Il presidente Joe Biden e la First Lady Jill questa mattina sono volati a Buffalo per incontrare i familiari e ricordare le dieci vittime uccise da Payton Gendron, il giovane suprematista bianco. Il capo della Casa Bianca ha definito la strage come un atto di “terrorismo domestico scatenato dalla furia omicida razzista“.
L’ideologia bigotta non ha alcun ruolo nella vita americana e per il presidente “la supremazia bianca è un veleno… a cui è stato permesso di nutrirsi e crescere proprio davanti ai nostri occhi… E’ un veleno che attraversa il nostro corpo politico segnato da silenzio e complicità. Dobbiamo dire nel modo più chiaro possibile che l’ideologia della supremazia bianca non ha posto in America”. Il presidente ha ripetutamente fatto riferimento alla marcia dell’orgoglio bianco a Charlottesville nel 2017 indicandola come una delle sue principali motivazioni per candidarsi alla Casa Bianca e sfidate Donald Trump.

“Il fatto che il presidente venga qui mostra quanto seriamente prenda la questione delle armi, delle sparatorie di massa e dell’incitamento all’odio”, ha detto il sindaco di Buffalo, Byron Brown, aggiungendo di aver chiesto alla Casa Bianca “risorse aggiuntive per la comunità”.
Gli inquirenti affermano che il diciottenne di Conklin, un villaggio nel nord dello Stato di New York, si è armato di fucile, vestito con equipaggiamento tattico completo per poi recarsi nel supermercato Tops a Buffalo sabato pomeriggio. Si è arreso alla polizia dopo essere stato circondato. “Il giovane intendeva proseguire la sua carneficina in un altro grande supermercato” ha sostenuto il capo della polizia, Joseph Gramaglia. Gendron avrebbe risparmiato uno dei clienti nascosto dietro una cassa dopo aver scoperto che era bianco e si è scusato con lui dicendo “sorry”. Il giovane killer aveva effettuato un sopralluogo alla vigilia della strage, una sorta di “ricognizione” e aveva dipinto sul calcio del suo fucile non solo la parola “N…er” ma anche “White Lives Matter”.

Lo scorso anno, l’ex studente aveva minacciato alcuni compagni di classe e per questo la High School lo aveva segnalato alla polizia che, a sua volta, lo aveva costretto a sottoporsi ad una valutazione sulla salute mentale durata due giorni. “Non abbiamo più saputo nulla. Nessuno ha più effettuato denunce”, ha affermato Gramaglia. Gendron aveva acquistato legalmente l’arma usata per la strage, un AR 15 in un negozio di Endicott nello Stato di New York. “Ho fatto il controllo dei dati personali – ha detto Robert Donald, di Vintage Firearm – non c’era nessuna segnalazione e gli ho venduto l’arma”. Gendon aveva poi modificato i caricatori mettendo quelli di alta capacità e applicando il bump fire, un meccanismo che permette di sparare le raffiche, che nello Stato di New York è illegale, ma acquistabile facilmente online.
Per gli investigatori, Gendron ha scritto e pubblicato online uno sproloquio sconclusionato di 180 pagine pieno di commenti bigotti in cui si definisce un suprematista bianco che combatte la Replacement Theory, una teoria che, negli Stati Uniti, ha conosciuto una prima notorietà negli anni 40 del ‘900 e che da allora viene riproposta in varie versioni da molti soggetti che nella politica americana gravitano nell’universo dell’estrema destra. Fra tutti, Tucker Carlson di Fox News che l’ha ripetutamente usata per accusare i democratici della Casa Bianca per volerla applicare consentendo il diritto di voto agli immigrati e modificare così gli equilibri razziali del Paese. Accuse poi riprese da molti parlamentari repubblicani. Ma Biden, nei suoi commenti, non ha nominato Tucker Carlson anche se “il veleno” denunciato dal presidente era un chiaro riferimento.