un’audizione convocata alcuni mesi fa dai legislatori del GOP, Kari Lake si è seduta accanto ai leader di True the Vote, l’organizzazione con sede in Texas che sostiene senza nessuna prova le frodi elettorali dilaganti in tutto il paese, inclusa l’Arizona. Un video dell’udienza mostra Lake che applaude e annuisce in accordo mentre i leader hanno descritto le cassette postali come uno strumento per consentire i brogli elettorali. Di sicuro, comunque, uomini armati vicino alle cassette elettorali sono un deterrente per chi vuole andare a votare e soprattutto sono contro la legge, anche in Arizona.
Le due cassette postali all’aperto della contea di Maricopa hanno attirato molta attenzione, ma gli elettori possono anche depositare le proprie schede elettorali in 16 cassette postali che si trovano all’interno delle strutture cittadine. La contea ha anche aperto 12 centri elettorali dove i residenti possono ritirare le schede elettorali e gli elettori possono spedire le schede elettorali.

Dalla sua sconfitta alle elezioni del 2020, Trump ha continuamente espresso false affermazioni secondo cui la sua sconfitta era il risultato dei brogli, sebbene le revisioni di più tribunali, funzionari elettorali statali e membri della sua stessa amministrazione abbiano respinto le sue affermazioni e non sia mai stata portata una prova che i brogli ci siano stati. Ma le accuse hanno messo le radici. Secondo i sondaggi Reuters/Ipsos, circa il 51% degli americani e il 71% dei repubblicani afferma di ritenere che la frode elettorale sia un problema diffuso.
Funzionari di almeno altri tre Stati – Carolina del Nord, Colorado e Nevada – hanno segnalato episodi di intimidazione degli elettori. Nella sola Carolina del Nord, i funzionari hanno notato osservatori insolitamente aggressivi durante le elezioni primarie di maggio in 16 contee. I funzionari dell’Arizona hanno precedentemente affermato di essere a conoscenza di segnalazioni di elettori monitorati quando imbucavano i voti nelle cassette elettorali. In decine di casi in tutto il Paese, un’ondata di intimidazioni e minacce ha spinto i funzionari elettorali a dimettersi.