Anche le figlie di Putin finiscono nel libro nero della Casa Bianca. Sulla Russia piovono sanzioni ed ad annunciarle sono state prima il ministro della Giustizia Garland e poi il presidente Biden. Ma non sono penalizzazioni che colpiscono soltanto i portafogli degli oligarchi e dei familiari del capo del Cremlino ad essere il centro dei fulmini della Casa Bianca perché Biden, per aumentare la pressione su Mosca, prepara scenari post Putin.
Il ministro della Giustizia parlando delle stragi di civili in Ucraina non ha voluto fare paragoni con i processi dopo la caduta del nazismo, ma per farlo ha usato una doppia negazione, aggiungendo che “il Dipartimento di Giustizia ha una lunga storia nell’aiutare a ritenere responsabili i criminali di guerra” e che “l’ex Attorney General e giudice della Corte Suprema, Robert Jackson, è stato il procuratore capo americano ai processi di Norimberga”.

Garland ha detto anche che vengono svolte le indagini sulle stragi per un possibile processo ai collaboratori più stretti di Putin. L’orrore della guerra trasmesso dai canali televisivi ha alimentato la rabbia dell’America che, con la memoria selettiva, condanna l’uccisione dei civili e a gran voce chiede giustizia. Tanto – ha detto Garland – che gli inquirenti americani aiutano i colleghi internazionali di Eurojust ed Europol a raccogliere le prove dei crimini commessi dai soldati russi a Bucha.
“Abbiamo visto i cadaveri di civili, alcuni con le mani legate, sparsi per le strade”, ha detto Garland parlando dal ministero della Giustizia affiancato dal direttore dell’FBI Christopher Wray e dal vice procuratore generale Lisa Monaco. “Il mondo vede cosa sta succedendo in Ucraina. Il Dipartimento di Giustizia vede cosa sta succedendo in Ucraina – ha aggiunto – abbiamo visto le fosse comuni” e gli edifici bombardati. “Oggi stiamo intensificando le sanzioni bloccando la più grande istituzione finanziaria russa, Sberbank, e alla sua più grande banca privata, Alfa Bank”, ha affermato Garland. Sanzionate anche Hydra, la più grande piattaforma al mondo del dark web in lingua russa, e la valuta virtuale di scambio Garantex.

Prima Merrick Garland, poi il presidente, hanno annunciato che queste nuove sanzioni alle istituzioni finanziarie e ad alcuni oligarchi russi, comprese le due figlie di Putin, Mariya Putina e Katerina Tikhonova, servono per isolare il presidente russo. Penalizzate anche la moglie e la figlia del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, l’ex presidente e primo ministro Dmitry Medvedev, uno dei più stretti alleati di Putin, il primo ministro russo Mikhail Mishustin, il ministro della Giustizia Konstantin Chuychenko. E poi Konstantin Malofeyev, già coinvolto per i suoi legami con Matteo Salvini, che, secondo l’analisi condotta dal Carnegie Endowment For International Peace, ha cercato di eludere le sanzioni utilizzando co-cospiratori per acquisire e gestire di nascosto i media in tutta Europa. Da Mosca Medvedev ha detto che la Russia combatterà i tentativi di sequestro delle proprietà russe all’estero nei tribunali di tutto il mondo.
“Kiev è ancora in piedi, con un governo operativo e la campagna militare russa ha già fallito i suoi obiettivi iniziali” ha detto Biden parlando a Washington alla Conferenza Nazionale dei sindacati dei costruttori. “Il conflitto in Ucraina è lontano dall’essere finito e noi siamo pronti a stare a lungo a fianco di Kiev” ha aggiunto il presidente. Biden ha ricordato l’invio di nuove armi all’esercito ucraino, a partire dai droni, e ha sottolineato che oggi è stata approvata la fornitura di missili anticarro Javelin. Le sanzioni inflitte a Mosca, ha detto il presidente, hanno causato un arretramento della crescita economica russa “che riporta l’economia indietro di 15 anni”. Biden ha affermato che il divieto alle esportazioni di tecnologie come i semiconduttori “priva la Russia dei componenti di cui ha bisogno per competere” e “ne bloccherà la crescita per gli anni a venire”.
Dopo gli interventi del presidente e del ministro della Giustizia sono state annunciate nello specifico le sanzioni frutto delle indagini condotte dalla task force speciale creata per dare la caccia ai beni degli oligarchi strettamente legati a Putin.
Pochi giorni fa, su richiesta del Dipartimento di Giustizia, le autorità spagnole hanno sequestrato un mega yacht di proprietà di Viktor Vekselberg. Nei documenti del tribunale legati al sequestro, il Dipartimento di Giustizia ha affermato che Vekselberg, il capo del conglomerato del gruppo Renova con sede a Mosca, ha utilizzato società di comodo per offuscare la sua proprietà dello yacht – chiamato “Tango” – ed evitare il controllo bancario delle transazioni relative a il suo mantenimento.
Le sanzioni prendono di mira anche Oleg Deripaska, il magnate delle materie prime che ha fondato il gigante russo dell’alluminio Rusal, che aveva tra i suoi collaboratori Paul Manafort, l’ex direttore della campagna elettorale di Trump, finito in prigione per evasione fiscale e poi perdonato dall’ex presidente prima di lasciare la Casa Bianca. Deripaska è anche tra i maggiori investitori russi nella Deutsche Bank, la banca che ha crediti per 380 milioni di dollari con la holding dell’ex presidente Donald Trump. Ed è anche uno degli investitori che ha salvato dal fallimento una delle miniere di alluminio in Kentucky, la Braidy Industries, che dà lavoro a 18 mila persone a Ashland. E i due senatori dello Stato, Mitch McConnell e Rand Paul, immediatamente dopo la fusione si fecero promotori per togliere le “vecchie” sanzioni alla Russia per l’invasione della Crimea. Deripaska è stato sanzionato ad personam da Washington nel 2018 come parte delle ingerenze russe nelle elezioni americane. Di risposta Deripaska ha citato in giudizio il Dipartimento del Tesoro nel 2019 affermando che le sanzioni si basavano su false accuse. Il mese scorso, una corte d’appello degli Stati Uniti ha respinto la richiesta di revocare le sanzioni, confermando la precedente sentenza di un giudice federale. La CNN ha riferito che le sanzioni sarebbero arrivate in coordinamento con il Gruppo del G7 e l’Unione Europea. Inoltre il Dipartimento del Tesoro ha annunciato che domani verranno annunciate sanzioni di blocco complete alle principali imprese statali russe.

La decisione della Casa Bianca di sanzionare le due figlie adulte di Putin punta i riflettori su una famiglia avvolta da anni nel segreto. Le due figlie del presidente russo sono nate quando Putin era sposato con Lyudmila Putina, ex assistente di volo della Aeroflot. Matrimonio che nel 2013 finì in divorzio. Si sa poco di loro. Secondo il Wall Street Journal Maria nacque poco prima che Vladimir e Lyudmilla Putin andassero nella Repubblica Democratica Tedesca nel 1985, dove Putin era il numero due del KGB. Katerina è nata nel 1986 nella città tedesca di Dresda. Hanno preso il nome dalle loro nonne materne e paterne, Maria Ivanovna Putina e Katerina Tikhonovna Shkrebneva. “Secondo la madre, Lyudmila, Putin ama molto le sue figlie”, scrive il Wall Street Journal riprendendo la biografia pubblicata dal Cremlino. Le due donne sono vissute nell’anonimato tanto che molti russi non sanno che aspetto hanno. Secondo il WSJ in un’intervista con l’agenzia di stampa statale russa, TASS, nell’ottobre 2020, Putin ha riconosciuto che gli piace comunicare con i suoi nipoti, ma non gli piace essere aperto sulla sua famiglia per motivi di sicurezza. “Ho dei nipoti, sono felice. Sono molto buoni, dolci, così”, ha detto Putin a TASS. “Ho un grande piacere nel comunicare con loro”.
Alla sua conferenza stampa annuale nel 2015, Putin ha detto al pubblico che era orgoglioso delle sue figlie ma non “discute mai pubblicamente di questioni familiari”, incluso qualsiasi cosa a che fare con il lavoro delle sue figlie . “Sono orgoglioso di loro”, ha detto alla TASS. “Continuano a studiare e lavorare. Le mie figlie parlano correntemente tre lingue europee”. Ha detto che le sue figlie non erano coinvolte negli affari o nella politica e ha respinto la speculazione sul fatto che vivano all’estero, insistendo sul fatto che vivevano in Russia e non avevano mai cercato una residenza permanente da nessun’altra parte.