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July 6, 2022
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Commissione 6 gennaio, venerdì tocca all’avvocato di Trump Pat Cipollone

Le udienze pubbliche riprenderanno il 12 luglio. Intanto l'ex presidente è pronto ad annunciare la terza candidatura alla Casa Bianca

Marco GiustinianibyMarco Giustiniani
Commissione 6 gennaio, venerdì tocca all’avvocato di Trump Pat Cipollone

Former White House attorney under the Trump administration, Pat Cipollone

Time: 4 mins read

La Commissione d’inchiesta della Camera che indaga sul tentativo insurrezionale del 6 gennaio 2021 riprenderà le udienze il 12 luglio alle 10 di mattina. Ma non solo. Venerdì mattina l’ex avvocato della Casa Bianca, Pat Cipollone, risponderà alle domande degli inquirenti.

Nelle settimane scorse aveva ricevuto una richiesta di comparizione davanti alla Commissione. Parlerà a “porte chiuse” e la sua testimonianza verrà registrata. Non è chiaro quali saranno le domande alle quali potrà rispondere per via del suo rapporto confidenziale con l’ex presidente.

L’ex aiutante della campagna elettorale di Trump, Jason Miller, ha testimoniato nelle settimane scorse che Pat Cipollone ha affrontato l’avvocato di Trump, John Eastman, sulla sua teoria secondo cui il vicepresidente Mike Pence avrebbe avuto l’autorità di bloccare unilateralmente la certificazione elettorale della vittoria di Joe Biden.

Nell’audizione di martedì prossimo invece, è stato annunciato che l’udienza si concentrerà sulla folla e sui rivoltosi che hanno preso d’assalto il Campidoglio, compresi i gruppi di estrema destra come Proud Boys, Oath Keapers e Threepercenters.

Ma non è solo la Camera che indaga sui tentativi dell’ex presidente di rimanere alla Casa Bianca dopo aver perso le elezioni. In Georgia un gran giurì speciale ha convocato il senatore repubblicano Lindsey Graham, l’avvocato Rudy Giuliani e John Eastman, nell’ambito di un’indagine sulle interferenze criminali nelle elezioni del 2020 da parte dell’ex presidente Donald Trump. Sono stati citati in giudizio anche altri membri del team legale della campagna di Trump oltre a Giuliani e Eastman.

Il giudice della corte superiore della contea di Fulton, Robert McBurney, ha approvato le citazioni in giudizio emesse dal gran giurì, che si riunisce ad Atlanta sotto la sua supervisione. McBurney è tenuto ad autorizzare le citazioni in giudizio emesse a non residenti dello Stato della Georgia. Era già noto che il procuratore distrettuale della contea di Fulton aveva preso in esame una telefonata del novembre 2020 che Graham aveva avuto con il Segretario di Stato della Georgia Brad Raffensperger dopo le elezioni, successiva a quella fatta da Donald Trump allo stesso Raffensperger.

Trump Tower in New York City (Spencer Platt/Getty Images/AFP/ANSA)

E poi ci sono anche le vicende giudiziarie di New York, che vedono impelagato l’ex presidente e la sua holding, la Trump Organization, su due fronti: quello criminale, le cui indagini vengono condotte dalla Procura Distrettuale di Manhattan, e quello civile, condotto dall’Attorney General di New York Letitia James.

Dopo che a gennaio alla procura distrettuale di Manhattan si è insediato Alvin Bragg, l’inchiesta avviata da Cyrus Vance sulla Trump Organization è stata rallentata. Due dei pm che la conducevano si sono dimessi e Bragg si è mostrato molto tiepido. Ciononostante, nei prossimi giorni gli inquirenti hanno chiesto un incontro con Jennifer Weisselberg, l’ex nuora del CFO della Trump Organization, Allen Weisselberg, che è imputato nel caso con 15 capi d’accusa per aver evaso milioni di dollari in tasse.

Non solo. Martedì i un giudice dello Stato di New York ha condannato la Cushman and Wakefield, una delle più grandi società immobiliari del mondo – che ha valutato molte delle proprietà dell’ex presidente Donald J. Trump – per oltraggio alla corte per non aver presentato nei tempi stabiliti le stime di alcuni immobili in un’inchiesta civile per verificare se avesse gonfiato falsamente il valore delle proprietà della Trump Organization. Il giudice, Arthur F. Engoron, ha ordinato all’azienda di pagare una multa giornaliera di $ 10.000 a partire da giovedì e fino a quando non fornirà i documenti richiesti da Letitia James, che la prossima settimana interrogherà, sotto giuramento, Trump e due dei suoi figli.

Donald J. Trump – ANSA/EPA/KAMIL KRZACZYNSKI

Tutte queste vicende giudiziarie che vedono come protagonista l’ex presidente stanno creando forti malumori nel mondo politico repubblicano, che non vuole rimanere coinvolto nelle vicissitudini personali e societarie di Donald Trump. E l’ex presidente, per cercare di rimandare l’appuntamento con la giustizia, sta cercando di accelerare i tempi per fare l’annuncio della sua candidatura alla Casa Bianca: una volta candidato, le accuse dei magistrati verrebbero considerate “interferenze” politiche e se dovesse essere eletto otterrebbe altri 4 anni di immunità. È quanto affermano fonti sentite da The Hill, che rivelano come l’ex presidente stia discutendo con i suoi consiglieri quando annunciare una terza candidatura alla Casa Bianca. Un annuncio che potrebbe arrivare già nelle prossime settimane, precisano ancora le fonti, che avvisano comunque che la situazione rimane aperta a cambiamenti.

Un annuncio così anticipato potrebbe essere un rischio, secondo alcuni strateghi repubblicani, in vista delle elezioni di midterm: “penso che se annunciasse subito sarebbe un bene per lui ma un male per il partito – spiegano – i repubblicani hanno avuto molto successo parlando di economia, inflazione e di tutti gli errori di Joe Biden. Nessuno vuole tornare indietro a parlare solo di quello che ha fatto Trump, o sulle elezioni truccate e sull’assalto al Campidoglio”.

Ma è proprio questa forse la ragione che sta spingendo Trump ad accelerare la candidatura. Secondo fonti del suo entourage, infatti una grande componente della sua fretta sarebbe la speranza che una nuova candidatura lo possa proteggere dalla probabile incriminazione del Dipartimento della Giustizia per il tentativo insurrezionale al Congresso. Una volta in corsa per la Casa Bianca Trump potrebbe più facilmente liquidare le accuse con motivazioni politiche da parte dei democratici. Sperando di far dimenticare che a testimoniare pubblicamente, ed in seguitissime dirette televisive, contro di lui sono sfilati soprattutto ex funzionari della sua amministrazione e collaboratori della Casa Bianca.

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Marco Giustiniani

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