I democratici tornano a sperare, i repubblicani cominciano a preoccuparsi. Le primarie tenutesi martedì a New York, Florida e Oklahoma hanno evidenziato un maggiore interesse dell’elettorato sui problemi del Paese e un distacco dalla retorica e dalle bugie dell’ex presidente Donald Trump, nonché dal massimalismo divisivo della sinistra democratica. Un tema sociale pratico, come il diritto delle donne sulla procreazione, ha spinto una larga maggioranza di elettori democratici a recarsi alle urne.
Da quando la maggioranza conservatrice della Corte Suprema ha revocato il diritto costituzionale all’aborto, i dem hanno registrato un aumento delle donazioni, un’impennata nei sondaggi e nelle prestazioni nelle elezioni speciali per i seggi al Congresso. L’ultimo è arrivato martedì in un distretto della Hudson Valley che secondo le previsioni avrebbe dovuto essere una facile vittoria del GOP.

Al contrario, un manager democratico della contea di Ulster, Pat Ryan, ha sconfitto la controparte GOP della contea della Dutchess, Marc Molinaro. In questo caso non si trattava di primarie, bensì di una vera e propria elezione per sostituire il congressman (dem) Antonio Delgado, che ha lasciato il Congresso per diventare vicegovernatore dello Stato di New York. Un segnale che evidenzia come le elezioni di midterm non siano poi così scontate come i repubblicani ritengono.
Intanto, il presidente del Partito Repubblicano dello Stato di New York, Nick Langworthy, ha vinto le primarie per la Camera dei Rappresentanti nel 23esimo Distretto elettorale, sconfiggendo il controverso uomo d’affari di Buffalo Carl Paladino.
Paladino, che nei sondaggi era dato per favorito, si è candidato senza successo alla carica di governatore nel 2010, e ha alle spalle una lunga storia di commenti infiammatori e offensivi, inclusi alcuni in cui lodava Adolf Hitler e in cui strizzava l’occhio alla setta QAnon e ad Alex Jones sui complotti e sulle sparatorie di massa. Una vittoria di un moderato in una parte dello Stato di New York che nelle passate elezioni ha saldamente votato per l’ex presidente Donald Trump.
Florida e New York sono stati due degli Stati le cui mappe delle circoscrizioni elettorali sono state maggiormente ridisegnate quest’anno per favorire un partito politico, una mossa nota come gerrymandering. Nelle primarie di ieri sono stati mostrati due diversi aspetti del gerrymandering. La mappa di New York che i Democratici hanno ridisegnato per prendere di mira i repubblicani vulnerabili è stata respinta dalla più alta corte giudiziaria dello Stato come atto partigiano illegale. La cartina elettorale è stata ridisegnata per essere più equilibrata, ignorando il decennale lavoro politico di alcuni dei membri più importanti del Congresso, e raggruppando diversi legislatori di alto profilo nello stesso distretto. Per questo motivo le primarie democratiche di ieri sono state litigiose e caotiche.

Al contrario, la Corte Suprema dello Stato della Florida nominata dai repubblicani ha rifiutato di cambiare la mappa partigiana che il governatore repubblicano Ron DeSantis ha sostenuto e che è stata approvata dal parlamento statale a maggioranza repubblicana. A differenza del tribunale di New York, il tribunale della Florida ha rifiutato di modificarla anche se avvantaggia platealmente i repubblicani. Di conseguenza non ci sono state sorprese per l’assegnazione delle nomine ai seggi della Camera.
In Florida l’unica eccezione è stata il congressman Charlie Crist, che si è candidato – e ha vinto – la nomina democratica a governatore. La nuova mappa della Florida ha inoltre eliminato due seggi, attualmente rappresentati a Washington da due congressman neri, allargando le circoscrizioni nelle zone in cui gli afroamericani costituiscono la quota maggiore dell’elettorato. Nonostante ciò, esce proprio dalla Florida il primo candidato della Generazione Z: si parla del 25enne Maxwell Frost, il quale ha vinto le primarie democratiche nel 10° distretto per succedere alla congrewoman Val Demings, che a sua volta è stata eletta per sfidare il senatore del GOP Marco Rubio.
Crist ha un passato repubblicano ed è stato governatore dal 2007 al 2011, prima di diventare un indipendente e poi un democratico. Ha perso per un soffio una corsa al Senato del 2014 contro il suo successore come governatore, Rick Scott, prima di arrivare finalmente alla Camera dei rappresentanti nel 2016. A novembre sarà lo sfidante di Rod De Santis.

A New York il congressman Jerry Nadler, che si era opposto alla guerra in Iraq e ha sostenuto l’accordo nucleare con l’Iran, ha battuto la congresswoman Carolyn Maloney nel 12° distretto di New York. Carolyn Maloney, alla Camera per 15 mandati, presiede il potente l’Oversight Commettee, il principale comitato investigativo della Camera. Con il 99% dei voti contati, Nadler ha un vantaggio di 30 punti su Maloney. Patel è arrivato terzo, cinque punti dietro Maloney.
Nel 17° distretto di New York, il rappresentante Sean Patrick Maloney, il presidente moderato del Comitato per la campagna del Congresso democratico, ha respinto l’assalto della senatrice statale Alessandra Biaggi. Dopo aver battuto un’incumbent nel 2018, Biaggi ha lottato per raccogliere fondi per competere con Maloney, che ha annunciato che si sarebbe candidato nel 17esimo distretto appena ridisegnato dopo il round di riorganizzazione di quest’anno, mettendo di fatto fuori il membro progressista del Congresso Mondaire Jones, uno dei primi membri neri apertamente gay del Congresso. Rimasto senza circoscrizione elettorale, Jones ha cercato di correre nel 10° distretto di New York, ma si è ritrovato in un affollato gruppo di progressisti tra cui l’ex congresswoman e City Comptroller Elizabeth Holtzman, la consigliera comunale di New York Carlina Rivera e l’assemblywoman Yuh-Line Niou.
Su tutti Daniel Goldman, un democratico moderato che si è autofinanziato la campagna elettorale che era un avvocato durante il primo impeachment dell’ex presidente Donald Trump ed erede della fortuna di Levi Strauss. E, anche se i conteggi non sono ancora finiti, è ormai chiaro che Goldman ha battuto per una manciata di voti Niou.
Il congressman Jamaal Bowman ha vinto in modo schiacciante le affollate primarie nel 16° distretto, associandosi alle vittorie di Sean Patrick Maloney, Nadler e Goldman, tutti democratici dell’establishment. Conferme anche per Nydia Velazquez al 7° Distretto (Brooklyn-Queens e Manhattan), Hakeem Jeffries all’8° (Brooklyn e Queens).
In Oklahoma, infine, il congressman repubblicano Markwayne Mullin sarà il candidato del GOP per le elezioni speciali volte ad assegnare il seggio del Senato già appartenuto a Jim Inhofe. In qualità di candidato repubblicano, Mullin è in una posizione di forza per vincere le elezioni generali di questo autunno nello Stato conservatore. Affronterà a novembre l’ex parlamentare democratica Kendra Horn. Inhofe, un veterano del Senato, ha annunciato a febbraio che si sarebbe ritirato nel gennaio 2023, dando il via a queste elezioni speciali.