La Corte Suprema dell’Iowa ha sancito che la Costituzione dello Stato non garantisce un “diritto fondamentale” all’aborto, ribaltando una sentenza di quattro anni fa e ripristinando una norma che obbliga le donne ad aspettare almeno 24 ore tra la prima visita medica e l’interruzione della gravidanza.
La corte, dominata dalla componente repubblicana, ha deciso con una maggioranza di 5-2. In concreto, il massimo tribunale statale ha annullato la decisione di una corte inferiore, la quale aveva bloccato la controversa legge sul “periodo d’attesa obbligatorio” entrata in vigore nel 2020. La mossa della corte distrettuale era stata contestata da un gruppo anti-aborto affiliato a Planned Parenthood, ed è perciò arrivato sugli scranni della Corte Suprema, che ha dato ragione ai pro-life.
Paradossalmente, proprio nel 2018 il più alto tribunale dell’Hawkeye State si era espresso decisamente a favore dell’interruzione di gravidanza, sempre con una maggioranza di 5-2, stabilendo nella sentenza che “l’autonomia e il dominio sul proprio corpo sono il cuore di ciò che significa essere liberi.”
Secondo il giudice supremo Edward Mansfield, la cui opinione è stata sposata dalla maggioranza dei colleghi, la Corte non è vincolata dai precedenti, specialmente quando i diritti in gioco sono in fase di ridiscussione a livello nazionale.
Implicito riferimento all’attesissima sentenza della Corte Suprema federale, che sembrerebbe in procinto di ribaltare la famosa decisione Roe v. Wade, che ha legalizzato l’aborto a livello nazionale, la cui cancellazione potrebbe criminalizzare l’aborto in più di una dozzina di Stati americani