La Camera dei rappresentanti dell’Oklahoma ha approvato un disegno di legge che vieta l’aborto in qualsiasi momento della gravidanza, tranne in circostanze in cui serva a salvare la vita della madre. Il provvedimento ha ricevuto 70 voti a favore e 13 contro, con 17 astenuti – che rispecchiano la grande maggioranza di cui gode il Partito Repubblicano alla camera bassa del Sooner State.
Ora il disegno di legge passa sulla scrivania del governatore GOP Kevin Stitt, che ha già manifestato l’intenzione di sottoscrivere qualsiasi legge anti-aborto “partorita” dai legislatori, facendola entrare in vigore a partire dal prossimo 26 agosto.
Se convertito in legge, il provvedimento – sponsorizzato dal parlamentare repubblicano Jim Olsen (Roland) – renderà l’esecuzione di un aborto un reato statale per qualsiasi operatore medico, punibile con fino a 10 anni di prigione e $100.000 di multa.
Nella stessa seduta, tra l’altro, la Camera dei rappresentanti dell’Oklahoma ha adottato una risoluzione per onorare i feti deceduti nel corso dell’aborto, invitando i cittadini a sventolare le bandiere a mezz’asta il 22 gennaio. La scelta del giorno non è casuale: il 22 gennaio del 1973 è infatti lo storico giorno della sentenza Roe v. Wade della Corte Suprema degli Stati Uniti, che ha di fatto legalizzato l’aborto in tutto il Paese nordamericano.
Una decisione su cui, però, la massima corte federale potrebbe tornare alla fine dell’anno. I Justices hanno infatti davanti a loro un’ardua scelta: da una parte, lasciare che molti stati a guida repubblicana mettano fuori legge l’aborto (come stanno già facendo, ad esempio in Texas e Florida), oppure riaffermare la supremazia intoccabile di Roe v. Wade.
Il caso specifico su cui si concentrerà la Corte è quello del divieto di aborto introdotto dal Mississippi dopo 15 settimane di gravidanza: il Magnolia State ha chiesto alla corte di confermare la validità della sua legge rovesciando interamente Roe v. Wade, il che spianerebbe la strada alla piena legalità di ddl come quello dell’Oklahoma, finora caducati dalla giurisprudenza federale, e riporterebbe di fatto l’America al 1972.