Susan Collins, senatrice repubblicana del Maine, ha annunciato che voterà a favore della conferma della giudice Ketanji Brown Jackson alla Corte Suprema, in un passo potenzialmente decisivo per la nomina della prima Justice nera nella storia statunitense.
Collins ha riferito che, sulla base di una lunga audizione al Senato e di un incontro personale, Brown Jackson “possiede l’esperienza, le qualifiche e l’integrità per servire come giudice associato della Corte Suprema”, ha affermato, chiosando: “Voterò quindi per confermarla in questa posizione”.
Lo scorso 25 febbraio, il presidente Joe Biden ha identificato proprio nella giurista afroamericana il profilo adatto per sostituire il californiano Stephen Breyer. Nata a Washington DC, Brown Jackson è cresciuta a Miami e si è laureata in diritto ad Harvard, per poi intraprendere una carriera di successo come avvocata d’ufficio. Nel marzo 2021 l’amministrazione Biden l’ha promossa a giudice della Corte d’Appello per il Circuito di Washington, nonostante la ferma opposizione di alcuni repubblicani che le contestavano un rapporto non proprio idilliaco con l’amministrazione Trump (specialmente in materia di immigrazione).
La dichiarazione di voto di Collins sblocca un potenziale stallo al Senato, che è l’organo deputato a nominare ufficialmente il prossimo giudice della Corte Suprema. La camera alta del Congresso è difatti equamente divisa tra dem e repubblicani (50-50), e per far passare la sua candidata l’amministrazione Biden avrebbe dovuto far votare Kamala Harris, vicepresidente e speaker del Senato. La Casa Bianca si aspetta un supporto compatto da parte del Partito Democratico, sebbene siano ancora ignote le posizioni della “dissidente” Kyrsten Sinema, che rappresenta l’Arizona.
Jackson sarebbe il terzo giudice nero della Corte Suprema, dopo Thurgood Marshall e Clarence Thomas, nonché la sesta donna, ma la prima donna e nera in assoluto.