Donald Trump “ha cercato di distruggere le nostre istituzioni democratiche” e ha “aperto la via al disordine e alla corruzione per ribaltare l’esito del voto” ha detto Bennie Thompson, il presidente della Commissione di Inchiesta sul 6 gennaio, aprendo i lavori dell’ottava seduta pubblica. Un intervento in remoto il suo, perché anche lui, come il presidente Joe Biden, ha il covid.
L’udienza si è tenuta ieri sera. Una seduta condotta dal repubblicano Adam Kinzinger e dalla democratica Elaine Luria. Al centro del dibattito c’è stata l’inazione dell’ex presidente per cercare di fermare la folla dei suoi sostenitori che marciavano sul Congresso. Un’inerzia calcolata, secondo i commissari, per impedire al vicepresidente Mike Pence di certificare la vittoria elettorale di Joe Biden.

In aula hanno testimoniato due ex funzionari dell’amministrazione Trump: l’ex vice consigliere alla sicurezza nazionale Matthew Pottinger e una ex portavoce dell’allora Casa Bianca Sarah Matthew, che ha lasciato l’amministrazione proprio per il 6 gennaio perché “disturbata” dagli eventi dell’assalto al Capitol Hill. Pottinger si è dimesso la notte dell’attacco dopo il tweet di Donald Trump che aizzava i suoi sostenitori accusando Mike Pence di non aver avuto il coraggio di fare il suo dovere bloccando la certificazione elettorale.
“Per più di un mese e mezzo abbiamo illustrato tutto quello che Donald Trump ha fatto per cercare di ribaltare il risultato elettorale. Questa sera vi illustriamo quello che non ha fatto nei 187 minuti dell’insurrezione nonostante le pressioni dei suoi consiglieri, inclusi i figli Ivanka ed Eric”, ha detto Thompson. “Mentre il nostro lavoro prosegue, molti fatti appaiono chiari – ha aggiunto – non possono esserci dubbi sul fatto che ci fu un tentativo coordinato di sovvertire il risultato elettorale seguito e diretto da Donald Trump”.
Secondo le testimonianze di Matthew Pottinger e Sarah Matthew una volta tornato alla Casa Bianca Trump era andato nella sala da pranzo, accanto all’Oval Office per seguire in televisione l’assalto al Congresso incurante delle numerose pressioni per intervenire. “Non ha fatto nulla per cercare di bloccare le violenze”, ha detto il congressman Adam Kinzinger componente, “Trump ha preferito non intervenire”. Aggiungendo “Sapeva che il Congresso era sotto attacco 15 minuti dopo aver lasciato il luogo dove aveva tenuto il comizio che ha preceduto l’assalto al Campidoglio”, ha ricostruito la commissione di inchiesta, mostrando l’agenda degli impegni dell’ex presidente di quel 6 gennaio.
Un pomeriggio trascorso senza appuntamenti almeno fino alle 16.02, ovvero poco prima della pubblicazione del video in cui chiedeva ai suoi sostenitori di andare a casa. Ma anche il video è diventato parte della storia. Un filmato che ha rivelato l’animosità dell’ex presidente, che guidato dalla regìa dei suoi assistenti preparava l’intervento per essere mandato in televisione e con toni concilianti invitava i suoi sostenitori a tornare a casa. Ma il discorso non gli è piaciuto e infuriato, con sprezzante alterigia, accecato dall’astio della sconfitta, ha rifiutato di pronunciarlo e lo ha cambiato.
L’ex avvocato della Casa Bianca, Pat Cipollone, in un’intervista registrata ha raccontato alla commissione di aver tentato di convincere Trump a condannare con forza l’assalto al Congresso. Con lui c’erano altre persone impegnate nella missione, tra cui la figlia dell’allora presidente, Ivanka Trump, e il capo di gabinetto Mark Meadows. “Ritengo – ha dichiarato Pat Cipollone – che fosse abbastanza chiaro che ci fosse bisogno di una risposta forte e immediata, una dichiarazione per far cessare le violenze a lasciare subito il Campidoglio. Quel giorno – ha aggiunto – espressi la mia opinione con forza, spiegando cosa andava fatto”.
Ma nonostante tutte le pressioni, l’ex presidente ha lasciato trascorrere 187 minuti. Un’inerzia punitiva che alla fine è costata la vita a sette persone. E da qui l’accusa di inadempienza del dovere presidenziale.
Immagini quasi comiche sono state stata mostrate da Elaine Luria durante l’audizione. Foto che riprendevano il senatore Josh Hawley mentre entrava nel Campidoglio la mattina del 6 gennaio 2021 alzando il pugno in solidarietà con i manifestanti. E altre immagini successive, riprese dalle telecamere interne al Senato, che lo riprendono mentre si dà velocemente alla fuga dopo che quei manifestanti che poco prima aveva incoraggiato hanno preso d’assalto il Campidoglio. Un video che ha suscitato risate in aula.
A margine dell’udienza, l’ispettore generale della Homeland Security ha informato l’ufficio del Secrete Service che sta indagando su ciò che è successo ai messaggi di testo relativi al 6 gennaio che potrebbero essere stati cancellati, affermando che una “indagine penale è in corso” e ordinando all’agenzia degli agenti della scorta del presidente di interrompere le proprie indagini interne.
L’ispettore generale ha scritto che i servizi segreti dovrebbero spiegare quali misure siano già state condotte in relazione ai messaggi cancellati, chiedendo una risposta entro lunedì.