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Corte Suprema: al Senato le audizioni per la giudice Ketanji Brown Jackson

La 51enne afroamericana in aula dovrà affrontare l'opposizione dei repubblicani. "Sarò indipendente. Valuto le prove, interpreto la legge senza timori"

Massimo JausbyMassimo Jaus
Corte Suprema: al Senato le audizioni per la giudice Ketanji Brown Jackson

Ketanji Brown Jackson - wikimedia

Time: 4 mins read

Sono cominciate questa mattina le audizioni alla Commissione Giustizia del Senato per Ketanji Brown Jackson, scelta dal presidente Joe Biden per ricoprire la carica di giudice della Corte Suprema dopo che il giudice Stephen Breyer ha annunciato che vuole lasciare la carica. Se dovesse essere confermata la nomina sarà la prima donna afroamericana a ricoprire questa carica.

Le audizioni hanno preso maggiore attenzione dopo che ieri sera il giudice Clarence Thomas, che ha 73 anni, è stato ricoverato in ospedale a Washington con sintomi simili a quelli influenzali. Secondo quanto affermato da un portavoce della Corte Suprema il magistrato si sta riprendendo. Nei giorni scorsi ha ricevuto antibiotici per via endovenosa e dovrebbe essere dimesso entro questa settimana. 

La 51enne laureata in legge ad Harvard dovrà affrontare l’opposizione dei repubblicani che, anche nei giorni scorsi, l’hanno attaccata suo social media mettendo in discussione la sua lunga carriera. Attacchi che la Casa Bianca ha definito “tossici e strumentali” ribadendo il suo sostegno totale alla giudice. A suo favore gioca però l’apparente compattezza dei democratici. Le udienze prevedono una dichiarazione del candidato, le testimonianza a favore o contro la nomina e le domande dei senatori. Alla fine c’è il voto della commissione. 

Stephen Breyer – wikimedia

Con la nomina di Ketanji Brown Jackson gli equilibri interni alla Corte Suprema non saranno destinati a cambiare: se confermata infatti prenderà il posto di Stephen Breyer, democratico nominato da Bill Clinton, con idee progressiste. Il suo ingresso fra i nove saggi comunque è un passo storico perché sarà la prima donna afroamericana, la terza persona di colore nominata nei 233 anni di storia della Corte Suprema, e fa salire a quattro il numero delle donne che siedono fra i saggi che, per oltre due secoli, è stata un’associazione solo ed esclusivamente di uomini bianchi. L’aspettativa dei democratici è che Jackson ottenga la conferma prima di Pasqua. 

Questa mattina Ketanji Brown Jackson ha detto ai senatori della commissione giudiziaria che se sarà confermata difenderà la Costituzione e la democrazia. “Sono un giudice federale da quasi un decennio ormai, e prendo molto seriamente questa responsabilità e il mio dovere di essere indipendente. Decido i casi da una posizione neutra. Valuto le prove, interpreto e applico la legge ai fatti del caso davanti a me, senza timore o favore, coerentemente con il mio giuramento giudiziario”.

Molti repubblicani della Commissione Giustizia hanno annunciato nei giorni scorsi di voler evitare il tipo di domande aggressive e personali simili a quelle a cui fu sottoposto il giudice Brett Kavanaugh nel 2018 da parte dei democratici, tuttavia i repubblicani del Senato sono stati riluttanti ad esprimere il loro sostegno alla nomina compresi coloro che in precedenza hanno votato per lei per la nomina a magistrato federale e alla successiva promozione alla Corte d’Appello federale. La nomina del magistrato della Corte Suprema è a maggioranza semplice e i Democratici del Senato non hanno bisogno dei voti repubblicani per confermarla, ma il leader della maggioranza democratica Chuck Schumer ha fatto appello ai colleghi repubbicani affinché si unissero al suo partito nella conferma, soprattutto alla luce che tutti gli avanzamenti della brillante carriera di carriera che Ketanji Brown Jackson ha avuto sono stati votati dai senatori di entrambi gli schieramenti. Ciò nonostante il senatore Josh Hawley, repubblicano del Missouri che secondo alcuni avrebbe ambizioni presidenziali, l’ha accusata alcuni giorni fa di essere stata troppo clemente con gli imputati riconosciuti colpevoli di reati sessuali. Accuse respinte dal presidente della commissione giudiziaria del Senato, Dick Durbin e dalla Casa Bianca. Di sicuro, poiché era lei che vagliava la legalità della detenzione dei prigionieri rinchiusi a Guantanamo le verranno fatte delle domande su questo argomento. 

Il leader della minoranza al Senato Mitch McConnell, durante uno dei programmi di approfondimento politico della domenica ha dichiarato alla Cbs News che non ha deciso se la sosterrà. L’anno scorso ha votato in minoranza contro la sua nomina a giudice della corte d’appello federale. “Ascolterò le prove, ascolterò le udienze e, a proposito, sarà trattata molto meglio di quanto i democratici hanno trattato Clarence Thomas e Brett Kavanaugh”, ha aggiunto McConnell. “Sarà un esame rispettoso e rigoroso delle sue decisioni giuridiche e della sua vita che penso sia del tutto appropriato per una nomina a vita alla massima corte giudiziaria del nostro Paese”.  

Mitch McConnell – wikimedia

“Suppongo che ciò che infastidisce alcuni di noi repubblicani è che Ketanji Brown Jackson è la candidata preferita dai gruppi di sinistra finanziati da oscure compagini che vorrebbero conquistare la maggioranza alla Corte Suprema”, ha detto l’88enne senatore dell’Iowa Charles E. Grassley, ex presidente della commissione giudiziaria del Senato. E il senatore Lindsey O. Graham, repubblicano della South Carolina, il quale ha sostenuto Jackson l’anno scorso quando è stata nominata alla corte d’appello federale per il circuito del District of Columbia, è stato critico nei confronti della scelta del presidente. Dopo che Jackson è stata scelta da Biden ha mandato un twitt affermando che “la sinistra radicale ha ancora una volta imposto le proprie decisioni al presidente Biden”.

La senatrice Lisa Murkowski, repubblicana dell’Alaska, ha rilasciato una dichiarazione alcune settimane fa dopo che Jackson è stata proposta da Biden dicendo che aveva intenzione di “controllare a fondo” il curriculum del giudice che aveva precedentemente votato e confermato alla corte d’appello.

Ketanji Brown Jackson ha studiato ad Harvard e, dopo la laurea, ha lavorato come assistente di ben tre giudici federali, uno per ciascun livello dell’ordinamento giudiziario: Patti B. Saris della District Court for the District of Massachusetts; Bruce M. Selya della Court of Appeals for the First Circuit e Stephen Breyer della U.S. Supreme Court.

Dal 2000 al 2003 ha esercitato la libera professione forense, mentre dal 2003 al 2005 ha fatto parte della United States Sentencing Commission, un organo incaricato di fissare delle linee guida per i magistrati per le condanne. Dal 2005 al 2007 ha lavorato come public defender, per poi tornare alla United States Sentencing Commission nel ruolo di vicepresidente.

obama trump
Barack Obama – wikimedia

Nel 2012, è stata selezionata da Obama come giudice federale per District of Columbia, per poi essere elevata, come già ricordato, alla Court of Appeals sempre per District of Columbia Circuit da Biden nel giugno 2021. La sentenza più nota pronunciata da Jackson è “Committee on the Judiciary of the US House of Representatives v. McGahn” del 2019), un caso che ha visti opposti la House Committee on the Judiciary (a guida democratica) e Don McGahn, l’ex avvocato della Casa Bianca dell’amministrazione Trump.

La House Committee aveva citato in giudizio McGahn, a seguito del rifiuto di quest’ultimo di adeguarsi all’ordine di testimoniare nel corso dei procedimenti per l’impeachment di Trump. Jackson si è pronunciata a favore della House Committee, statuendo l’insussistenza della tesi giuridica, difesa dall’amministrazione Trump, di una immunità speciale dei membri del governo, e scrivendo in proposito che «secondo la Costituzione, nessuno è al di sopra della legge» e che «i presidenti non sono re». Ovviamente Donald Trump l’ha messa all’indice. Da vedere ora quanti dei senatori repubblicani vorranno accontentarlo.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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