L’America si presenterà alle elezioni di midterm di novembre confusa, litigiosa e fragile.
Niente estremismi da una parte e dall’altra: nelle primarie di ieri a sorridere sono stati i centristi. Le frange più liberali e quelle legate all’ex presidente Donald Trump sono state respinte dagli elettori che hanno votato in California, New Jersey, Iowa, Montana, New Mexico, Mississippi e South Dakota.
La maggior parte degli americani non sono andati ai seggi a votare. A questo da aggiungere che in molti Stati le delimitazioni dei collegi elettorali sono state ridisegnate o dai legislatori o dai magistrati federali, che hanno allargato o ristretto le circoscrizioni con il sistema del gerrymandering.
Ovviamente nelle primarie di ieri gli occhi erano puntati sulla California, lo Stato più “importante”. Tra le sorprese più grandi, la clamorosa bocciatura del procuratore distrettuale di San Francisco, Chesa Boudin. Un voto che potrebbe avere ripercussioni nazionali, ma questa clamorosa disapprovazione è un chiaro segno contro il movimento progressista che aveva portato Boudin alla vittoria nel 2019. Contro di lui gli strascichi sociali della pandemia e la pesante crisi economica che hanno mandato all’aria la sua visione assistenziale dello Stato. Per l’ondata di Covid e per evitare il sovraffollamento delle carceri Boudin aveva rilasciato una moltitudine di criminali ponendoli agli arresti domiciliari.

A Los Angeles la sfida per il sindaco è tutta democratica. L’ultima volta che è stato eletto un repubblicano è stato nel 1993, con Richard Riordan, vincitore dopo i moti razziali scoppiati in seguito all’assoluzione dei quattro agenti bianchi che presero a colpi di manganello Rodney King. La congresswoman Karen Bass e il costruttore miliardario Rick Caruso si dovranno nuovamente sfidare in un ballottaggio per decidere chi sarà il prossimo sindaco.
Sempre in California, l’attuale governatore Gavin Newsom è stato riconfermato come candidato democratico. A novembre sarà sfidato dal repubblicano Brian Dhale. Anche il senatore Alex Padilla, che è stato nominato per terminare il mandato della vicepresidente Kamala Harris, è passato alle elezioni e a novembre se la vedrà con il repubblicano Mark Meuser, allineato con il partito e non con l’ex presidente.
Nelle altre elezioni primarie sono stati molti i repubblicani non “benedetti” da Trump che hanno battuto quanti si sono presentati difendendo le bugie dell’ex presidente.
In South Dakota il congressman repubblicano Dusty Johnson ha sbaragliato la rappresentante statale Taffee Howard, che ancora si ostina a denunciare le irregolarità elettorali del 2020 in Arizona e in Pennsylvania.
In New Jersey il congressman repubblicano Chris Smith ha sonoramente battuto Mike Crispi, il candidato sostenuto da Donald Trump. Sempre nel Garden State successo per tre rampolli politici: Donald Payne, Jr. (figlio del defunto membro del Congresso Donald Payne, sr.) ha sconfitto la dem progressista Imani Oakley. Nelle primarie repubblicane, Tom Kean, Jr. (figlio dell’ex governatore Tom Kean, Sr.) ha raccolto il 45% dei voti. In un’altra primaria democratica per il Congresso Rob Menendez, Jr. (figlio del senatore in carica Bob Menendez, Sr.) ha raccolto il 90% dei voti. Nel 2° distretto congressuale del New Jersey, Jedd Van Drew, il congressman appoggiato da Trump che nel 2019 ha cambiato partito per votare contro il primo impeachment dell’ex presidente, ha vinto le primarie. A novembre se la vedrà contro il democratico Tim Alexander.

In Montana Monica Tranel è la candidata democratica al seggio del congresso. In casa repubblicana non è ancora stato deciso chi sarà il candidato che la sfiderà. Ryan Zinke, un ex Congressman nominato da Donald Trump Ministro degli Interni forzato alle dimissioni nel 2018 dopo essere stato travolto da un’inchiesta per una serie di spese mai chiarite, è stato sfidato dal medico ortopedicio ed ex senatore statale Al Olzewski. Zinke ha un leggero vantaggio su Olzewski, ma si stanno effettuando i riconteggi.
In South Dakota, il governatore repubblicano Kristi Noem ha vinto la riconferma per la sua candidatura a governatore. Noem, una delle stelle nascenti del partito repubblicano, a novembre affronterà il democratico Jamie Smith. Anche il senatore in carica John Thune, che sta cercando il suo quarto mandato, ha sconfitto i suoi principali sfidanti.
In Iowa, il senatore Chuck Grassley, che ha 88 anni, ed è al Senato dal 1981, è sopravvissuto al tentativo di spodestarlo da parte del senatore statale repubblicano Jim Carlin. Grassley a Novembre affronterà il democratico Michael Franken, che ha battuto l’ex congressman Abby Finkenauer.
In New Mexico i repubblicani hanno lanciato la sfida per la poltrona di governatore attualmente detenuta dalla democratica Michelle Lujan Grisham. Il meteorologo televisivo Mark Ronchetti ha vinto le primarie repubblicane.
Infine in Missisippi il presidente della Commissione d’Inchiesta della Camera che indaga sull’assalto al congresso del 6 gennaio, il congressman Bennie Thompson, ha vinto le primarie mentre il congressman seguace di Trump Steven Palazzo non è riuscito a ottenere la maggioranza necessaria per evitare una corsa alle primarie per il suo stesso seggio. Dovrà affrontare il 28 giugno lo sceriffo della contea di Jackson, Mike Esel. Palazzo è al centro di una inchiesta federale per aver usato fondi elettorali per scopi personali.